Incontro con Cesare Rascel tra musica e TV

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Cesare Ranucci in arte Rascel è il figlio dell’istrionico Renato e della splendida attrice Giuditta Saltarini è nato a Roma il 27 Febbraio 1973.

Il nome è quello del nonno cantante d’operetta.

Cresciuto a pane e “copione”, fin da piccolo segue i genitori nei loro spettacoli teatrali.

Renato Rascel è stato un padre molto affettuoso e presente che gli ha insegnato tanto.

In comune avevano la passione per lo sport, e ovviamente quella per la musica.

Tanto che a 18 anni va a Boston per laurearsi alla Berklee College of Music in composizione e sound engineering.

Vive per 10 anni a Boston e poi si trasferisce a New York, dove nel ’98 è l’executive producer del “Concerto Napoletano” della produzione “Naples on Broadway” con Miranda Martino e Andrea Bianchi al “Judith Anderson Theater”.

Gli anni vissuti in America sono stati formativi professionalmente tanto che decide di importare e far conoscere la musica italiana e ancora di più quella del padre, che ha composto centinaia di canzoni, 460 per la precisione.

Anche Cesare entra nell’Olimpo musicale ma non solo, è attore, autore televisivo, discografico e molto altro:

DIRETTORE ARTISTICO – PREMIO RASCEL (su RAI1)
DIRETTORE MUSICALE – NYCANTA – FESTIVAL DELLA MUSICA ITALIANA DI NEW YORK (su RAI ITALIA)
DELEGATO – NUOVO IMAIE – ALTRE INFORMAZIONI

Ecco alcuni link dove trovare notizie su Cesare.

https://www.rmpnet.com/chi-siamo/cesare-ranucci-rascel

https://www.youtube.com/channel/UCN9JLUjoDNCdhjSZusOrHEQ

Lo contatto su un social e lui accetta la mia intervista senza pensarci su due volte.

 

1) Chi è Cesare Rascel?

Non è facile rispondere a questa domanda… diciamo un artista al quale piacciono tutte le forme d’arte. Principalmente compositore e cantante, ma la televisione mi piace molto.

2) Che ricordi ha della sua infanzia e adolescenza? Cos’ha significato avere un padre come il suo nella vita di tutti i giorni?

Devo dire che sono stato molto fortunato. Ricordo un’adolescenza felice, passata dietro le quinte dei teatri Italiani e sulle piazze d’estate. Questo mi ha reso chi sono oggi.
Per me, mio papà era semplicemente mio papà… diciamo he mi sono reso conto di chi fosse più avanti negli anni. Quindi, crescendo, non è stato molto diverso da come vivevano gli altri bambini.

3) Direttore del Premio Rascel, Direttore Musicale “NY Canta”, Delegato Imaie, autore televisivo in Italia e in America , compositore, cantante, cosa le manca ancora ?

Nulla ? diciamo che queste sono le cose principali. Poi trovo sempre qualche “progetto laterale” con cui stuzzicare l’ispirazione e l’ingegno. Diciamo che non spendo molto tempo dormendo.

4) Cesare negli Stati Uniti ha prodotto dei nuovi gruppi musicali e fondato una casa discografica, secondo lei è più facile farlo in America che in Italia?

Le produzioni americane risalgono agli anni ’90, quando vivevo tra Boston e New York. Devo dire che li il processo produttivo e di distribuzione è più strutturato, ma non più facile.
Li c’è un’industria vera e propria dell’intrattenimento, con procedure e strutture di supporto che ti rendono la vita un po più facile. Ma poi c’è anche tanta competizione quindi diciamo che “tutto il mondo è paese”.

5) Pensa che in Italia ci sono veri talenti musicali? Perché alcuni sono “prodotti” a tavolino, belli confezionati ma senza valore artistico.

Non credo che non ci sia contenuti artistico. Credo che il contenuto sia una “conditio sine qua non”.
Poi c’è chi ha più risorse e contatti e riesce ad avere risultati migliori. Ma il talento c’è, ed è anche tanto. Con il mio fraterno amico e socio Beppe Stanco, con cui gestisco il Festival della Musica di New York e tutte per altre attività musicali, ascoltiamo centinaia di artisti Italiani. Molto spesso abbiamo difficoltà a selezionare il meglio per quanti artisti bravi si presentano.
Purtroppo il nostro mercato non è grandissimo e alla fine non c’è spazio per tutti.
Quello è il problema, ma se non fosse così il nostro mestiere non sarebbe così ambito.

6) C’è differenza tra fare l’autore televisivo in America e in Italia, è facile presentare anche in Italia nuovi Format?

Di nuovi format in Italia non se ne fanno per una semplice legge di “conservazione della poltrona”. Se si lancia una cosa nuova e va male la responsabilità è del dirigente che l’ha approvata. Se si fa un format che all’estero ha avuto successo si può sempre dire “Ma in Belgio ha fatto il 20% di share”…
Ora ci sono anche le realtà digitali, sono sicuro che porteranno una ventata di aria fresca sul nostro panorama televisivo.

