Il 25 aprile di ognuno di noi…

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Di solito chi scrive un editoriale tende a commentare i fatti più salienti della settimana oppure a confrontare ed esprimere opinioni circa l’avvenimento che più lo ha colpito.

Fortunatamente – pare –  la pandemia da COVID, che comunque ancora si aggira per il Mondo “allegramente mutando”, non fa più notizia.

Commentare la guerra in Ucraina coi bimbi morti e le immagini di distruzione, sembra, non faccia più notizia anche alla del sostanziale “menefreghismo” di Putin e del suo entourage.

A proposito di Putin, commentare che se ne va tranquillamente alla Messa della Pasqua Ortodossa e si fa ritrarre con una candela accesa in mano o che fa una dichiarazione dei redditi più “povera della mia”, anche lì, da alcuni commenti letti in giro, pare, non importi a nessuno.

Evidentemente sfugge il significato del termine RISPETTO.

Commentare di un Biden che serenamente si abbiocca alle cerimonie ufficiali, che non riesce a trattenere “sfiati vari” o che si gira per dare la mano e scopre dopo “tre pirorette” che sul palco ci sta solo lui, anche qui – pare – roba vecchia.

E allora di che parlare?

Di femminicidi, di transizione ecologica, di PNRR?

Voglio parlare brevemente di Pepe, ovvero di tale José Mujica, ex presidente uruguaiano che qualche anno fa ha lasciato il suo seggio al Senato e si è ritirato definitivamente dalla politica attiva (è quello nella foto di copertina).

Non intendo discutere, condividere, propagandare le sue scelte e quello che ha fatto ma di certo la qualità della persona affascina.

Ex guerrigliero, abituato a parlare con franchezza spesso condita da una certa verve polemica, José Mujica era diventato famoso in tutto il Mondo avendo adottando misure progressiste nel Paese latinoamericano: aborto, matrimonio omosessuale e legalizzazione della cannabis…

Ma la cosa più importante è un’altra.

Paladino della frugalità e fuori dalle convenzioni, quando è stato Presidente dell’Uruguay dal 2010 al  2015 ha donato la quasi totalità delle sue entrate a un programma di edilizia sociale, guadagnandosi l’appellativo di “presidente più povero del Mondo”.

A questo proposito, avendo trattenuto per sé solo una piccola parte dello stipendio, in un’intervista al quotidiano colombiano “El Tiempo” aveva detto che quella quantità di denaro gli era sufficiente visto che “molti suoi connazionali dovevano vivere con molto meno“.

Della sua stessa pensione trattiene solo il 10% (circa 750 dollari) donando il rimanente a chi ne ha più bisogno. Ha ribadito “A me bastano 750 dollari visto che in questo Paese c’è chi vive anche con meno“.

Comunista? Cristiano vero? Santo subito?

Etichette che non servono dato che anche il “nostro Mattarella” si era trovato “una normale casa” in affitto a Roma alla fine del suo precedente mandato e che lo stesso Papa Francesco “vive in modo molto comune” e se ne va pure a spasso dall’ottico a fare gli occhiali nuovi.

Quello che invece mi viene in mente, per questo ormai prossimo 25 aprile, sono tre parole:

Liberazione, Oligarca (che poi è la versione russa di capitalista anche se “di Stato”) e Totò.

Liberazione perché a ben pensarci esiste sempre “qualcosa di cui liberarsi”, relazioni tossiche, mafiosi, plastica, metano russo…e che per questo “ogni giorno non può non essere il nostro 25 aprile”.

Oligarca, capitalista,… colui che manco sa quanti conti correnti ha e magari si preoccupa per lo yacht sequestrato in quel porto causa sanzioni. Non che io condanni chi facendo impresa onestamente, guadagni e pure tanto e si preoccupi anche del benessere dei suoi collaboratori…per carità! Ben vengano!

A proposito … pare che anche Zelensky rientri a pieno titolo in questa categoria, anche se il suo patrimonio non è comparabile a quella delle persone più facoltose del pianeta. Secondo Forbes il patrimonio del presidente ucraino è di circa 20 milioni di dollari ed è basato principalmente su una quota del 25% della Kvartal 95, la società che ha prodotto, tra l’altro, la serie tv “Servitore del popolo”.

Inoltre a Zelensky vengono attribuiti cinque yacht di lusso e tre jet privati, oltre a 60 milioni di dollari in azioni in società come Aramco, Meta e Tesla…non male no?

Per onestà occorre precisare che Forbes non è però stato in grado di confermare questi elenchi, anche se da Pandora Papers è emerso che Zelensky avrebbe avuto a disposizione una rete di società con sede tra le Isole Vergini Britanniche, Cipro e Belize.

Quanto sopra solo per onestà intellettuale e per non sparlare sempre dei russi…che pure…

Infine Totò perché notte tempo usciva e metteva buste con banconote sotto le porte di famiglie molto povere di cui era venuto a conoscenza.

E come dice nei suoi articoli il caro amico Bruno Vergani…concludendo:

Ci troviamo dentro processi di cambiamento che si fanno sempre più accelerati. Occorre naturalmente il coraggio di guardare la realtà senza filtri di comodo. Alle antiche diseguaglianze la stagione della pandemia ne ha aggiunte di nuove. Le dinamiche spontanee dei mercati talvolta producono squilibri o addirittura ingiustizie che vanno corrette anche al fine di un maggiore e migliore sviluppo economico. Una ancora troppo diffusa precarietà sta scoraggiando i giovani nel costruire famiglia e futuro. La forte diminuzione delle nascite rappresenta oggi uno degli aspetti più preoccupanti della nostra società. Le transizioni ecologica e digitale sono necessità ineludibili, e possono diventare anche un’occasione per migliorare il nostro modello sociale”.

Tante volte abbiamo parlato di una nuova stagione dei doveri. Tante volte, soprattutto negli ultimi tempi, abbiamo sottolineato che dalle difficoltà si esce soltanto se ognuno accetta di fare fino in fondo la parte propria”.

Dal discorso di fine anno 2022 del Presidente Sergio Mattarella, con l’auspicio che dal 25 aprile 2023, ogni giorno sia davvero “il 25 aprile nostro e di tutti”.

Pino De Nicola

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

Ho rivisto Bruno…

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