Il cinema di Lorenzo Sepalone

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Lorenzo Sepalone e il suo cinema

Direzione Foggia per “Silenzio! Motore! Ciak! Azione!”?

No!

Direzione Foggia per “Concentrazione! Microfono! Ciak!  Intervista!”.

Sì, a Foggia, non per partecipare alle riprese di un film o di un cortometraggio ma per intervistare il giovane regista e sceneggiatore foggiano, Lorenzo Sepalone.

E si va con l’attrice e regista di origine algerina, nonché mia amica, Nadia Kibout, ben lieta di accompagnarmi anche per poter salutare l’amico, il regista e il produttore dei corti La Luna è sveglia e Ieri e Domani, che l’hanno vista attrice protagonista.

Fiore: Nadia, grazie per aver accolto il mio invito e congratulazioni per il tuo impegno nel seguire, in prima persona, la situazione dei braccianti di colore nelle campagne della Basilicata, regione dove da anni risiedi e per i tuoi continui messaggi di tolleranza nei confronti della diversità, come il messaggio lanciato con il tuo primo lavoro cinematografico da regista, il cortometraggio “Le Ali Velate“.

Kibout: – “Le Ali Velate” è la mia risposta ad un momento storico in cui il rispetto e l’apertura al diverso sembrano siano diventati concetti troppo difficili da realizzare.

Le mie dirette Facebook sullo sgombero del ghetto di Felandina, struttura di capannoni abbandonati in cui vivevano centinaia di migranti, che da anni lavorano come braccianti agricoli, sono state la mia ferma denuncia non per lo sgombero in sé ma per le modalità con cui è stato  condotto senza nemmeno garantire, in vista dell’imminente inverno, un minimo di altro alloggio.

Eppure parliamo di lavoratori che hanno il permesso di soggiorno, documenti in regola e contratti di lavoro: ma il colore della pelle impedisce loro di trovare un tetto perché nessuno vuole affittare loro casa.

Fiore: – Siamo di fronte al rifiuto assoluto dell’altro.

Kibout: – Assolutamente sì. È una questione di ignoranza di base che poi sfocia nel razzismo.

C’è un discorso di civiltà che va assolutamente ripreso partendo dal basso: famiglia, scuola, etc.

Fiore: – Mi piace ringraziarti anche per la possibilità offertami nel settembre scorso per assistere, presso l’Arena Airiciclotteri di Bari di Nico Cirasola, a “Lampedusa Beach”, meraviglioso monologo sull’emigrazione clandestina, primo dei tre testi della “Trilogia del Naufragio” di Lina Prosa, scrittrice e drammaturga siciliana.

Una serata con un bel trio: le tue immense doti teatrali, la conoscenza di Lorenzo Sepalone e la storia del naufragio di Shauba.

Kibout: – Sì, la giovane africana che, mentre il suo corpo sprofonda negli abissi, al largo di Lampedusa, con altri 700 clandestini (già tutti cadaveri), trova il modo di raccontare il naufragio, la paura, l’Africa e rievoca, in quegli attimi eterni, i momenti di quel viaggio epico dalle raccomandazioni dell’amata zia Mahama, alla crudeltà degli scafisti che, mentre cercano di violentarla, fanno rovesciare la scialuppa.

E con quel suo primordiale rapporto con l’acqua, parla con i pesci, si rivolge a Dio, fa un appello al Capo dello Stato italiano e al Capo dello Stato d’Africa, crede di essere arrivata a Lampedusa accogliente, balneare e sogna di invertire un giorno il percorso, da Lampedusa verso l’Africa, con la sconfitta dell’indifferenza del mondo.

Fiore: – La morte di Shauba: un evento rivoluzionario?

Kibout :- Un atto assolutamente politico che chiama in causa il pubblico e la sua coscienza, riducendo a zero la distanza tra il possibile e l’impossibile con il sogno di una vita migliore e con la denuncia dell’ingiustizia che regna nel mondo…

Fiore: – E di Lorenzo che mi dici?

Kibout: – Ho avuto la fortuna di conoscerlo ed incontrarlo, da giovanissimo regista, per “La luna è sveglia”.

Mi contattò dopo aver visto una mia foto – presenziavo ad un festival – che girava sul web.

