Le mie “Cime tempestose”

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Stamattina mi sono alzata con una sensazione strana “cosa ho sognato stanotte“?

Sprazzi di immagini si mescolavano ai titoli dei libri presenti nella mia libreria mentre con il piumino ripulivo dalla polvere la loro superfice.

Un volto, un volto più che conosciuto tornava alla mia mente, mentre il piumino si incuneava tra le copertine e la mia gatta mi stava attorno felina.

Un movimento improvviso del braccio ed ecco che cadono alcuni libri, sembra che il sogno mi guidi a scoprirne il significato. La coincidenza è consistita nella casualità della caduta dei libri, tra questi vi era quello che mi aveva regalato l’amica del sogno.

Non capita mai di sognare le mie care amiche, ma ieri notte è successo, ne ho sognato una che non vedo da qualche mese, visto il momento poco piacevole che il mondo intero vive.

Ho sognato che eravamo al mare che noi tanto amiamo e dove abbiamo vissuto momenti indelebili della nostra adolescenza e giovinezza… Il mare questo specchio infinito di colore blu si stendeva davanti a noi anche nel sogno… E ammirandolo ricordavamo la nostra adolescenza, le scuole superiori frequentate insieme, i nostri viaggi culturali e le nostre vacanze passate nel piccolo paese a due passi dal mare.

L’ho sognata e stamattina ho ritrovato un suo regalo, il libro “Cime tempestose“.

Ci sono libri che ti prendono così tanto che non puoi smettere di leggere se non prima di andare a dormire.

E’ il caso di “Cime tempestose” che ho letto quando avevo 15 anni.

E lo ammetto, mi ha rovinato.

Perché ha stravolto in me quel concetto di amore romantico e sereno di ragazza in fase adolescenziale.

Dopo la lettura di Emily Bronte, gli amori per me potevano essere solo difficili, tormentati, faticosi impossibili.

Ma infinitamente molto più belli da conquistare.

“Non gli dirò quanto lo amo, e non perché sia attraente, ma perché è per me più di quanto lo sia io stessa”…
“Io lo amo più di me stessa; e lo so da questo: tutte le sere io prego di potergli sopravvivere, perché preferirei essere infelice io, piuttosto che saperlo infelice. È la prova che l’amo più di me stessa”.

Cime Tempestose

Emily Bronte (30 luglio1818 – 19 dicembre 1848) era la figlia di un parroco anglicano di origine irlandese, uomo eccentrico e chiuso.

Quando la madre muore nel 1821, il padre si ritrova a dovere crescere cinque figlie femmine e un maschio.

La tisi si porta via le due sorelle maggiori e le altre, che vengono affidate alle cure della zia materna, vivono anni tra le brughiere selvagge.

Nel silenzio della natura Emily Bronte scopre la passione per la letteratura, condivisa anche con le sorelle Anne e Charlotte.

Le tre sorelle iniziano a scrivere racconti e poesie.

Nel 1842 Emily decide di fare l’insegnante.

Del 1848 è il romanzo “Cime tempestose” che diventa oggetto di scandalo; i critici lamentano la mancanza di un fine morale della vicenda.

Oggi invece il romanzo è considerato uno dei classici della letteratura mondiale e uno dei migliori esempi della letteratura dell’epoca vittoriana.

Non è il solito romanzo d’amore, melenso pieno di parole dolci, con il lieto fine.

Cime tempestose è invece un libro controverso, “brutale” e la critica avrebbe dovuto soffermarsi a parlare della capacità di esplorare l’animo umano che una donna di solo ventisette anni era riuscita fare scrivendo quel libro.

L’autrice racconta nel libro, la vicenda di una famiglia, gli Earnshaw, della quale fanno parte i due protagonisti Catherine ed Heathcliff. Heathcliff era un trovatello, accolto da un uomo, il signor Earnshaw che lo crebbe e gli volle molto bene, quasi più dei suoi veri figli, Catherine ed Hindley.

Mentre con la prima Heathcliff instaurò un rapporto di amicizia tanto che pian piano questa amicizia si trasformerà in amore, con Hindley non avvenne la stessa cosa.

Dopo la morte del signor Earnshaw, Hindley assunse il ruolo di capo famiglia e non perse certo occasione di torturare il fratellastro.

Tuttavia Catherine, sebbene lo ricambiasse, è costretta a scegliere di sposare un altro.

Heatcliff, alla notizia, fugge e si fa vivo solo qualche anno dopo misteriosamente arricchito, istruito e molto più raffinato nei modi.

