La bambina del passato piange ancora,
si dispera per ciò che vede,
per ciò che non le è dato sentire,
per ciò che non le è dato sapere.
È fragile davanti agli occhi forti della gente,
quella gente, impaziente di avere tutto e subito,
quella gente, forte da chiudere tutte le tristezze in un barattolo,
quella gente senza una vera vita,
senza veri sorrisi,
senza verità in ciò che è e dice.
Quella gente che si adatta,
che “va bene tutto ciò che arriva”,
che dorme comunque,
che mangia comunque,
che vive comunque,
nonostante il comunque.
La bambina del passato è ferma lì,
ad osservare quel mondo contorto che dice di volere,
che apprezza,
che spera,
che fa tanto altro senza fare nulla.
Non si aspetta, la gente, nulla.
Perché tutto cambia, muta, tutto si trasforma.
E aspetta, fingendo.
La bambina del passato invece no.
Lei vorrebbe un cambiamento,
vorrebbe tanto, e non solo per lei.
Perché il mondo che percepisce lo vedono tutti.
Solo che tutti vanno avanti fingendo,
lei invece no.
Giulia Trio
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