Che bello il destino! Lavorare con lui e per lui è un dono per me, così come un bel dono è stato il mio personaggio in “Ieri e Domani”.

Inizialmente Lorenzo era orientato verso un’altra tipologia di attrice ma appena lessi la sceneggiatura, mi innamorai del progetto e lottai per convincerlo ad immaginarmi “diversa”.
Amo diventare uno strumento nelle mani del regista e per questo personaggio ho lavorato, guidata da Lorenzo, ad un processo di trasformazione, frutto di una minuziosa preparazione.

Lavorare con Lorenzo Sepalone è un privilegio che mi auguro di vivere e ripetere quanto prima, e per più tempo possibile.

Essere diretti da un regista come lui è un regalo: ha un grande talento ed una grande umanità.

Ama i suoi attori, sa esserti vicino con la giusta distanza, sa farsi rispettare senza alzare la voce. Ha le idee chiare ed è attento a tutto.

Il suo essere meticoloso diventa un grande stimolo per tutta la squadra.

Sui suoi set si crea sempre un’atmosfera magica in cui e l’attore e la comparsa si sentono accolti e protetti.

Lorenzo per me, oggi, è uno dei miei più cari amici, è famiglia: un fratello!

Amo lui e tutta la sua splendida famiglia.

E nel frattempo tra una domanda e una risposta eccoci a Foggia, zona Macchia Gialla, a casa di Lorenzo Sepalone.

Fiore: – Raccontami di te…

Sepalone: – È sempre difficile trovare le parole giuste per raccontarsi. C’è il rischio di dire banalità o di avere atteggiamenti vanagloriosi. Preferisco raccontarmi attraverso i miei film.

Comunque sono un regista e uno sceneggiatore foggiano di 30 anni.

Da adolescente iniziai a soffrire di una fortissima ossessione: il cinema. Non sono più guarito.

Fiore: – Regista di cortometraggi pluripremiati, autore di spot e di video di comunicazione sociale: cosa preferisci?

Sepalone: – Al primo posto c’è il cinema ma anche quando giro uno spot resto fedele alla mia idea di regia.

Cerco sempre di mostrare il mondo visto dai miei occhi. Quando mi propongono un lavoro su commissione, chiedo subito di avere carta bianca.

La mia prima e imprescindibile richiesta riguarda la mia libertà creativa.

Fiore: – Nel 2012, a 22 anni, scrivi, dirigi e produci il cortometraggio “La Luna è sveglia”, interpretato da Totò Onnis e da Nadia Kibout. La trama, perché Onnis e Kibout e non altri?

Sepalone: – Considero “La Luna è sveglia” il mio primo vero cortometraggio in quanto mi diede la responsabilità e la possibilità di dirigere, per la prima volta, un’intera troupe formata da professionisti.

Ritenni Totò e Nadia gli attori giusti per interpretare i due personaggi principali.

“La Luna è sveglia” racconta l’incontro notturno tra un cantautore dimenticato dal pubblico e una donna che fa la prostituta per necessità.

Fiore: – Nel 2017 sei ancora regista, produttore e sceneggiatore del cortometraggio “Ieri e Domani”, con Fabrizio Ferracane, Nadia Kibout, Francesca Agostini, Vito Facciolla,  Vincenzo De Michele e conquisti critica e pubblico in molti prestigiosi concorsi vincendo ben 14 premi.

Il Premio Miglio Regia al Salento Finibus Terrae, il Premio Migliore Sceneggiatura al Roma Film Corto, il Premio Miglior Regia al concorso Italian London Short Film Festival, il Premio Miglior Cortometraggio al Cinepalium  Fest, il Premio Speciale della Giuria  al Lamezia Film Fest, il Premio Migliore Sceneggiatura al festival Inventa Un Film, il Premio Migliore Sceneggiatura  al Valle d’Itria Corto Festival,  il Premio Miglior Cortometraggio del Territorio al Corto e Cultura Film Festival, il Premio Speciale al Foggia Film Festival, il Premio Miglior Soggetto al festival Via Dei Corti, il Premio Miglior Attore Protagonista  a Fabrizio Ferracane all’Ivelisecinefestival, il Premio Miglior Attore a Fabrizio Ferracane all’Asti Film Festival, con menzioni speciali al Festival del Cinema Europeo di Lecce, al Fano International Film Festival, selezionato ai Nastri D’Argento – Categoria  Miglior Cortometraggio  e Finalista al Concorso “I Love Gai Giovani Autori Italiani” della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Premi, menzioni e riconoscimenti per la tua bravura, per la trama, per la bravura degli attori o dell’insieme? Massima sincerità, regista!