Ma Catherine è già sposata e in lui si scatena uno sentimento di vendetta fino a quando l’amata morirà.

Il suo odio si incentrerà allora sulla moglie, Isabella, sorella di Edgar Linton, che aveva sposato per vendetta nei confronti di quest’ ultimo, sul figlio di Hindley, Hareton, sul proprio figlio, Linton, infine sulla figlia di Edgar e Catherine, Cathy.

Ma un lieto fine c’è e lo si ha con la morte di Heathcliff che finalmente può ricongiungersi spiritualmente all’amata Catherine, e con il matrimonio di Cathy e di Hareton che rappresentano Catherine ed Heatcliff in positivo.

La salute della scrittrice va via via indebolendo, infatti muore di tubercolosi a soli trent’anni, il 19 dicembre 1848.

Ma la Bronte ha scritto anche decine di poesie prima di scrivere il suo unico libro.

Emily Brontë fu una donna di pensiero.

Le sue poesie d’amore sono romantiche e molto struggenti.

La sua voce a noi giunge soltanto attraverso il suo romanzo, le sue liriche e poche pagine di diario.

Due sono le immagini che a noi sono giunte, quella della solitaria ragazza di campagna, innamorata della brughiera, ottimista, piena di energia, e quella del suo genio cupo e taciturno che va incontro al suo tragico destino.

Quale di queste due immagini è più vicina alla realtà?

Le due immagini si sovrappongono e, in certo qual modo, si completano.

Forse la stessa Emily si rese conto di quale fosse il suo mondo interno soltanto negli ultimi anni della sua breve vita.

La ragazza che impastava il pane per la famiglia e che si lanciava in gare di corsa nella brughiera con il suo cane è la stessa della scrittrice tormentata dal desiderio di assoluto che affrontò la morte con la stessa forza d’animo dei suoi eroi.

Scrivere è per lei vitale, è la massima espressione di libertà.

Libertà di creare un amore che non sembra di questa terra, di superare i confini del tempo e dello spazio.

E sapevate che oltre Kate Bush, Mia Martini cantò la canzone Wuthering heights, ossia Cime Tempestose?

Proprio così. Ma facciamo un passo indietro. Wuthering Heights è una famosissima canzone di Kate Bush della fine degli anni ’70.

Complici i protagonisti immortali del romanzo, e le atmosfere assolutamente originali ricreate dalla Bush, e forse anche grazie ai due famosissimi video, il singolo fu un successo, e conquistò le classifiche europee.

Il brano Wuthering Heights ebbe successo in tutto il mondo e sono stati tanti gli artisti a produrre delle cover di questa canzone. Tra tutti spicca di certo la reinterpretazione di Mia Martini, speciale perché, oltre ad essere decisamente d’impatto, è cantata in italiano: l’artista si è occupata in prima persona della traduzione.
Il suo adattamento in italiano è conservato nell’album dal vivo Miei compagni di viaggio, pubblicato nel 1983.

“Nella brughiera, era dolce perdersi tra il verde
Fu la pazzia o la gelosia a infuocare il vento
Non puoi lasciarmi, ma non vedi che ti voglio
Ti ho amato si, ti ho odiato si

Di notte sognai, cime tempestose sopra me
Che sprofondavo sempre piu
Sempre più
sempre più crudele

Heathcliff
Son io Cathy sono ritornata lasciami entrare
Apri la finestra ho freddo
Heathcliff son io Cathy sono ritornata
Lasciami entrare apri la finestra ho freddo

C’ è solo buio, e solitudine
la tua soglia è gelida
Su cime tempestose sto precipitando
Torno a casa per te Heathcliff
Crudele padrone mio

Ti porterò via con me
da Cime Tempestose tu volerai
E si alzeranno sopra te,
sempre più sempre più crudele

Heathcliff son io Cathy sono ritornata
lasciami entrare apri la finestra ho freddo
Heathcliff son io Cathy sono tornata
Lasciami entrare apri la finestra ho freddo

E fammi entrare ho bisogno ancora di te
E fammi bere dal tuo cuore l’anima
Guardami son io Heathcliff
Cathy
Heathcliff
Lasciami entrare apri la finestra ho freddo
Heathcliff
Cathy
lasciami entrare
ho freddo
Heathcliff”

La voce graffiante di Mia Martini, l’adattamento musicale più cupo e composto da suoni più inquietanti rispetto a quello della Bush, conferiscono al brano quell’atmosfera lugubre e spettrale caratteristica del romanzo.

Angela Amendola

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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