Il sì e il no … che fare?

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L’opinione

Il No avanza e il Sì arretra

Il referendum costituzionale del 20-21 settembre avrà ripercussione sulle sorti del Governo?

Sarà più importante la vittoria del Sì o del No rispetto al risultato delle elezioni regionali che vedranno andare alle urne i cittadini della Toscana, delle Marche, della Campania, del Veneto, della Liguria, della Valle d’Aosta, della Puglia?

Che Italia politica “reale” verrà fuori da questa sorta di election day che investirà anche 1.183 comuni di cui 18 capoluogo?

Quanto inciderà per le sorti del Governo e dei futuri rapporti tra il  Movimento Cinque Stelle e il PD il loro mancato accordo in regioni quali le Marche e la Puglia, definita l’Ohio italiana per la sua importanza sulla stabilità del governo e anche per la pugliesità del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e dei ministri, Francesco Boccia e Teresa Bellanova?

Domande semplici e complicate nello stesso tempo visto il clima politico, anche di odio, che imperversa nel nostro Paese e che difficilmente andrà verso il sereno all’indomani del 20 e 21 settembre in considerazione del fatto che subito dopo avremo le manovre per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, la cui corsa è già partita con la formazione dell’attuale governo giallo-rosso.

Una corsa che vede il guru non troppo sotto traccia del PD, “l’uomo che sussurra al Pd”, Goffredo Bettini, tessere la tela per portare sullo scranno del Quirinale Walter Veltroni e Dario Franceschini autotessersi da buon democristiano.

Ma delle tattiche e strategie per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica avremo modo di parlare all’indomani  dell’election day del 20 e 21 settembre.

Ora rientriamo nel campo dell’attuale gara e cerchiamo, per quanto possibile, di dare una risposta alle domande di cui al nostro incipit.

Io credo che, conoscendo le gimkane dei politici qualunque sia il risultato, 7 a 0, 6 a 1, 5 a 2 o altro, le regionali, da cui lo stesso Presidente del Consiglio ha preso le distanze dopo il fallimento del suo tentativo di portare all’altare l’alleanza tra il Movimento 5 Stelle e il PD, non daranno alcun scossone al Governo in quanto chi con un argomento chi con un altro derubricherà il responso delle urne a mero voto amministrativo senza alcuna valenza politica e tutti, come sempre accade, si dichiareranno vincitori e nessuno sconfitto.

Per il referendum invece se dovesse vincere il NO, e questo sarebbe un risultato assolutamente politico, alla proposta di riduzione del numero dei parlamentari ci troveremmo di fronte alla caduta dell’ultimo pezzo di muro del credo ideologico del movimento di Grillo e di conseguenza alla sua definitiva caduta nel limbo “non sappiamo più chi siamo” con la conseguente  messa in discussione della compagine governativa da cui sarebbe molto difficile uscire con la bandiera dell’ “abbiamo risolto tutto”, “il Governo va avanti  più forte di prima”!

Così come saremmo di fronte a una sonora sconfitta di Zingaretti che, fresco del SÌ alla riduzione del numero dei parlamentari ottenuto dalla Direzione del Pd, non saprebbe dove andare a nascondersi e trovare le parole per ammettere la sconfitta dopo il suo incredibile e assurdo voltafaccia perché il “Pd – come dice Roberto Saviano – vota Sì solo per la sopravvivenza del Governo e il suo obiettivo è esserci sempre, comunque e a ogni costo”.

E la vittoria del NO, come sostiene il socialista Rino Formica, cambierebbe il sistema politico italiano.

“Oggi – aggiunge Formica –  sappiamo chi vota Sì e chi vota No.

E poi c’è un’area ambigua, equivoca, che non si pronunzia, che fa finta, che dice una cosa e ne farà un’altra.

Questa sacca è grande. 

Io credo che dopo una netta vittoria del No, questa area prenderà vita, una nuova vita.

E tornerà di nuovo in campo.

Il Si conta sulla stanchezza e la delusione di questa vasta area dei difensori della Costituzione in tutti questi anni.

Perciò il silenzio.

Ma voi, stampa libera, rianimando il dibattito avete anche rianimato quest’area. 

E ora il No avanza e il Sì arretra”. 

“Io spero solo – conclude Rino Formica nell’intervista concessa a Maddalena Tulanti per FIRST online –  che il 21 settembre non ci sia l’autunno della Repubblica. Per il resto si vedrà”. 

E io aggiungo l’augurio che il riformismo in Italia possa ritrovare lo specchio per tornare a specchiarsi con l’aiuto di un movimento culturale trasversale e fortemente legato alla società reale e possa dire un autentico e roboante “No alla deriva anticostituzionale”, prendendo spunto dai migliori riformisti italiani per piantare “le fondamenta per la costruzione di una seria e moderna politica che possa ridare vanto al nostro Paese, capace con le sue risorse naturali, intellettuali, produttive, manifatturiere, agroalimentari di fare la differenza per qualità e capacità” e superare l’emergenza sanitaria, sociale ed economica.

Vincenzo Fiore

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Vincenzo Fiore
Sono Vincenzo Fiore, nato a Mariotto, borgo in provincia di Bari, il 10 dicembre 1948. Vivo tra Roma, dove risiedo, e Mariotto. Sposato con un figlio. Ho conseguito la maturità classica presso il liceo classico di Molfetta, mi sono laureato in Lettere Moderne presso l’Università di Bari con una tesi sullo scrittore peruviano, Carlos Castaneda. Dal 1982 sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti, elenco Pubblicisti. Amo la Politica che mi ha visto fortemente e attivamente impegnato anche con incarichi nazionali, amo organizzare eventi, presentazioni di libri, estemporanee di pittura. Mi appassiona l’agricoltura e il mondo contadino. Amo stare tra la gente e con la gente, mi piace interpretare la realtà nelle sue profondità più nascoste. Amo definirmi uno degli ultimi romantici, che guarda “oltre” per cercare l’infinito e ricamare la speranza sulla tela del vivere, in quell’intreccio di passioni, profumi, gioie, dolori e ricordi che formano il tempo della vita. Nel novembre 2017 ho dato alle stampe la mia prima raccolta di pensieri, “inchiostro d’anima”; ho scritto alcune prefazioni e note critiche per libri di poesie. Sono socio di Accademia e scrivo per SCREPMagazine.

1 COMMENT

  1. Se vince il sì in ogni caso bisogna adeguare il risultato modificando regole e politica parlamentare se vince il no tutto non può restare come prima perché la società vuole regole diverse. MI spiace ma il Covid non ha insegnato nulla. Stanno tutti aspettando che tutto ritorni come 8/9 mesi fa, classico degli struzzi con la testa nella sabbia. Sono per il no fin da quando hanno fatto la legge. La politica ad effetto dei 5 stelle ormai è al capolinea. Il Si vincerà anche perché non c’è quorum. Dopo bisognerà fare un tavolo costituzionale per cambiare parecchie cose ma con i politici che ci troviamo da ambo le parti…poi quelli che sono rimasti nascosti fino adesso o hanno il coraggio di farsi vedere o rimangano nascosti. L’Italia è vissuta di opportunismi per tanto troppo tempo.

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