Lettera a Willy Montero Duarte

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Lettera del Vescovo di Cassano allo Ionio Francesco  Savino

a Willy Montero Duarte

Caro Willy,

nel silenzio della mia preghiera, ho deciso di dedicarti qualche riga, perché queste parole restino, come pietra di inciampo a memoria delle future generazioni, quelle che il tuo sorriso rappresentava, con genuina fedeltà.

Vedo il tuo sorriso ovunque: sulle pagine dei giornali, in tv, sui social, e mi rendo conto di come, la bellezza, sia capace di attraversarci in maniera trasversale, di ferirci quasi, con la sua potenza.

Non ti ho conosciuto, non ho avuto la possibilità di conoscere il suono della tua voce, né di specchiarmi nella verità del tuo sorriso. La sola possibilità che ho, per sentirmi vicino al tuo sguardo, è questo cercarti a tentoni, con questa mia che spero arrivi al cuore di tutti. 

Vedi, caro Willy, quello che vedo, oggi, nei giovani, è un Olocausto dell’anima, un luogo di gelo e barricate, una terra di crisi, per come la intendeva il grande politico e pensatore Gramsci: quel momento in cui il vecchio muore ed il nuovo stenta a nascere. Tu, invece, hai rappresentato quel nuovo nascente, quella verità che appartiene solo a Dio e, come Gesù, hai vissuto un calvario che ti ha visto crocefisso. Il tuo non è stato solo l’esempio di una vita spesa per l’altro, un donarsi gratuitamente, tu sei stato l’esempio di come alcuni gesti ci rendano, nella memoria, immortali.

Le mie preghiere saranno la tua forza ed anche quella della tua dolce mamma che oggi non trova pace al pensiero di non essere stata in grado di difenderti e che combatte contro i fantasmi di una violenza ingiustificata, che non meritavi. Bisognerebbe rivedere le edizioni dei dizionari e affiancare accanto alla parola amico, alla parola altro, alla parola bellezza, il tuo nome. Il tuo nome che ora risuona, con rintocchi di dolore, in ogni dove, a monito di una storia che, grazie a te, dovrà riscrivere pagine nuove, perché te lo dobbiamo!

Come scriveva Anna Frank, vittima dell’altro Olocausto, “quel che è accaduto non può essere cancellato ma si può impedire che accada di nuovo”.

Vorrei che questo fosse l’impegno di tutti gli uomini e le donne del mondo, una lotta gioiosa come il tuo sorriso, una lotta che passi attraverso le carezze, la comprensione conviviale delle differenze ed un amore per l’altro senza fine, per come tu, con il tuo gesto, ce lo hai insegnato.

Dio ti accolga nel suo giardino, come uno tra i fiori più belli, sradicati all’arsura di una Terra che potrà renderti giustizia solo diventando un cuore pensante.

Grazie Willy, raccontare di te, vorrà dire raccontare gesti concreti di speranza.

Oggi mi sento di essere il tuo Vescovo perché sento che tu, sei anche mio figlio.

Cassano allo Ionio, 14 Settembre 2020

    Francesco Savino

a cura di Vincenzo Fiore

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Vincenzo Fiore
Sono Vincenzo Fiore, nato a Mariotto, borgo in provincia di Bari, il 10 dicembre 1948. Vivo tra Roma, dove risiedo, e Mariotto. Sposato con un figlio. Ho conseguito la maturità classica presso il liceo classico di Molfetta, mi sono laureato in Lettere Moderne presso l’Università di Bari con una tesi sullo scrittore peruviano, Carlos Castaneda. Dal 1982 sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti, elenco Pubblicisti. Amo la Politica che mi ha visto fortemente e attivamente impegnato anche con incarichi nazionali, amo organizzare eventi, presentazioni di libri, estemporanee di pittura. Mi appassiona l’agricoltura e il mondo contadino. Amo stare tra la gente e con la gente, mi piace interpretare la realtà nelle sue profondità più nascoste. Amo definirmi uno degli ultimi romantici, che guarda “oltre” per cercare l’infinito e ricamare la speranza sulla tela del vivere, in quell’intreccio di passioni, profumi, gioie, dolori e ricordi che formano il tempo della vita. Nel novembre 2017 ho dato alle stampe la mia prima raccolta di pensieri, “inchiostro d’anima”; ho scritto alcune prefazioni e note critiche per libri di poesie. Sono socio di Accademia e scrivo per SCREPMagazine.

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