Usa pronti a fornire all’Ucraina carrarmati di fabbricazione sovietica.
Kiev spende 10 mld di dollari al mese per la guerra.
Ucraina: Russi in ritirata da Kiev.
Dal Cremlino: ok dialogo quando l’Europa uscirà dalla “sbornia americana”.
Erdogan si offre per evacuare Mariupol via mare.
Armi a Kiev, l’ambasciatore russo: “L’Italia spegne il fuoco con il cherosene”.
Trovato morto il fotoreporter e attivista ucraino Maks Levin…
Mosca contro Putin: scrive “pace” su confezione di affettati e va in piazza contro la guerra… arrestato.
La nuova minaccia di Mosca: “Niente grano all’Europa e agli Usa”…
… partiamo da qui.
Dopo il gas, Mosca minaccia anche la guerra del grano. “Venderemo cibo e prodotti agricoli solo ai Paesi amici“, ha scritto su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev. Sostenendo che i prodotti alimentari a disposizione della Russia sono sufficienti a soddisfare le esigenze interne, Medvedev ha affermato: “Forniremo cibo e raccolti solo ai nostri amici (fortunatamente ne abbiamo molti, e non sono in Europa e Nord America). Non forniremo invece i nostri prodotti agricoli ai nostri nemici, da cui non compreremo nulla“, ha aggiunto l’ex presidente russo.
Una minaccia che la Coldiretti ha subito quantificato per le conseguenze potenziali nel nostro Paese.
L’Italia, ha spiegato, “lo scorso anno ha importato dal Paese di Putin circa 153 milioni di chili di grano, dei quali 96 milioni di chili di tenero per la panificazione e 57 milioni di chili di duro per la produzione di pasta”. “La Russia – ha sottolineato ancora l’associazione – è diventato il principale esportatore mondiale di grano ma la dipendenza dell’Italia risulta limitata con appena il 2,3% del totale del grano importato dall’estero, tra duro e tenero.
L’Italia produce ogni anno intorno agli 8 milioni di tonnellate (Mt) di frumento.
La maggiore area d’Italia in termini di produzione di grano è la provincia di Foggia, nota come il Granaio d’Italia.
La Cina, con circa 137 Mt (dati raccolto 2021) è il principale produttore al Mondo, seguita dall’India (110 Mt), dalla Russia (75 Mt), dagli Stati Uniti (46 Mt) e dalla Francia (38 Mt)…la Francia!?!?
L’Italia produce un quarto del grano prodotto in Francia?!?!
Esatto. La Francia è il più grande produttore di grano in Europa ed è coltivato in misura maggiore nelle regioni settentrionali per un totale di circa 9,5 milioni di ettari…praticamente una superficie pari ad un terzo dell’Italia dato che la nostra nazione si estende per circa 30,2 milioni di ettari.
In Francia vivono circa 67 milioni di persone e questo vuol dire che ogni Francese ha a disposizione circa 570 kg di grano all’anno mentre in Italia, dove vivono circa 60 milioni di persone, ognuna di queste ha a disposizione circa 140 kg di grano all’anno.
Ma dalle statistiche ufficiali ISTAT, in Italia mediamente si consumano poco più di 100 kg all’anno di derivati dal grano duro e tenero ovvero 23-24 chili pro capite anno di pasta e circa 60 kg pro capite anno di pane, focacce e pizze da forni artigianali.
Detta così non mi pare che la nuova minaccia di Mosca: “Niente grano all’Europa e agli Usa” ci debba spaventare più di tanto…checché ne dica Coldiretti…
Magari sarà forse arrivato il momento di imparare a rispettare il pane evitando di buttarlo oppure di produrre 1000 pizze a sera per poi buttarne 500 invendute!
Che dite?
Se poi le verdi colline del materano, del foggiano e ci metterei anche della Pianura Padana, le coltivassimo di più e meglio a grano “Senatore Cappelli” (forse non tutti sanno che la varietà di frumento duro in questione – che prende il nome dal senatore abruzzese Raffaele Cappelli – è nata solo 100 anni fa, frutto di un’opera di miglioramento genetico portata a compimento dal genetista Nazareno Strampelli, che andava incontro alla necessità di sfamare il popolo)…
Dopo il gas…Mosca minaccia la guerra del grano…non collabora più con la stazione spaziale internazionale ISS che rimane senza lanciatori (sono russi i razzi che vanno e vengono dalla ISS), il gas, l’energia…e mamma mia! Facciamo due conti.
L’Italia è un Paese denuclearizzato! Ottimo!
Peccato che il nostro vicino francese è pieno di centrali atomiche.
Nel 2020 l’energia nucleare in Francia ha generato il 75 % dell’energia elettrica prodotta in totale nel Paese. Nel marzo 2020, sono presenti in questa nazione 20 centrali nucleari in funzione che dispongono complessivamente di 58 reattori operativi, 1 in costruzione e 7 dismessi.
Fra le centrali nucleari più a Sud quella del Tricastin a poco più di 400 km da Torino…400 km da Torino!
Tutto il complesso è posizionato a cavallo dei quattro comuni di Saint-Paul-Trois-Châteaux, Pierrelatte, Bollène e Lapalud nella regione del Rodano-Alpi…ripeto a circa 400 km da Torino e a 300 km da Cuneo!
Dicembre 2021:
Francia, altro incidente nella centrale nucleare di Tricastin. Le autorità: “Nessuna contaminazioni al di fuori del sito”
Le acque sotterranee sono state contaminate da trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno. Un episodio avvenuto nei giorni dello stop a quattro reattori chiusi a causa di un difetto rilevato in una tubatura. Per ragioni di sicurezza sono stati fermati tutti gli impianti dello stesso tipo, due a Civaux e due a Chooz, al confine con il Belgio. Decisione che ha fatto precipitare in borsa il gruppo Électricité de France.
Ora io mi chiedo e vi chiedo, ma “siamo più scimuniti” noi italiani o i francesi?
La Francia è praticamente autosufficiente per l’energia come per il “pane” mentre noi in Italia “facciamo i filosofi sul nucleare”?
Secondo i dati di Terna, il fabbisogno annuale di energia elettrica in Italia è stato pari a 301,2 TWh nel 2020, con una contrazione del 5,8% rispetto al 2019 legata soprattutto agli effetti della pandemia di Covid-19.
Nello stesso anno l’elettricità totale prodotta in Italia è stata di circa 294 TWh in sostanziale pareggio con un contributo del fotovoltaico alla produzione di energia elettrica di poco superiore all’8% e poco superiore al 6% per l’eolico…no problem…almeno pare!
E quanto gas consuma l’Italia? L’Italia consuma oltre 75 miliardi di metri cubi di gas naturale l’anno, ma la produzione interna è estremamente ridotta…quindi non avremmo alcun problema per il grano, siamo circa in pareggio per l’energia elettrica ma molto in deficit per il gas metano…e se invece di avere in casa caldaie e cucine a gas, avessimo riscaldamento elettrico, magari supportato da un bell’impianto fotovoltaico e cucine con fornelli elettrici e aziende che limitano al massimo uso del gas ricavando l’energia necessaria proprio ricorrendo ad un nucleare tutto italiano e di nuova generazione?
E se magari spegnessimo anche luci e lucine, le TV, i PC…ecc…inutilmente accesi?
Non per altro ma abbiamo centrali nucleari francesi “praticamente in casa” e russi che minacciano di “farci passare il prossimo inverno al fresco”… fate un po’ voi.
Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:
[…] Il cibo si rispetta! […]