L’anima in molte religioni, tradizioni e filosofie, è la parte vitale e spirituale di un essere vivente, comunemente distinta dal corpo fisico: la parte non corporea dell’uomo.
Fu Platone nel V IV secolo a C ad introdurre una concezione dualistica dell’uomo, contrapponendo all’elemento materiale e corporeo, l’anima intesa come idea, pensieri, sentimenti, ma non è ciò che vogliamo introdurre.
La personalità è determinata dalle caratteristiche psichiche e dalle modalità comportamentali di un soggetto in relazione alla sua condotta.
Ma siamo dotati di personalità propria o preferiamo “rubare” quella altrui perché meno faticoso!
Quanto siamo disposti a mettere in gioco noi stessi per costruire una nostra solida entità, quindi un libero pensiero, senza farci sottrarre ciò che siamo?
È un flusso continuo che ha inizio sin dai nostri primi movimenti, azioni e reazioni a tutto ciò che percepiamo, che diventa parte di noi e dei nostri pensieri. Quanto sarà lontano quello che appartiene alla nostra personalità, atteggiamento, dalla nostra anima?
La personalità umana è strettamente legata alla sopravvivenza. Essa si è sviluppata nel corso dei millenni con il compito di assicurare la propria continuità e quella della specie. Svolge questo compito in quanto sente di essere mortale ed è dunque costretta a lottare per non perire. E ancora, poiché limitata nella sua visione spazio temporale, perché concentrata nelle preoccupazioni immediate.
L’anima invece è immortale, quindi non teme la fine e non deve lottare per la sopravvivenza. L’anima è viva, perché è la vita stessa
La personalità è competitiva, l’anima è collaborativa: una accumula l’altra condivide.
L’anima non distingue fra sé e gli altri: il suo bene coincide con il bene di tutti gli uomini.
E cosa accade nella commedia della vita se qualcuno decide di strappare la maschera indossata, come si fosse degli attori, per mostrare agli spettatori la sua vera faccia?
Si assisterebbe a spettacolo completamente diverso, l’attore giovane apparirebbe vecchio, il re uno schiavo, una divinità un uomo qualsiasi. Alzare il velo alla vista di tutti gli spettatori rovinerebbe la rappresentazione o darebbe loro una nuova e sincera visione?
Nell’attesa di decidere se eliminare il velo o meno vi saluto con William Shakespeare:
“Guarda come la volta del cielo è minutamente intarsiata d’oro splendente. Non ‘è stella che tu contempli che nel suo moto non canti come un Angelo, seguendo il coro dei cherubini eternamente giovani. Questa armonia è nelle anime immortali, ma finché l’anima nostra sia chiusa in questa corruttibile veste d’argilla, non possiamo udirla. da Il Mercante di Venezia“.
di Simona Trunzo
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[…] L’anima vive, la personalità sopravvive […]