E vai col liscio!

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Il desiderio di aggregazione per divertimento e per distogliere la mente dall’asfissiante quotidianità, si esprime in varie forme, tutte sono riconducibili a forme di gioco.

Tra le tante, spicca la danza, diversificata in tanti stili come la classica, la moderna e non da ultimo il ballo liscio.

In Romagna a fare da padrone è proprio il ballo liscio.

Ma il liscio è molto più complesso di quanto si creda e la sua storia inizia in Austria nei primi anni dell’Ottocento, con l’adozione da parte della cultura contadina, delle musiche provenienti dai balli della corte.

E il liscio in Romagna si afferma, sul finire dell’Ottocento, grazie al violinista Carlo Brighi, che aprì in provincia di Rimini la prima Cà del Liscio, poi arrivò l’altra di Secondo Casadei, il fondatore dell’omonima e celebre orchestra.

Accanto alla dinastia dei Casadei, altre orchestre condivideranno questo successo popolare del liscio.

Ma perché il ballo liscio si chiama così?

Qualcuno sostiene che il nome derivi dalle movenze dei ballerini che usavano scivolare strusciando i piedi, quindi “andare liscio” .

Dall’aia contadina, dove si ballavano melodie semplici suonate con strumenti semplici, come zufolo e ocarina, si è poi passati a dei luoghi, delle sale, le odierne balere, dedicati al ballo liscio.

In Romagna, il liscio ha preso piede ed è diventato appannaggio di questa regione, naturalmente, questa particolare attività artistica non poteva restare relegata in quei luoghi, ma come succede per vari prodotti, è stata poi esportata in tutto il Paese.

Io ho scoperto il ballo liscio negli anni 90, dopo esserci iscritti, io e mio marito, alle lezioni di ballo liscio e di balli sociali.

Fin da subito io e mio marito ci siamo entusiasmati sia per la capacità nostra a ballare le melodie, che per l’acquisizione di movimenti delle varie figure coreografiche.

Ricordo con ilarità, tutte le volte in cui ci pestavamo i piedi nelle lezioni di apprendimento della mazurca, saltellando durante la polca, e ancora nella pronenada del tango, addossando l’uno all’altra, la colpa degli errori nel ballo.

Mi ritorna in mente la voce stridula di un nostro amico, uno dei “Principi del Foro” della mia città, che contava i passi ad alta voce ma fuori tempo, facendo fermare tutto il gruppo che, per colpa sua sbagliava passi.

Le amicizie strette in quel periodo furono tante, e il ballo è stato per noi occasione di viaggi e spostamenti, di squisitissime cene e balli fino all’alba, con gli amici con cui dividevamo questo bellissimo hobby.

Ricordo un viaggio fatto in Sicilia con il gruppo dei nostri amici ballerini, a Giardini di Naxos addirittura ci fermammo a ballare in una piazzetta incuranti di chi ci guardava.

Erano bei tempi, bastava un tango o una mazurca e si era felici.
Tempi trascorsi tra scarpe da ballo consigliate da maestri, vestiti quasi professionali per esibizioni, e con annesse coppe vinte. Come sono lontani ora quei tempi!!!

Ma il liscio aveva un re, ed era Raul Casadei scomparso per il covid a marzo 2021. È stato lui ad averlo esportato in tutto il mondo, nelle comunità in cui vivono gli italiani.

Le balere romagnole d’estate si riempiono di coppie, non solo quelle di anziani, perchè da diversi anni i giovani si sono avvicinati a questa disciplina, io ballo liscio e da sala.

Abbiamo visto nascere migliaia di ottime scuole e molti frequentatori dei corsi, sono proprio i giovani.

Da un anno le balere e i luoghi di ritrovo in cui si balla, sono chiusi a causa della pandemia, spero vivamente che questa estate sia diverso.

E si torni a ballare sulle note di “Ciao ciao mare” o “Romagna mia“. Per ora allacciamoci nel tango…

Lento… Lento, veloce, veloce, lento…
Questi sono i passi della promenada del tango… Buon ballo a tutti…. E vai col liscio!

Angela Amendola

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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