Malattie e morte sono le nostre compagne da quando nasciamo,la buona salute va conquistata con infiniti sforzi, il nostro vivere è una continua allerta per interpretare gli innumerevoli sintomi che i nostro organi ci trasmettono.
E’ una lotta continua e incessante, mentre scrivo miriadi di globuli bianchi stanno combattendo con batteri e corpuscoli vari e fanno da barriera a possibili malattie.
Il nostro corpo è simile ad un campo di battaglia con avamposti trincee, fanterie, ecc. e la vita e la morte dipendono dalla forza dei nostri eserciti.
Gli agenti che ci aggrediscono( virus, batteri) hanno origine naturale ma non in tutti i casi.
La mano dell’uomo con la possibilità di apportare modifiche al dna di queste particelle, è arrivata a crearne di nuovi nei laboratori, il tutto con finalità distruttive e apocalittiche.
E’ la cosiddetta guerra batteriologica che spinge le grandi potenze a creare queste armi micidiali da usare per distruggere i nemici.
Attualmente stiamo vivendo una pandemia provocata dal Coronavirus, questo virus è in natura, e poichè lo si conosce da tempo l’opinione medica mondiale si è meravigliata della propagazione del virus, ventilando l’ipotesi che possa essere stato manipolato in laboratorio e poi sfuggito al controllo.
L’ipotesi potrebbe diventare tesi se si riuscisse a dimostrare quanto appena detto.
Di certo ciò evidenzierebbe un intento criminale dei cinesi o, nel caso di una fuga casuale, una mancanza di controllo.
Le teorie del complotto sul coronavirus sono moltissime, e di diversa natura.
C’è chi dice che è tutto un gioco di interesse per vendere i vaccini, chi sostiene che serva a depopolare il pianeta, e chi sostiene che sia tutto un piano delle plutocrazie per dominare il pianeta.
Una teoria complottista è che il virus sarebbe stato portato in Cina dagli americani nelle gare dei giochi mondiali dei militari.
Secondo questa ipotesi senza alcuna copertura scientifica, nei giorni delle gare (18-27 ottobre 2019) cinque atleti militari sarebbero stati ricoverati in ospedali di Wuhan.
Nemmeno si precisa di quale nazionalità fossero i soldati, ma i complottisti giurano che fossero stati contagiati dagli americani, che si sarebbero portati il virus da casa.
Viene citato il laboratorio militare di Fort Detrick, Maryland, come origine del coronavirus.
Ma ora questa notizia viene riportata da Zhao Lijian, portavoce e vicedirettore del Dipartimento Informazione degli Esteri a Pechino.
Su Twitter Zhao ha scritto ai suoi 310 mila followers: «Prendetevi pochi minuti per leggere un altro articolo. È così sconvolgente che ha cambiato molte cose nelle quali credevo…».
Ma la pandemia da Coronavirus riporta alla mente la pandemia da Spagnola.
Durò circa 15 mesi, ma ad oggi si può considerare come l’epidemia più mortale della storia, molte vittime rispetto ai morti causati dai due conflitti mondiali assieme.
Ma cosa accomuna questa pandemia con l’epidemia che stiamo vivendo in questo momento?
Innanzitutto il fatto che inizialmente l’allarme non venne dato come si sarebbe dovuto, o meglio, data la bassa mortalità, non si fece caso all’enorme numero di persone infette.
La flotta principale della Royal Navy britannica durante la prima guerra mondiale, ad esempio, ovvero la Grand Fleet, fece registrare tra maggio e giugno il ricovero di 10.313 marinai, dei quali ne morirono solo 4.
Un mese prima la stessa influenza aveva colpito i due eserciti in guerra in Francia, ma venne etichettata come semplice “febbre di tre giorni”.
L’attenzione sull’influenza in questione, che si diffondeva a macchia d’olio, arrivò solo quando, giungendo in Spagna, colpì anche il Re.
La stampa spagnola vi dedicò articoli e interviste approfondite. Nel 1927 alcuni ricercatori scrissero: “In molte parti del mondo la prima ondata o era così debole da dare sintomi lievi o era quasi asintomatica … ed era ovunque di una forma lieve“, per questo dunque non fu presa seriamente in considerazione fin da subito.
Fu un errore che costò caro. I vari focolai, sparsi e presi singolarmente, sembravano lievi e addirittura alcuni decessi della prima ondata furono classificati come casi di meningite.
Sono trascorsi cent’anni e non si è individuato il paziente zero.
Alcuni ricercatori vi lavorano ancora oggi.
Ci sono tre ipotesi principali: in una base militare del Kansas, in un’altra britannica nel Nord della Francia (a Etaples).
Oppure la Spagnola sarebbe arrivata dalla Cina.
Si ammalò un terzo della popolazione del pianeta, come dire 500 milioni di persone.
Furono pochissimi i territori che non furono interessati dalla contaminazione.
Avveniva soprattutto attraverso le navi, quelle che trasportavano le truppe della Prima Guerra Mondiale.
La stessa cosa sta succedendo ora. L’epidemia si è propagata per i viaggiatori.
La pandemia finira? Quando terminerà? Sarà vero che si ripresenterà il prossimo inverno?
Simona Bagnato