Andra Day, la candidata ai GRAMMY Awards, è Billie Holiday nel film del regista Lee Daniels Gli Stati Uniti contro Billie Holiday, scritto dal Premio Pulitzer Suzan-Lori Parks. Grazie alla sua interpretazione di Billie Holiday,
Andra Day si è aggiudicata il Golden Globe come Migliore Attrice Protagonista in un film drammatico.
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Al suo fianco, l’attore Trevante Rhodes (Moonlight).
Negli anni Quaranta l’icona della musica jazz Billie Holiday collezionava successi in tutto il mondo, mentre il governo federale statunitense decideva di trasformare la Holiday nel capro espiatorio di una dura battaglia contro la droga prendendo di mira la sua fragile e complicata vita. Il fine ultimo delle azioni intraprese contro la cantante era impedirle di eseguire la sua ballata “Strange fruit”, canzone di denuncia contro i linciaggi del governo degli U.S.A. e contributo essenziale per il movimento per i diritti civili.
BILLIE HOLIDAY LA VOCE DELL’ANIMA
Il regista aveva una sceneggiatrice come Suzan-Lori Parks, la prima donna afroamericana a vincere nel 2002 il Premio Pulitzer ed esperta di razzismo e sessismo – e un’attrice come Andra Day, che proprio per questo ruolo ha vinto il Golden Globe, affiancata dall’attore Trevante Rhodes (Moonlight).
La storia è quella tragica di una cantante che negli anni Quaranta era l’icona della musica jazz in tutto il mondo. Il governo federale Usa la trasformò nel capro espiatorio di una battaglia contro la droga prendendola di mira con la ballata STRANGE FRUIT, la sua canzone di denuncia contro i linciaggi ai danni degli afroamericani.
La ballata è diventata poi un manifesto per il movimento per i diritti civili (gli ‘strange fruit’ del brano sono solo i corpi di vittime del razzismo appesi per sfregio ad un albero,).
Siamo a New York nel 1939 al Cafè Society del Greenwich Village, uno dei pochi locali in cui i neri potevano sedere insieme ai bianchi.
In quel locale si esibiva appunto la Holiday, cantante di colore inquieta, stuprata da bambina, ex prostituta e tossicodipendente.
Una sera Billie decise di cantare per la prima volta una canzone di Abel Meeropol, poeta, scrittore, compositore ebreo-russo, scritta per protesta contro il linciaggio di due lavoratori di colore di una piantagione.
“Non c’era nemmeno un leggero applauso nell’aria all’inizio poi solo una persona ha iniziato a battere nervosamente le mani e così tutti gli altri l’hanno seguita”.
Il brano divenne poi la conclusione di tutti i suoi concerti, un simbolo di se stessa artista e donna violata.
Davvero tanto quanto è capitato a questa donna nella sua breve vita. Muore infatti nel 1954 a 44 anni.
GLI STATI UNITI CONTRO BILLIE HOLIDAY è in sala dal 5 maggio con Bim.
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