7) Come ha vissuto il periodo della quarantena?

Devo dire abbastanza bene. Certo sapere che così tante persone hanno perso la vita non è stato facile, ma tutto sommato noi a Roma siamo stati fortunati e ho avuto modo di spendere più tempo con i miei bambini e di intraprendere dei progetti più “stravaganti” che normalmente non avrei avuto il tempo di affrontare.
Molta introspezione!

8) Trova che il Governo ha dato alla vostra categoria risposte immediate con aiuti economici?

No assolutamente no! Per ora l’unico che abbia agito in maniera concreta è il Nuovo Imaie di cui sono molto orgoglioso di far parte. Capitanato dal nostro presidente Andrea Miccichè, l’istituto ha stanziato 7 milioni e mezzo di euro già distribuiti e altrettanti se ne prepara a distribuire per giugno.
Il governo di noi se n’è proprio dimenticato all’inizio… e pensare che forse siamo stati proprio noi ad evitare che ci fosse un’insurrezione…

9) Come molti di noi ha sposato la teoria del dottor De Donno , cosa pensa di ciò che è successo dopo?

Beppe Stanco ed io, su indicazione di Gianluca Pecchini, amico e direttore della Nazionale Italiana Cantanti, siamo stati tra i primi a credere in Giuseppe (De Donno). Su iniziativa del nostro patron del Festival di New York, Tony Di Piazza, abbiamo scelto proprio i Professore di Mantova per un’iniziativa di Fund Rasing che ha visto coinvolti tutti i nomi più importanti della musica Italiana. Da Al bano a Enrico Ruggeri, Stefano Fresi, Dodi Battaglia, Riccardo Fogli, Vallesi e tanti altri. Questo prima che i grandi “luminari” si accorgessero che questo medico umile e veramente dedito alla sua professione, stava salvando vite umane. Per Beppe e me non c’era dubbio che Giuseppe doveva essere esposto ai mass media per far sapere che il suo protocollo funziona, ma gli interessi economici e i giochini di potere lo avevano costretto all’angolo, è stato allora che abbiamo pensato di coinvolgere la grande Maria Giovanna Maglie e il meraviglioso Enrico Montesano. Abbiamo fatto una seconda diretta Facebook dove il Prof. rispondeva alle domande dei due ospiti e del pubblico ed è stata una bomba!!! Più di sei milioni di visualizzazioni, ripresa anche dall’opposizione e finalmente Giuseppe ha avuto l’esposizione che merita.
Così non può più essere ignorato perché il governo deve ora dare conto alla gente che ormai sa di cosa si tratta.
Beppe ed io siamo molto orgogliosi di questo e non lo avremmo potuto fare senza l’aiuto di tutti i personaggi che abbiamo coinvolto e ci hanno dato fiducia.

10) E’ favorevole al vaccino anti covid 19?

Certo! Questa roba no-vax mi fa impazzire!!!
Non dico altro!

11) Cesare qual è la canzone che ama di più di suo padre? La mia è “Arrivederci Roma” e ogni volta che lascio Roma dopo un viaggio, il mio pensiero vola a Lui.

Che bel pensiero ?
Per me è invece “Benissimo” una canzone che scrisse negli anni ’70 per mia mamma.

12) Ha nuovi progetti per il 2021, oltre alle sue note manifestazioni che sono slittate ?

Per ora pensiamo a non far “estinguere” quello che con tanti anni di lavoro siamo riusciti a mettere in piedi. Però insieme a Beppe abbiamo un paio di assi nella manica… a breve qualche altra novità.

13) Qual è l’ultimo libro letto? Ha un autore che preferisce leggere?

Se ho paura prendimi per mano” della mia cara amica e autrice sensazionale Carla Vistarini. Lei ha la capacità di esprimere emozioni come nessun altro.

14) Si definisca in 3 parole …

Creativo, passionale, naive…

15) Crede che il mondo e l’umanità uscirà cambiata da questa strana pandemia, o è solo utopia credere che l’uomo possa mutare in meglio?

L’uomo è già meglio… è solo che le circostanze lo portano a fare cose non sempre buone. Bisogna sopravvivere, cosa che diventa progressivamente più difficile anche a causa del “politically correct“.
Non bisogna aspettarsi il piatto pronto, va conquistato e alle volte il “mors tua vita mea” è necessario.
La pandemia ci ha fatto riflettere, ora vediamo cosa ne esce…
Ma come ho detto sono anche un po’ naive e sognatore e quindi resto positivo!

16) Che valore ha l’amore per lei?

Fondamentale! Non si vive senza amore!
Non si vive senza avere una stella polare, un riferimento, una persona di cui ti puoi fidare ciecamente ed essere te stesso!
Senza amore non vale la pena vivere!

Grazie Cesare del tempo dedicato a me e a ScrepMagazine, aspettiamo di scoprire quali sono le novità delle quali hai accennato prima e nell’attesa ci diciamo “Arrivederci a Roma“.

Angela Amendola per ScrepMagazine

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