Sepalone: – Nel cinema il lavoro di squadra è fondamentale.

Cerco sempre di far innamorare del mio film le maestranze coinvolte.

Durante la produzione di “Ieri e Domani” ho collaborato con più di cento persone. Tutti hanno preso parte al progetto con passione e professionalità.

I premi sono delle vittorie collettive. I riconoscimenti appartengono a tutti coloro che hanno lavorato alla pellicola. Nessuno escluso.

Fiore: – L’idea di questo corto parte da un Sud sempre più Sud o da altri riferimenti?

Sepalone: – Come ho raccontato più volte, durante una serata invernale di alcuni anni fa, mi ritrovai in un quartiere periferico di Foggia dove era appena stato assassinato un uomo a colpi di pistola.

Sul luogo del delitto nacque l’ispirazione per “Ieri e Domani”.

Non mi interessava focalizzare l’attenzione sull’omicidio. Desideravo raccontare le solitudini di due personaggi che si ritrovano, per motivi diversi, sul luogo del crimine. Sono partito da una situazione reale per poi ideare una storia di speranza e riscatto ambientata nell’Italia meridionale.

Ho girato “Ieri e Domani” nella periferia foggiana, nei luoghi in cui sono nato e cresciuto. Ho mostrato delle location inedite sul grande schermo, dei posti dove c’è tanta fame di riscatto.

Fiore: – Emozione grandissima la tua per aver fatto approdare, per la prima volta, al Lido di Venezia una pellicola interamente girata a Foggia e vederla tra i 18 cortometraggi finalisti del concorso ‘I Love Gai Giovani Autori Italiani’ della 74esima ‘Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia’?

Sepalone: – Da bambino sognavo di partecipare, almeno in qualità di spettatore, alla Mostra del Cinema di Venezia. Alla fine sono approdato al Lido come regista e con un mio film. Un’esperienza stupenda.

Fiore: – ‘Ieri e Domani’ è stato prodotto solo da Movimento ArteLuna o ha ricevuto altri aiuti?

Sepalone: – Ho impiegato due anni per trovare il budget necessario per girare “Ieri e Domani”. Ho avuto la fortuna di incontrare diversi sostenitori che mi hanno permesso di realizzare il cortometraggio.

“Ieri e Domani” è stato prodotto da Movimento ArteLuna in collaborazione con Alfa Produzioni di Angelo Porcaro (caro amico che mi ha dato un supporto importantissimo) e con il contributo dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Foggia, della Fondazione dei Monti Uniti di Foggia e di alcune aziende pugliesi.

Fiore: – C’è qualche simpatico aneddoto che ti va di raccontare?

Sepalone: – Potrei narrare innumerevoli aneddoti riguardanti la produzione di “Ieri e Domani”. Ne racconto uno: sul set, per la scena dell’omicidio, abbiamo cercato di rendere verosimile il luogo del crimine. Era fondamentale costruire una scena il più credibile possibile. Probabilmente durante le riprese qualche passante, non accorgendosi della presenza della troupe, ha pensato ad un delitto reale. La voce si è diffusa in città e molte pagine social hanno pubblicato l’errata notizia dell’omicidio.

Fiore: – Gli attori…

Sepalone: – Affermo, per l’ennesima volta, di aver avuto la fortuna di dirigere cinque attori straordinari: Fabrizio Ferracane, Nadia Kibout, Francesca Agostini, Vito Facciolla e Vincenzo De Michele.

Considero Fabrizio Ferracane uno dei migliori attori italiani. Dopo aver amato la sua interpretazione in “Anime Nere”, gli ho proposto il ruolo da protagonista in “Ieri e Domani”. Appena ha letto la sceneggiatura mi ha chiesto: “Quando giriamo?”.

Nadia è per me una grande amica, una persona di famiglia, una sorella.
Da “La Luna è sveglia” in poi, il nostro legame, professionale e umano, si è rafforzato giorno dopo giorno.

