La libreria del Palazzo Innamorato

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I vecchi palazzi ci raccontano di un passato ricco di splendore e di famiglie di una nobiltà ormai scomparsa.

Ma non solo i nobili vi vivevano, capitava di trovare anche persone comuni, privi di nobili natali.

La famiglia di Claudia, faceva parte della schiera di nobili decaduti a cui erano rimasti solo le vecchie mura e qualche dipinto ormai scrostato, come ricordo dei loro nobili natali. Claudia continuava a guardarsi intorno.

C’era qualcosa che non andava, a parte i teli che erano messi male sui mobili. In lei si insinuò la convinzione che qualcuno fosse entrato in quella casa.

Ma in che modo?

Le chiavi erano rimaste sempre nella sua borsa.

E poi, chi?

Girò nuovamente per le vecchie stanze e non trovò nessuno.

Ma avvertiva nell’aria qualcosa di strano, un odore, un profumo che le era noto.

Eppure in casa, non c’erano diffusori di profumi, ormai da decenni.

Nella sua vecchia camera, trovò tutto in ordine.

I libri sulla mensola, quelli di quando era adolescente, erano lí in fila e divisi per autori.

I suoi autori preferiti erano i naturalisti francesi del calibro di Gustave Flaubert, Émile Zola, Guy de Maupassant, Honoré de Balzac.

Accarezzò piano i volumi che avevano contribuito a renderla così romantica, e in quell’istante vide che mancava un libro, il suo preferito: Madame Bovary.

Dov’era finito?

Si mise a controllare in ogni angolo della stanza e del libro nemmeno l’ombra.

Tornò nel salotto dove c’era la libreria del padre.

Libreria che occupava una parete intera.

La libreria per chi non lo sapesse era divisa in due zone: da una parte i libri del padre e dall’altra della madre.

Gusti letterari diversi, i suoi si avvicinavano a quelli della mamma.

E nella parte di libreria della madre si accorse in quel momento che c’erano dei libri doppioni con scritti su date diverse e con annotazioni di città diverse.

Perché la mamma aveva comprato dei doppioni di libri?

E perché in città, dove lei non era mai stata?

Nel terzo ripiano trovò il suo libro, lo aprì e vide che c’erano scritte frasi a penna. Ma non era la sua scrittura.

Guardando la vecchia pendola, vide che era l’ora di tornare a casa.

Entrata in macchina cercò il cellulare per chiamare la madre, ma nella borsa non c’era.

Risalì in casa e lo vide, lo aveva lasciato sul tavolo in cucina.
Claudia compose il numero della mamma:

“Pronto,Claudia dimmi”…

“Mamma vieni a casa, dobbiamo parlare” …

Continua

Angela Amendola

Clicca il link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

Il palazzo innamorato

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