La scimmia e la tartaruga

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La scimmia e la tartaruga
(una leggenda indiana)

Compare Tartaruga si annoiava da morire: i giorni passavano sempre uguali.

Il mare si estendeva all’infinito, le onde succedevano alle onde.

Nessuno veniva mai a rallegrare la sua vita monotona, tranne qualche volta una balena o un gruppo di delfini, che passavano in lontananza, al largo dell’isola.

Un giorno, scorse una scimmia che si rimpinzava di banane.

Perché cercare un amico nel mare?” pensò la tartaruga.

Compare Scimmia sembra un compagno ideale, certamente più simpatico di un granchio!“.
Buongiorno Compare Scimmia! Vorresti essere mio amico?“…
Buongiorno Compare Tartaruga! Certamente!“.

Da quel giorno trascorsero insieme tutto il loro tempo; la tartaruga non si era mai divertita tanto.

Un giorno la scimmia la invitò ad assaggiare le banane.

Un altro, le disse:
Vieni, ti insegnerò ad arrampicarti sugli alberi!“.

La sera, Compare Scimmia raccontò alla moglie:

Ah! Come mi sono divertito! Avresti dovuto vederlo mentre si arrampicava su un albero! Compare Tartaruga è il mio migliore amico!“.

Anche Compare Tartaruga disse alla moglie:

Che amico meraviglioso! Come mi annoiavo prima di conoscerlo!“.

Ma Comare Tartaruga non condivideva la sua gioia e pensava:

Mio marito sta sempre con il suo nuovo amico. Devo sbarazzarmi di questa maledetta scimmia!
Una sera, Compare Tartaruga trovò la moglie a letto. “Sei malata?“.
Sì, molto malata; il dottore ha detto che sto per morire e che l’unico modo per salvarmi è mangiare il cuore di una scimmia!“.

Il cuore di una scimmia! Ma dove potrò trovarlo? L’unica scimmia che conosco è il mio amico!“.
Allora, non mi resta che morire!” disse Comare Tartaruga con voce fioca.
Compare Tartaruga era disperato.

Rifletté a lungo e infine decise che avrebbe sacrificato il suo amico.
Lentamente, si diresse verso la casa di Compare Scimmia.
Buongiorno, Compare Tartaruga! Che piacere rivederti! Qual buon vento ti porta?“.
Mia moglie vorrebbe invitarti a cena questa sera, verrai?“.
Certo, volentieri!“.

La scimmia seguì allegramente il suo amico fino in riva al mare, ma non poteva continuare non sapendo nuotare.

Sali sul mio guscio! – gli disse la tartaruga – Ti porterò io!“.

La scimmia si aggrappò al guscio lasciandosi trasportare tra le onde.

Avrebbe voluto chiacchierare ma l’altro non rispondeva:
Mi sembri molto triste e silenzioso! Cosa ti è successo? Racconta: farei qualsiasi cosa per te!“.
Ah, amico mio – finì per confessare Compare Tartaruga – c’è solo un sistema per salvare mia moglie, e cioè che tu mi dia il tuo cuore!“.

Ahi! – pensò la scimmia – ho detto qualsiasi cosa, ma c’è un limite a tutto! Come faccio a risolvere la situazione? Compare Tartaruga può farmi annegare da un omento all’altro!

D’improvviso, si colpì la fronte.
E’ terribile! Ti darei volentieri il mio cuore, ma dobbiamo tornare indietro a prenderlo!“.
Il tuo cuore non si trova nel tuo petto?“.
Come? – esclamò la scimmia – Non sai che le scimmie lasciano il cuore in una brocca, accanto alla loro casa, prima di intraprendere un viaggio?“.

La tartaruga si fermò e disse: “Ma come facciamo?“.
È molto semplice! Riportami sull’isola e andrò a prendere il mio cuore!“.
La tartaruga tornò indietro, la scimmia saltò sulla riva e si arrampicò rapida su un albero.
Uff! Sono salvo! Mi hai spaventato!“.
Ma – gridò la tartaruga – e il cuore che mi hai promesso?“.

Il cuore? Non sei abbastanza furbo, Compare Tartaruga. Batte nel mio petto, naturalmente, e ci tengo molto! Addio!“.
Compare Tartaruga ritornò triste a casa: aveva perso un amico, ma ebbe almeno la consolazione di veder guarita quella grande furbacchiona della moglie.

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Umberta Di Stefano
Mi chiamo Umberta Di Stefano e sono nata e cresciuta a Ceccano (FR), dove vivo. Sposata, mamma di tre ragazzi (Andrea, Chiara e Valeria), grande lavoratrice fino a qualche anno fa. Oggi mi dedico alla mia famiglia, alla lettura, alla scrittura e collaboro con molte associazioni nazionali e locali. Scrivo dal 2013, dalla data della mia prima opera “L’Angelo che prestò le sue Ali ad una Fenice”, ma in cuor mio l’ho sempre fatto. Data la mia pessima “grammatica giovanile”, ciò che realmente la vita aveva in serbo per me, s’è quindi rivelato in tarda età. Sono in varie raccolte di poesie delle “Edizioni il Viandante”, Casa Editrice che mi ha tenuta a battesimo e ciò non si può dimenticare. Con loro ho pubblicato nel 2018 “Un Angelo senza Memorie”. Oggi sono una donna ancora più determinata ad imparare tutto ciò che mi manca per poter raccontare le tante verità, dal mio punto di vista, secondo la maturità che ho raggiunto in questi anni e che spesso il mondo fa finta di non vedere. Dio ci benedica tutti!

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