Inizialmente, per il ruolo della protagonista di “Ieri e Domani”, avevo pensato ad altre attrici. Successivamente, dopo mesi di incontri e provini poco convincenti, ho contattato Nadia che si è trasformata magistralmente nel personaggio che cercavo.

Francesca Agostini è stata la prima attrice che ho coinvolto nel progetto. L’avevo vista ed apprezzata in molti film. Francesca è una giovane interprete piena di talento. È stata al mio fianco sin dalle prime fasi della preparazione.

Avevo studiato in altre pellicole anche Vito Facciolla, grande attore che ha preso parte a “Ieri e Domani” con amore e dedizione. Una “Facciolla” che buca lo schermo.

La stessa cosa è avvenuta con Vincenzo De Michele, che avevo ammirato in alcuni film.

Fiore: – Che rapporto hai con i social?

Sepalone: – Un bel rapporto. Utilizzo soprattutto Facebook per contatti lavorativi e per promuovere i miei film.

Fiore: – Regia e produzione: come collochi il tuo modo di fare cinema nell’attuale panorama del cinema italiano?

Sepalone: – Non riesco a catalogarmi e non mi piacciono le etichette. Seguo la mia strada, amo il buon cinema italiano e rispetto i miei colleghi. Per fare cinema ci vuole tantissimo coraggio. Come disse il maestro Elio Petri: “Per fare un film bisogna avere molta follia e molto amore per il cinema. E questo è probabilmente l’unico aspetto positivo della faccenda”.

Fiore: – Hai modelli di riferimento o fonti di ispirazione come regista?

Sepalone: – Cerco di percorrere una mia strada stilistica e poetica. I grandi maestri si studiano, non si imitano. Ovviamente le influenze sono inevitabili e le fonti di ispirazione sono fondamentali. Ad esempio, i capolavori di Fellini e di Antonioni sono stati determinanti per la mia formazione cinematografica e hanno condizionato fortemente la mia idea di cinema.

Fiore: – C’è qualche attore o attrice con cui sogni di girare un film?

Sepalone: – Molti miei colleghi ti risponderebbero con una lista di nomi di star hollywoodiane invece io ti dico sinceramente che desidero continuare a lavorare con tantissimi bravi attori del nostro cinema.

Mi piacerebbe proseguire la collaborazione con gli interpreti di “Ieri e Domani”. Vorrei coinvolgere Fabrizio Ferracane nel mio prossimo film e sarei felice di avere ancora al mio fianco Nadia, Francesca Agostini, Vito Facciolla e Vincenzo De Michele.

Inoltre, ho tanti amici attori con cui mi piacerebbe condividere il set. Penso ad Alessio Praticò e Federico Rosati, due carissimi amici nonché due professionisti talentuosi. Sarebbe bello lavorare con loro.

Fiore: – Ho la netta sensazione che, dopo la distribuzione dei cortometraggi nei festival, gli stessi muoiono in un hard disk abbandonato in un cassetto. Che ne pensi? E come ovviare a questo oblio?

Sepalone: – In Italia non esiste un vero mercato per i cortometraggi e quindi l’unica via distributiva è quella festivaliera. Sono assolutamente favorevole alla diffusione dei film brevi sul web, dopo la distribuzione nei concorsi. Penso che internet sia la strada alternativa per non far entrare i nostri cortometraggi nel dimenticatoio.

Fiore: – Il cinema: la tua passione anche come spettatore?

Sepalone: – Sono un cinefilo. Guardo moltissimi film. Vado spesso al cinema e amo ristudiare i capolavori del passato.

Fiore: – L’ultimo film visto o rivisto…

Sepalone: – L’altro giorno ho rivisto “Nostalghia” di Andrej Tarkovskij.

Fiore: – Il tuo rapporto con la televisione.

Sepalone: – Guardo poco la tv e non sono un grande appassionato di serie televisive, a parte qualche eccezione come “The New Pope” di Paolo Sorrentino, che ho finito di guardare nei giorni scorsi. Una bellissima serie.

Fiore: – Hai visto il Festival di Sanremo?

Sepalone: – Amo la musica italiana e mi piace seguire il Festival di Sanremo. Quest’anno ho apprezzato le canzoni di Tosca e del vincitore Diodato. La performance di Tosca è stata sublime. Mi ha accarezzato l’anima.

