La cattiveria è una fra le più grandi seduttrici del cuore umano che, spesso e volentieri, si lascia ammaliare con estrema facilità.
Le persone cattive non hanno buoni rapporti con la propria coscienza da cui, anzi, prendono le distanze.
Non sono fatte per le introspezioni, infatti tra di esse e il loro intimo mondo esiste una frattura insanabile.
Mai capita che si interroghino sul loro operato o che trovino un pretesto per metterlo in discussione. La loro cecità interiore non conosce resa né redenzione piuttosto interessate a mostrare la loro perfidia.
Le prede perfette da colpire, magari con inganno, sono quelle anime che vedono ovunque la positività, impegnate a cogliere sempre il lato buono delle cose.
Ecco sono questi i bersagli preferiti, ideali, i polli da spolpare fino all’osso.
Esiste una variabilità molto esigua di persone cattive.
Infatti ci sono quelle che si portano dietro un bagaglio genetico di cattiveria e allora ci si deve arrendere dinnanzi all’ipotesi di una probabile redenzione.
E poi ci sono, invece, quelle che hanno imparato quest’arte malefica conseguentemente ad asperità incontrate nel corso della vita.
La cattiveria è un sentimento di cui bisogna aver paura perché non cammina mai da sola, infatti le sue compagne di merenda sono l’invidia e l’ignoranza.
Ed insieme sono un cocktail micidiale.
Piera Messinese
Clicca il link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:
[…] La cattiveria […]