Il ritorno dei Puffi

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https://www.youtube.com/watch?v=VXvqEqJf63M

Noi Puffi siamo così, noi siamo i Puffi blu ,

Puffiamo super giù

due mele o poco più.

Recitava così la sigla, cantata dall’icona Cristina D’Avena, di uno dei cartoni che hanno fatto la storia dell’animazione in tv degli anni ottanta soprattutto: I puffi.

La serie più celebre è sicuramente quella  firmata Hanna-Barbera, nota a tutti noi, e conta ben 421 episodi, da cui sono nati poi sei lungometraggi, tre mediometraggi e due Dvd.

Ora i Puffi si preparano ad un grande ritorno.

Sarà Rai Yoyo, nei primi mesi del 2022, ad accogliere la nuova serie animata in produzione dei Puffi che arriveranno in una versione 3D, che mantiene la fantasia e il calore del popolare mondo creato da Peyo, in un contesto colorato e brillante.
I celebri personaggi blu creati da Peyo, andranno in onda sul canale Rai: 104 episodi da 11 minuti prodotta da Peyo Productions e Dupuis Audiovisuel.

Una nuova serie internazionale.

La nuova serie viene presentata in questi giorni al mercato internazionale.

“I Puffi sono una delle opere europee per bambini più conosciute di sempre, ormai parte dell’immaginario di grandi e piccini“, ha commentato Luca Milano, direttore di Rai Ragazzi,Sarà Rai Yoyo ad accoglierli in Italia”.
La nuova serie tv, dedicata ai bambini e bambine dai 5 ai 10 anni, manterrà immutato lo spirito e la natura  dei fumetti dove i Puffi sono nati nel 1958.

Il tutto rinforzato da  ritmi veloci adatti agli spettatori di oggi e un’esplosiva carica di avventura e umorismo.

A dirigere gli episodi il regista William Renaud, già dietro il successo della nuova serie animata di Rai Yoyo “Calimero”, con le sceneggiature di Peter Saisselin e Amy Serafin (Alvinnn!!! e i Chipmunks, la serie).

Un linguaggio “puffoso”.

Curioso, strano, particolare. Il linguaggio dei Puffi certamente rappresenta una delle sue maggiori peculiarità.

Umberto Eco, nel 1979, gli dedicò un saggio, Schtroumpf und Drang, che nel titolo faceva il verso alla corrente tedesca del Settecento Sturm und Drang.

I Puffi, scriveva Eco, «Sono una meditazione pratica sul funzionamento contestuale del linguaggio e non possono che piacere a me che ho appena scritto un libro sull’attività cooperativa nell’interpretazione dei testi», e ancora:

«Cosa fanno i Puffi? La domanda mi pare idiota. Naturalmente puffano. tutto il santo puffo. Puffano puffi, si puffano a vicenda, si scambiano puffi, e uno puffa l’altro. Quando uno puffa. gli altri lo puffano, e il puffo che ne segue è di solito molto puffo».

Un cappello significativo.

  Il curioso berretto  

Il copricapo indossato dai Puffi è il berretto frigio, dall’alto valore simbolico.

Al tempo dei romani veniva indossato dai liberti. Serviva a provare che ormai erano schiavi liberati.

Nella Rivoluzione francese divenne il simbolo stesso della Libertà.

Nel dipinto di Eugène Delacroix, La Libertà che guida il popolo, la Marianne indossa proprio il celebre copricapo.

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Prepariamocidunque al ritorno in grande degli ometti blu, del temibile Gargamella, del Puffoso mondo blu di Grande Puffo e di tutti gli abitanti di questo magico mondo.

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