Il ragazzo disturbato – (Parte 2a)

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Per leggere la puntata precedente clikka sull’immagine qui sotto:

Il ragazzo disturbato (Parte 1a)

…Avevamo paura che si facesse del male, ma non vi fu modo di fermarlo.

La crisi durò per circa mezzora, abbiamo cercato di non reagire in modo violento.

La gente chiamò la polizia, ma per fortuna si era già calmato.

Era la prima volta che dimostrava il suo stato emotivo in modo violento.

I compagni lo bullizzavano…forse era quella la causa, ma all’epoca non approfondimmo, non ci rendevamo conto che aveva un problema psichico.

Da quel momento sembra che le sue crisi si siano attenuate.

All’età giusta prese il porto d’armi e cominciò ad andare al poligono.

Le armi piacevano ad entrambi, al contrario di me, però, egli cominciò a farne collezione.
Inoltre si dedicò ad altri oggetti meccanici che montava e smontava, per capire il loro funzionamento.

In camera da letto aveva un vero arsenale.

Come potevo pensare che potesse ammazzare qualcuno?

Avevo immaginato fosse un passatempo, più che altro che fosse una sua passione.

Un giorno ci disse che voleva arruolarsi in esercito e ci chiese il permesso.

Da piccolo diceva sempre che voleva diventare un eroe. Pensavo fosse la strada giusta per lui che era un ragazzo intelligente e in salute.

Per la prima volta non mi resi conto che, dietro all’apparenza di bravo ragazzo, nascondeva un lato oscuro.

Un giorno Oliviero mi telefonò e molto turbato mi disse che si trovava in ospedale.

Diceva che un tizio, ad una festa, gli aveva puntato un coltello alla gola e lui si era difeso ferendolo.

Sembrava molto pentito e ci promise che non sarebbe più accaduto. Finsi di credergli, ma in realtà lo feci per tranquillizzarlo…

Ero davvero terrorizzato!

Mi preoccupavo che non avesse autocontrollo e credo non mi sbagliassi.

Poco dopo quell’incidente lo hanno congedato e rimandato a casa.

Non era tornato a vivere con noi, in modo stabile, la gente lo vedeva vagare per strada e ce lo veniva a riferire.

Qualche volta veniva a trovarci, ma era tanto distaccato!

Era diventato irascibile, non voleva che parlassimo con altri, che prendessimo informazioni su di lui.

Spariva senza lasciare traccia e darci spiegazioni. Vi sono stati anni in cui non si fece vivo malgrado lo cercassimo…

C O N T I N U A…

Grazia Bologna

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A te mamma…”Portami nel tuo sogno”

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