La fine dell’Umanità, di Luisa Matera

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Avete mai provato ad immaginare come sarebbe il mondo se l’essere umano d’improvviso sparisse? Io sì!
La natura riprenderebbe il suo spazio in maniera prepotente.
L’aria tornerebbe ad essere salubre, cadrebbero i muri sotto il peso delle piante rampicanti. Tornerebbe il forte profumo dei fiori e le api laboriose, produrrebbero miele destinato, non al largo consumo, ma alle specie animali.
Le auto, le tante auto che invadono le nostre città, tacerebbero finalmente, non più clakcson o rumore di motori ma solo il soave canto degli usignoli.
Diventerebbero solo delle carcasse arrugginite, utili solo per dare cibo ai roditori e ad ospitare cucciolate di qualsiasi piccolo animale che possa penetrare attraverso i finestrini rotti.
Avete mai visto un casolare di campagna abbandonato?
Dal pavimento spuntano alberi che sfondano il tetto, la stessa sorte toccherebbe alle nostre case. Gli alberi crescerebbero a dismisura e le scimmie, non più cavie da laboratorio, potrebbero spulciarsi tranquille, dondolandosi tra i rami.
Quelle che ora sono antenne che svettano sui tetti, smetteranno di captare segnali e si coprirebbero di verde e le cicogne, andrebbero a nidificare.
Tutti gli animali avrebbero cibo e riparo, nessuno di loro finirà sotto le ruote di auto in corsa e non ci sarà, probabilmente più il rischio di estinzione per loro, anzi, probabilmente, ci saranno speci nuove, frutto di incroci.
Il cielo sarebbe azzurro senza smog e i fiumi non trasporterebbero più rifiuti tossici, si getterebbero nei mari e i pesci, tornerebbero a guizzare felici, senza più il rumore dei motoscafi e le moto d’acqua.
La pace regnerebbe ovunque, rotta solo dal crollo della Tour Eiffel.
Anche i grattacieli crollerebbero a causa delle intemperie.
Sparirebbero le bombolette spray e il buco nell’ozono, si ridurrebbe drasticamente.
Niente più effetto serra e i ghiacciai si riformerebbero e teneri pinguini, vivrebbero in armonia.
In verità il vero danno per la terra è l’uomo, e senza di lui, tutto tornerebbe agli stadi primordiali.
Se per assurdo, dovesse ritornare l’uomo, forse il suo inizio sarebbe lo stesso, con la clava a cui seguirebbero le varie epoche di sviluppo.
Con il passare dei secoli, poi, farebbero scoperte sensazionali, barili di petrolio e centrali nucleari ancora attive, altro che piramidi egizie!
Strane scatole con transistor inutilizzabili, finirebbero nei musei.
E gli scienziati nuovi, pronti ad arrovellarsi il cervello per riuscire a capire la funzionalità di un frigorifero, questa strana colorata scatola della quale non possiamo fare a meno.
Probabilmente il loro linguaggio sarebbe diverso e anche l’alfabeto, non conoscerebbero i numeri arabi né i romani.
Dopo aver a lungo scavato, troverebbero una biblioteca impolverata e tra le ragnatele, scoprirebbero uno scheletro chino sulla pagina aperta di un libro.
Clicca il link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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