I baci rubati dalla cabina del Paradiso

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“Qualunque cosa farai amala

come amavi la Cabina del Paradiso…”

Un uomo con capelli brizzolati entra in una sala cinematografica vuota.

D’ improvviso, una parete si accende nel buio, con immagini che si susseguono tra le note di una musica intensa che scandisce i baci di film in bianco e nero. 

Tra lo stupore e l’incanto, i suoi occhi si riempiono di lacrime.

Totò divenne di nuovo bambino

Quei baci, da piccolo, non li aveva mai visti, perché Alfredo, il suo mentore, colui che gli aveva trasmesso l’amore per il cinema, gliel’aveva rubati. 

Ora erano lì, uno dopo l’altro.

Ogni secondo che passa la passione dei baci aumenta e così anche la musica che infine esplode in un crescendo orchestrale. E, mentre incalzano le note, il suo volto si illumina, restituendogli la più emozionante esperienza di vita mai vissuta: l’ amore adolescenziale mai dimenticato, la speciale amicizia con Alfredo, la passione per il cinematografo…

Tutto era lì, rinchiuso in quelle sequenze logorate dal tempo e quella musica gli riconsegnava quei ricordi con una dolcezza e impetuosità infinite.

Sono le note di Ennio Morricone, che accompagnano quei baci.

Abbiamo pianto, palpitato, insieme a Totò, ascoltandole.

E ci ricorderanno per sempre quei baci proibiti e l’amore impossibile tra lui e Antonella.

E, forse, hanno risvegliato in alcuni di noi lontani turbamenti nel ricordo di momenti, attimi vissuti, scolpiti nelle nostre memorie. 

Mentre le immagini scorrono fino ad affievolirsi nel finale, noi rimaniamo ancora seduti su quella sedia rossa, insieme a Totò, con lo sgomento dell’inatteso, con la profondità dell’infinito, con il brivido della magia sulla pelle.

E tutte queste emozioni ci saranno donate, ogni volta, dal suono di quelle note eterne, toccandoci col ritmo di una melodia che solo un Grande Creatore può essere capace di fare.

La canzone Tema d’amore di Ennio Morricone è un brano ricorrente in “Nuovo Cinema Paradiso”, film di Giuseppe Tornatore pluripremiato dalla critica e amato in ogni angolo del mondo, di cui le musiche del Maestro ne costituiscono la colonna sonora. 

E raggiunge il suo culmine proprio nella scena finale, nella quale Salvatore Di Vita, ormai adulto, si ritrova da solo nell’intimità antica di quella sala, a rivedere un prezioso collage di tutti i baci censurati alla visione del pubblico che Alfredo ha poi unito per lui.

 “Nuovo Cinema Paradiso” è “Ennio Morricone”, e viceversa.

La genialità dell’Opera del Grande Maestro consiste proprio in questa inscindibilità: nella sua capacità di aver dato un’immagine ad un suono, vita ad uno spartito.

E quando l’arte si coniuga con l’arte, allora si va oltre l’arte stessa.

E si entra in un mondo in cui solo gli eletti possono entrare.

Maria Orlando 

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