Il 24 aprile di quest’anno, ci lasciava la “rossa” della canzone italiana, Milva.
Con la sua scomparsa, se n’è andata una delle ultime dive.
Milva è stata anche la diva dai grandi amori, tragici e sfortunati.
E lei, che ha attraversato generi musicali diversi, dai successi popolari alle canzoni di Brecht, lei, nata Maria Ilva Biolcati, se n’ è andata in silenzio, nonostante la sua straordinaria voce ci ha accompagnato oltre 50 anni.
Era da più di dieci anni lontana dalle scene a causa della sua salute.
Figlia di una sarta e di un pescatore nata nel piccolo paese di Goro, Milva amava disegnare, dipingere, cucire per diventare una sarta e cucire abiti fantastici.
Ma questo sogno è stato messo da parte dal bisogno di essere d’aiuto alla famiglia.
Fu alla fine degli anni ’50, che si trasferì a Bologna dove partecipò ad un concorso canoro.
Arrivò il debutto nei night club con il nome di Sabrina, e arrivò un terzo posto al Festival di Sanremo nel 1961 in coppia con Gino Latilla, dove pur partecipando per venti edizioni non riuscì mai a vincere.
Si riscattò con la vittoria di una Gondola d’oro nel 1971 a Venezia con “La filanda”, versione italiana di un successo della regina del fado, la portoghese Amalia Rodriguez.
Nel 1965 Giorgio Strehler intravedendo le sue potenzialità, la portò al Piccolo Teatro di Milano e la introdusse al teatro.
Milva convinse subito pubblico e critica, ruolo che la rese famosa aiutandola a raggiungere non solo una brillante reputazione artistica, ma soprattutto la consapevolezza di sposare un progetto politico.
Negli anni ’60 e ’70 Milva costruì attorno a sé un’identità ribelle, cantando canzoni politicamente impegnate in cui raccontava le storie di vita del proletariato, arrivando ad aggiungere al suo repertorio “Bella Ciao“, che le regalò per questo il soprannome della “rossa”, come allusione al suo impegno politico e alla sua chioma come viene raccontato dallo splendido pezzo “La rossa” che Jannacci scrisse per lei.
La sua rivalità con Mina, icona della canzone italiana degli anni Sessanta e Settanta, segnò un’intera generazione di italiani, anche se questa presunta “gara”, costruita dalla stampa, fu sempre smentita dalla stessa “pantera di Goro”.
Nel 2010 arrivò il ritiro dalle scene con una dichiarazione sul sito sito dove affermava di “aver fatto il suo lavoro bene e con dignità“, ma che non era più in grado di “esercitarlo nel migliore dei modi“, soprattutto a causa della perdita della memoria anche per colpa di un uso eccessivo di farmaci.
Non fu fortunata nella sua vita sentimentale.
Ad assisterla negli ultimi anni è stata la figlia che Milva ha avuto da Maurizio Corgnati, Martina.
Nel 1961, ancora 22enne, sposò Maurizio Corgnati regista televisivo, intellettuale, molto più anziano di lei, di 12 anni.
I due si conobbero grazie alla Rai, in occasione delle riprese dello show “Quattro Passi tra le nuvole” nella sera del Capodanno del 1960.
Maurizio su Milva ebbe un’influenza importante, che nessuno mai è più riuscito ad avere.
Fu il primo ed il più grande amore della sua vita.
Nel 1963 dalla coppia nacque Martina, ma cinque anni dopo i due si separarono, per volere della stessa Milva.
La fine del loro matrimonio fu turbolenta e per un periodo i due si odiarono e solo dopo molto tempo, arrivarono alla riappacificazione.
Quando ancora era sposata con Corgnati, Milva conobbe Domenico Serughetti, in arte Mario Piave, attore tormentato che la trascinò in un’intensa e turbolenta storia d’amore, fatta di alti e bassi.
Poi, la tragica storia che sconvolse la cantante, anche se ormai aveva terminato la storia con l’attore: Piave nel 1979 fu assassinato.
5 colpi di arma da fuoco misero fine alla sua vita quando aveva solo 44 anni.
Ma l’episodio che più ha colpito nel profondo Milva è stato quello del suicidio di Luigi Pistilli.
L’attore e doppiatore italiano era considerato uno dei migliori interpreti teatrali delle opere di Bertolt Brecht e con Milva ebbe una relazione durata 5 anni.
Era appena finita tra loro quando Pistilli decise di togliersi la vita, poco prima di salire in scena a teatro.
Era l’anno 1996 e l’attore era caduto in una profonda depressione dopo la rottura.
Lasciò a Milva un biglietto nel quale si scusava per le brutte parole dette su di lei ad “Oggi”.
Il colpo accusato dalla cantante fu talmente duro da decidere di barricarsi per diverso tempo in casa propria, senza farsi vedere da nessuno.
Milva riuscì a ritrovare la fiducia nell’amore con Massimo Gallerani, filosofo conosciuto nei primi anni Settanta.
La loro fu un’intensa storia d’amore, la più duratura: 15 anni passati insieme.
Fu però Gallerani a decidere di interrompere bruscamente la relazione con la “rossa”: nel 1989 la abbandonò per una donna più giovane.
Questo fece cadere Milva in depressione, e le ci vollero anni per riprendersi dal dolore che per lei è stato equiparabile ad un lutto.
Un amore fatto di passione ma anche di tante altre cose.
Certamente la vicenda sentimentale più completa della sua vita.
Ma la fama della donna con la criniera di fuoco continuerà sempre.
Con gli occhi sempre sorridenti e la sua bellezza, facendo sparire microfoni e lustrini la rossa resterà ancora li a cantare.
Angela Amendola
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