Lessico contemporaneo
La nostra quotidianità si è arricchita di nuove parole, di frasi riguardanti la realtà che ci circonda, parole che come ponte uniscono, parole che come pietre demoliscono.
La frase a mio parere più formulata in questo periodo è: “Come stai?”.
A primo acchito può apparire come una domanda normale alla quale si potrebbe rispondere in modo semplice:
” Grazie, sto bene” oppure “Grazie, non sto molto bene”.
In effetti questa domanda presuppone un vero interesse da chi l’ha pronunciata.
Chi dovrebbe rispondere è però spesso in grado di percepire se la persona è davvero coinvolta alla risposta o no.
Così magari di getto la risposta immediata è: “sto bene grazie” per non pesare con i propri problemi sugli altri.
Spesso addirittura capita che non ti diano il tempo di rispondere che già elencano i loro problemi e chiudendo il dialogo con:
” Sono sicuro che a te va tutto bene come sempre”.
Le parole positive o negative hanno un peso notevole nei rapporti con gli altri, sono in realtà fondamentali per conoscersi e stabilire la nascita di un vero rapporto, sia esso di amicizia che di amore.
A volte ci sono persone che si vestono di ironia, nascondendo così il reale pensiero.
Se a queste persone chiedi: “Come stai?” sicuramente ti risponderanno: “per il periodo che viviamo meglio non lamentarsi” o magari “ormai abbiamo toccato il fondo”, ma non ti faranno cosi sapere come si sentono.
Un altro modo di rapportarsi è il mondo virtuale, un mondo dove entri ed esci con un click, con una lucina che puoi decidere di tenere accesa o spegnere fingendo di non esserci.
Anche il mondo virtuale è un mondo pieno di parole, un mondo dove esprimersi, un mondo dove qualcuno riesce a fingere ciò che in effetti non è.
Ormai sembriamo tutti sapere tutto e chi non è in linea con le nostre idee spesso è messo da parte, insultato e bloccato, succede parlando di politica, di calcio, di alimentazione, carne si carne no, e di problemi seri riguardante la salute, vaccini si vaccini no, farmaci solo naturali, farmaci da banco…Babilonia era meglio!
Forse il dialogo oggi è diventato monologo?
Dove sono i confronti di un tempo, educati anche se accesi?
Ognuno restava del suo parere ma ascoltava con interesse anche gli altri interlocutori.
Parole… parole… parole, spesso lievi e soavi come carezze piene d’amore.
Altre cattive, offensive, violente come schiaffi che lasciano il segno.
Così oggi il mondo si rintana in nuove patologie come rinchiudersi in se stessi o sentirsi i migliori, ego smisurato “Io sono io e voi non siete nessuno”.
Ecco come da una semplice domanda: “Come stai? “, si potrebbe parlare, snocciolare, pontificare, usando infinite parole, infinite teorie…
“Le due parole più brevi e più antiche: sì e no, sono quelle che rinchiudono Maggiore riflessione”
Pitagora
“Date parole al vostro dolore altrimenti il vostro cuore si spezza”
William Shakespeare
“La nostra epoca è una gigantesca bolla di solitudine”
Alda Merini
… e dal mio libro “Vite in equilibrio in… stabile“
PENSIERI E PAROLE
Unite e disgiunte
parole pensieri
che liberi nascono.
Dalla mente
e dal cuore sgorgano
e si portano addosso
un grande peso.
Leggeri a volte
come luminosi sorrisi.
Eterei ed evanescenti
quando senza fermarsi
volano via.
Profondi e pieni di emozioni
quando si vestono di nostalgia.
Misteriosi a volte
rimangono fissi
come mute domande
negli occhi.
Non tutti vogliono leggere
tanti passano oltre.
E si rimane spesso soli
a crogiolarsi
nel proprio rammarico.
Poi impari a volare
con la fantasia…
E sei invincibile.
Antonella Ariosto
Clicca per leggere il mio articolo precedente:
Un trattato, ricco di significato sulle parole ed il suo senso, alcuni minuti di vera riflessione sul vivere del nostro tempo, dove in realtà, siamo isole in mezzo alla folla. Bellissimo per cercare di cambiare il nostro modo di rapportarsi con gli altri. Complimenti
Sara grazie per aver colto il senso del mio articolo.
Bella premessa Antonella, sarebbe bellissimo poter sempre conversare in modo sereno, sarebbe bello parlare sempre con cognizione di causa, e conoscere l’argomento di cui si parla, ma oggi come hai evidenziato spesso si parla di noi a noi stessi e soprattutto agli altri, avendo la presunzione di essere oggetto di interesse altrui. Io ho una leggera preferenza per i tuttologi, anche impreparati e che saltano da un argomento all’altro in un fiume di parole infinito, non devi per forza seguire tutto e spesso non ti interrogano poi, poiché neanche si ricordano gli argomenti di cui hanno parlato. Peggioi chi parla solo di se, delle sue cose della sua vita, spesso pretendono tanta attenzione e si offendono se non ricordi anche i minimi particolari. Bisognerebbe riscoprire vecchie regole di bon ton, tipo certi argomenti non si affrontano a tavola, certi argomenti non si aprono con persone con cui non si ha confidenza. Insomma qualcuno potrebbe pensare ma di che si parla allora? Restano evergreen il clima, la cucina, la musica, i viaggi. Lasciando al privato la politica, il lavoro, i soldi, il sesso! Comunque ad aiutarci c’è un vecchio detto: le domande non sono mai indiscrete, lo sono talvolta le risposte. Un abbraccio silenzioso ? Massimo.
Caro Massimo,ringraziandoti per la tua attenta lettura,credo con i miei scritti di poter in qualche modo,dar voce a quello che realmente la nostra anima sente..Rapporti veri e leali ,no ipocrisia e finzione che di male e di dolore già ne abbiamo tanto .Ancora grazie,abbraccio a te.
Bravissima Antonella a sostenere questo argomento, ma nel mio caso, logicamente è singolare, il dire ‘Come stai’ è un modo per spezzare il ghiaccio con la persona che poi si avrà un rapporto, e nel vero lo penso sul serio di sapere come sta quella persona per poi trarne un dialogo positivo.
Io faccio con quasi tutte le persone questa domanda, ma con cuore aperto.
Grazie per questo argomento che hai trattato, e sei stata molto brava nel dettaglio.
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