A volte si danno per scontate tante cose, forse per eccessiva benevolenza o disponibilità a dare fiducia.
Perché si spera di poter controllare tutto, o che magari, ogni situazione che siamo chiamati a vivere, sia trasparente.
Non si considera affatto che la chiarezza possa anche essere una parvenza, una maschera, un volto fittizio e possa, quindi, celare una diversa natura.
Ma maturare tale consapevolezza sarebbe un colpo non facile da digerire.
Ci si troverebbe ad essere costretti a mettere tutto in discussione, a rivedere le cose, passandole al setaccio, per osservarle, quindi, sotto una luce nuova.
Per cui quei dettagli che qualche tempo prima erano sembrati irrilevanti, d’un tratto si avvertono pregni di tanta responsabilità, quasi rappresentassero essi stessi le cosiddette prove del misfatto.
Ed è proprio in quel momento che cadono tutte le certezze ed è necessario trovare un nuovo equilibrio.
Si crede di poter intervenire con celerità con le opportune manovre riparatorie per riportare tutto alle condizioni originarie. Ma la ragione non può sempre fare la voce forte.
Bisogna tenere in considerazione quel mondo di sensazioni e di emozioni le quali spesso ci prospettano una risoluzione diversa da quella che si presenta come un’esigenza razionale.
Le vie della sensibilità non trovano quasi mai nella ragione un punto di riferimento da cui partire per un dialogo costruttivo.
Piera Messinese
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