Antó fa caldo!!! Ho voglia di una “Muzzunata”

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Ah che meraviglia, il suono del frangersi delle onde in sottofondo, sul viso un venticello come tregua dalla calura estiva e una fresca bevanda da sorseggiare.

Dite, immaginate una situazione migliore in spiaggia, sotto l’ombrellone, per godersi un pó di relax? No eh?

Ebbene vi sbagliate, perché alla calura, all’asfissiante afa dell’estate, in questo caso calabrese con i 40 estivi , c’è un rimedio, anche per chi, per svariati motivi ancora si trova in città.

Anto fa caldo!!!
Uno spot con frase tormentone, per pubblicizzare un famoso tè, chi non ricorda?

Il rimedio per dissetarsi e rinfrescarsi durante i mesi estivi senza bere tè , è la Muzzunata.

Si chiama così la granita di mandorle in Calabria e in particolare a Lamezia Terme, dove è considerata, cult dell’estate proprio per contrastare la calura.

Da gustare seduti al bar, da soli o in compagnia, accompagnata da una fragrante brioche denominata “col tuppo”.

Nella mia città, la Muzzunata è una vera e propria istituzione.

È l’espediente per incontrarsi e rincontrarsi con gli amici, socchiudendo gli occhi tra una chiacchiera e una golosa cucchiaiata. Tradizionalmente è accompagnata dalla soffice brioche col tuppo, prodotta artigianalmente.

È una straordinaria accoppiata dal gusto sublime per il palato.

L’origine del nome “Muzzunata” è misteriosa, forse deriva dalla parola muzzuna, con cui in siciliano si indicava una brocca di terracotta, che si pensa già un tempo, fosse il recipiente per questa granita, perché è una granita di mandorle.

Tutto ebbe inizio quando i Fenici portarono i mandorli sulle coste di Sicilia e Calabria.

Qui, questi splendidi alberi dai fiori bianchi, appartenenti alla famiglia delle Rosacee, trovarono l’habitat perfetto diventandone, il simbolo.

In seguito con l’arrivo degli arabi, i mandorli si diffusero dappertutto e le mandorle, con varietà sia dolci che amare, vennero utilizzate non solo per arricchire i cibi, ma come lozioni, olio ecc…

Si sa che il latte di mandorla, preparato con l’infusione di mandorle tritate in acqua e zucchero, era ampiamente usato sia nella cucina araba che nella cucina cristiana del Medioevo, soprattutto durante il periodo di Quaresima, in quanto era una bevanda non alcolica.

Da qui, si arrivò alla Muzzunata, la quale non è altro che latte di mandorla messo a ghiacciare e mescolato.

Ma, la muzzunata lametina si è sempre distinta per lavorazione e colore.

Gli ingredienti zucchero e acqua, nella muzzunata erano amalgamati e pestati insieme alla mandorle per rendere il composto più malleabile.

La miscela risultante da questa lavorazione veniva poi filtrata per raffinare il latte da eventuali grumi.

Per la cernita all’inizio, veniva utilizzata una tecnica interamente artigianale, si usava una federa di lino o cotone, e ciò è riscontrabile ancora oggi, in tutte le produzioni domestiche calabresi.

La federa di un cuscino in cotone diventava così un ottimo strumento di selezione.

Il procedimento prevedeva numerosi filtraggi, i quali conferivano alla granita il caratteristico colore bianco, contraddistinguendola in questa modo, dal sorbetto siciliano alla mandorla.

Il composto era poi condensato e lasciato raffreddare.

Anche il processo di refrigerazione era casalingo. Essendo ancora pochissime le famiglie ad avere la corrente elettrica nella propria abitazione, in alternativa si adoperavano grossi contenitori ricolmi di ghiaccio e sale.

Al loro interno veniva conservato il latte estratto dalle mandorle pelate.In questo modo il latte di mandorla assumeva le sembianze della granita, senza che ne venissero alterate le proprietà.

La prima muzzunata di Lamezia Terme si deve alla pasticceria Federico, un locale che ha aperto i battenti nel lontano 1800.

Dopo questo locale, ogni bar gelateria prepara la sua muzzunata e da consumatrice quasi giornaliera di questa granita, devo dire che sono tutte ottime, anche se quella di un locale la porrei un gradino più su degli altri.

La granita che serve a noi clienti è eccezionale, una goduria per il palato.

Nonostante i tanti locali e le granite di mandorla diverse, che io riconoscerei ad occhi chiusi, quello che è uguale per tutti è la rievocazione degli odori, dei sapori del mio Sud.

Odori e sapori che esplodono ogni volta che la brioche si tuffa nella granita come una” sinfonia di amorosi sensi”… A Muzzunata è una delle preparazioni più nutrienti, dissetanti ed energetiche che ci siano.

È buona e fa bene, non ha lattosio, ha poco colesterolo e glutine, è ricca di antiossidanti, vitamine, fibre e di minerali come potassio, magnesio, calcio e ferro.

Granita di mandorla da fare a casa

INGREDIENTI
1 lt acqua
300 g di pasta di mandorle

PREPARAZIONE
Mettete l’acqua in una pentola, portate ad ebollizione e poi spegnete. Ora fate a pezzetti la pasta di mandorle e mescolate delicatamente con una frusta a mano, finché la pasta si sarà completamente sciolta e amalgamata all’acqua. Il liquido così ottenuto va versato in una ciotola in acciaio e va posta nel freezer. Dopo una mezz’ora, riprendete la ciotola e mescolate con una forchetta e riponetela nel freezer. Ripetete l’operazione ogni mezz’ora, 5 o 6 volte, finché il liquido avrà assunto la consistenza tipica della granita.

Angela Amendola 

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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