Profili: Kate Winslet

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Ho sempre avuto una vita normale e sempre l’avrò .

A parlare è Kate Elisabeth Winslet la Rose del Titanic, che una vita tanto normale ai nostri occhi sembra non averla, ma che in realtà ha sempre professato apertamente il suo desiderio di restare nel mondo terreno, fatto di supermarket, scuola, figli a cui badare, uscite, con gli amici, (tra cui il suo Leo Di Caprio), e, in mezzo, perché no, un Oscar vinto per un film niente affatto stellato e poco conosciuto come The Reader del 2008 e ben altre 7 nomination.
Cresciuta sotto l’influenza teatrale ricevuta dai suoi genitori, anche lei non tarda a sviluppare una passione per la recitazione e, già da adolescente, viene notata da registi come Ang Lee e Peter Jackson (Creature del cielo). Con Ang Lee recita proprio per il suo primo ruolo importante in Ragione e sentimento. Qui da vita ad una rappresentazione tormentata e molto realistica del personaggio di Jane Austen, recita accanto ad un’attrice del calibro di Emma Thompson ma non sembra affatto sfigurare e a soli 19 anni ottiene la sua prima nomination.
Dopo una serie di pellicole meno note, il successo di Titanic di James Cameron rappresentò per la Winslet il vero trampolino di lancio. La sua Rose, appassionata, combattiva, intensamente sentimentale ma determinata, divenne il simbolo di una tipologia di eroina romantica ma molto popolare e fece di lei una delle attrici più apprezzate anche dalla critica.

Il consenso ottenuto sia da pubblico che da stampa rappresenta fin dagli esordi, uno dei punti d forza della Winslet. Capace di catalizzare l’interesse della stampa ma anche di ricevere un alto gradimento da parte di un pubblico sia intellettuale ed esigente che più specificamente “popolare” e commerciale.

Nel corso degli anni la sua cinematografia ha però saputo tener fede a questo concetto fondamentale solo in parte ; Kate resta quasi sempre lontana dalle grandi produzioni (rifiutando pellicole come Shakespeare in love ) , preferendo quasi sempre progetti indipendenti e pellicole complesse  come Holy smoke con H.Keitel del 99 o nel 2006  con Jim Carrey il piccolo cult Se mi lasci ti cancello, sua quarta nomination agli Oscar, dove interpreta una strepitosa ragazza fuori dagli schemi, tra dimensione onirica e realtà , ricordo reale, e immaginazione. Una sorta di viaggio disperato nell’amore perduto, attraverso un personaggio molto particolare a cui la Winslet dà volto in modo da renderlo indimenticabile e iconico.
Questo aspetto effimero dell’attrice è un po’ una sorta di marchio che la accompagna in ogni suo ruolo successivo: da Neverland , meravigliosa favola con Johnny Depp nella parte dello scrittore di Peter Pan, al bizzarro esperimento musical di Romance And Cigarettes”, dallo struggente e crudo Little children (quinta nomination) alla commedia romantica L’amore non va in vacanza, dallo strepitoso dramma psico-coniugale Revolutionary road con il ritrovato Di Caprio (in cui assistiamo ad una gara di bravura fra interpreti) fino al suo Oscar per The Reader( a mio avviso più convincente nel precedente film), intenso dramma di iniziazione e antisemita, con una prima parte da capolavoro.
Ogni film rappresenta un percorso ben preciso, con una linea che l’attrice segue anche nelle pellicole successive all’ Oscar: l’inquietante Carnage, di Polanski, SteveJobs del 2015, fino al Woody Allen di La Ruota delle meraviglie .
Quello con Allen è forse una sorta di giro di boa necessario da compiere da parte di chi come lei, vive la recitazione in modo talmente personale e teatrale allo stesso tempo.

La sua interpretazione rappresenta la summa di ogni altro suo personaggio di donna incarnato negli anni: le nevrosi, le frustrazioni, la sensualità, il Sogno che è insito nella Donna quale essere dotato in egual misura di intelletto e sentimentalismo. E che nessuno meglio di Allen, da sempre cultore della cinematografia al femminile , avrebbe potuto offrirle.

E ancora una volta , nel suo ultimo The dressmaker , la Winslet dona il suo personaggio ad uno spettatore che resta attonito di fronte ad una donna talmente capace sullo schermo di smettere di fare l’attrice; la Kate carnale e solare ( la cui femminilità tanto la caratterizza in un universo cinematografico troppo allineato sul falso mito ella magrezza eccessiva), veste di nuovo i panni dell’impetuosità, del calore e della passione , dell’anticonformismo e della lotta alle idee bigotte e superate, della Donna che fatica ad esplodere regalando ogni volta personaggi indimenticabili.

Sandra Orlando

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