Fiore: – Il film “impossibile” del passato che avresti voluto girare…

Sepalone: – Nessuno. Il mio film preferito è “La dolce vita” e non potrei mai immaginarlo diretto da un altro regista. Per me Fellini è una divinità. Non si tocca.

Fiore: – Mi puoi anticipare qualcosa sui nuovi progetti?  So di un film che racconterà la tragedia di Viale Giotto che si verificò a Foggia nelle prime ore dell’11 novembre 1999…

Sepalone: – Il film si intitolerà “Civico 120” e racconterà la tragedia del crollo del palazzo di Viale Giotto, avvenuta a Foggia la notte dell’11 Novembre 1999, in cui persero la vita 67 persone.

Dopo vent’anni dal dolorosissimo avvenimento, da cittadino foggiano e da regista cinematografico, ho sentito l’esigenza di realizzare un film per raccontare, con delicatezza, quel dramma.

Prima di cominciare la lavorazione, sono entrato, in punta di piedi, nelle case e nei cuori di molti parenti delle vittime e di alcuni superstiti. Successivamente ho conosciuto vigili del fuoco, medici e soccorritori che vissero da vicino l’immane disastro.

Quella di Viale Giotto fu la più drammatica tragedia edilizia italiana nel dopoguerra. Una catastrofe che lasciò una ferita lacerante, mai rimarginata, nel cuore di Foggia.

In “Civico 120” metterò in luce soprattutto gli aspetti umani e solidali. Non ci sarà la messa in scena del dramma. Non sarà un film-inchiesta. Non sarà un documentario di stampo cronachistico incentrato esclusivamente sulla tragedia. Tramite filmati di repertorio, scene di fiction e testimonianze, il film ricostruirà la storia di un condominio formato da famiglie semplici e oneste, vittime innocenti di un sistema “malato”.

Fiore: – Quale futuro sogni per questo lungometraggio?

Sepalone: – Realizzarlo! 

Da due anni mi sto dedicando anima e corpo a “Civico 120”.

Ho deciso di essere anche il produttore della pellicola perché si tratta di un progetto molto delicato ed ho intenzione di seguire minuziosamente tutte le fasi della lavorazione.

Spero di trovare, soprattutto a Foggia, persone interessate a sostenere il film.

Ho deciso di girare “Civico 120” perché è fondamentale salvaguardare la memoria storica di una città. Perché è importante non far cadere nell’oblio le tante dimostrazioni di solidarietà che accompagnarono quella tragedia. Perché è esemplare mostrare la forza di chi è riuscito a ricostruire la propria vita ripartendo dalle macerie.

Fiore: – Grazie, Lorenzo, ScrepMagazine ti aiuterà a concretizzare questo tuo “progetto” nelle forme e nei modi che riterrà più opportuno…

Buon tutto e “buon futuro” da tutti noi…

 Ed ecco “Ieri e Domani” per i nostri lettori: buona visione.

https://www.youtube.com/watch?v=e4F_wkf2bWI

 

Vincenzo Fiore

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Vincenzo Fiore
Sono Vincenzo Fiore, nato a Mariotto, borgo in provincia di Bari, il 10 dicembre 1948. Vivo tra Roma, dove risiedo, e Mariotto. Sposato con un figlio. Ho conseguito la maturità classica presso il liceo classico di Molfetta, mi sono laureato in Lettere Moderne presso l’Università di Bari con una tesi sullo scrittore peruviano, Carlos Castaneda. Dal 1982 sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti, elenco Pubblicisti. Amo la Politica che mi ha visto fortemente e attivamente impegnato anche con incarichi nazionali, amo organizzare eventi, presentazioni di libri, estemporanee di pittura. Mi appassiona l’agricoltura e il mondo contadino. Amo stare tra la gente e con la gente, mi piace interpretare la realtà nelle sue profondità più nascoste. Amo definirmi uno degli ultimi romantici, che guarda “oltre” per cercare l’infinito e ricamare la speranza sulla tela del vivere, in quell’intreccio di passioni, profumi, gioie, dolori e ricordi che formano il tempo della vita. Nel novembre 2017 ho dato alle stampe la mia prima raccolta di pensieri, “inchiostro d’anima”; ho scritto alcune prefazioni e note critiche per libri di poesie. Sono socio di Accademia e scrivo per SCREPMagazine.

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