Dovresti parlare

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Carissime amiche, fate in modo che quest’oggi siano sufficienti un sorriso e uno sguardo colmo di fierezza, nient’altro.

Optate per la sobrietà, sceglietela come compagna imprescindibile e fedele, nel corso di quello che altro non è che un momento di sommessa commemorazione.

Approfittatene per specchiarvi negli occhi di un’amica sincera e sappiate cogliere insegnamenti dal suo particolare modo di essere, tenendo sempre presente che, in fondo all’anima di un’altra donna, ritroverete con certezza un po’ di voi stesse.

L’8 marzo dovresti parlare… e parlare pure tanto.

Del resto è una cosa che ti riesce benissimo nella vita.

Con le tue amiche discuti in continuazione.

Dovresti parlare del fatto che non ti va giù che tua nonna non avesse molti diritti, che era davvero intelligente e che avrebbe voluto continuare a studiare e che, ahimè, le furono tarpate le ali molto prima che riuscisse a spiccare il volo.

Dovresti parlare del fatto che una donna non è merce di scambio né tantomeno una vivanda saporita per saziare gli appetiti e che provi imbarazzo tutte le volte in cui ti accorgi che un’altra donna sente l’esigenza di mostrare i suoi seni piuttosto che i contenuti della sua testa.

Dovresti parlare del fatto che ti senti offesa quando in politica seguitano a discutere di “quote rosa”, poiché sei convinta che la necessità di accaparrare un diritto che dovrebbe essere dato per scontato equivalga ad una delegittimazione del diritto stesso.

Dovresti parlare del fatto che una ragazza che approda in terra nostra per disperazione deve avere la possibilità di ricevere un tozzo di pane salvaguardando la propria dignità , non di certo soccombendo alle leggi della strada e dello sfruttamento di corpi e di anime.

Poi, quando avrai parlato a lungo, dai un’occhiata allo specchio che hai di fronte e domandati se è giusto che stamattina tu abbia quell’occhio tumefatto.

È stato grave, non è forse vero?

Esci di casa e vai a sporgere denuncia contro chi ti ha ridotta in quello stato e invita altre donne che hanno subito una violenza a fare lo stesso.

Ecco, adesso questa tua giornata ha veramente avuto un senso.

E chi lo sa, magari riceverai pure un sempre gradito mazzolino di mimose , pronto a ricordarti che qualcuno ha pensato proprio a te.

E adesso…

Carissimi Uomini,
un esclusivo pensiero rivolto alle mie amiche, in un’ importante giornata intrisa di memoria ,forse sarebbe stato fine a se stesso, privo di un messaggio realmente toccante ed avulso da significati pregnanti ed incisivi.

Sì, perchè l’otto Marzo, noi Donne non abbiamo nulla da festeggiare e non sapremmo neppure andare alla ricerca di un motivo valido per farlo.

Ci scambiamo gli auguri un po’ per la gioia di sentirci vicine, un po’ per il gusto di essere protagoniste o forse solo per un’abitudine consolidatasi negli anni.

E poi,diciamo la verità: il termine “festa” mette tutti di buon umore ed ogni giorno si va alla disperata ricerca di attimi di gioia e di spensieratezza che siano in grado di alleggerire il peso ingombrante di troppe settimane trascorse a pensare e a ripensare alle innumerevoli incombenze quotidiane.

Ma sapete quand’è che le donne hanno veramente voglia di far festa? Accade proprio quando le sorprendete con un bacio, così, all’improvviso, senza un motivo apparente, senza un perchè, senza che lo abbiano meritato per qualche ragione specifica, quando meno se lo aspettano, quando ne hanno un estremo bisogno.

E ne hanno bisogno sempre, tutti i giorni, allo scoccare di ogni ora nuova.

Hanno voglia di far festa quando le ammirate con dolcezza, quando pronunciate di cuore un “ti amo” inatteso, quando le rendete partecipi di quanto si possa essere orgogliosi di averle incontrate ,quando le emozionate con una sorpresa, quando vi rivolgete con rispetto ed agite con benevolenza, quando siete sinceri.

Hanno voglia di far festa quando cercate la loro mano per la strada, quando capiscono di essere indiscutibilmente importanti per voi,quando apprezzate la loro opinione e ne fate tesoro.

Hanno voglia di far festa quando le tenete gelosamente avvinghiate al vostro petto, quando accarezzate i loro occhi tristi, quando sfiorate teneramente le loro bocche tremanti, che sono spesso impegnate a regalarvi un sorriso. Può essere festa sempre,deve essere festa sempre!

E così, di certo, le vostre donne potrebbero incontrarsi più spesso e gioire di frequente.

E quando qualcuna chiederà espressamente degli auguri benevoli a qualcun’altra e quest’ultima le domanderà il motivo, ella risponderà con grande fierezza: “desidero gli auguri perchè sono una donna felice. Sono una donna felice tutti i giorni . Spero che lo sia anche tu. ”

Maria Cristina Adragna

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Maria Cristina Adragna
Siciliana, nasco a Palermo e risiedo ad Alcamo. Nel 2002 conseguo la Maturità Classica e nel 2007 mi laureo in Psicologia presso l'Università di Palermo. Lavoro per diverso tempo presso centri per minori a rischio in qualità di componente dell'equipe psicopedagogica e sperimento l'insegnamento presso istituti di formazione per operatori di comunità. Da sempre mi dedico alla scrittura, imprescindibile esigenza di tutta una vita. Nel 2018 pubblico la mia prima raccolta di liriche dal titolo "Aliti inversi" e nel 2019 offro un contributo all'interno del volume "Donna sacra di Sicilia", con una poesia dal titolo "La Baronessa di Carini" e un articolo, scritti interamente in lingua siciliana. Amo anche la recitazione. Mi piace definire la poesia come "summa imprescindibile ed inscindibile di vissuti significativi e di emozioni graffianti, scaturente da un processo di attenta ricerca e di introspezione". Sono Socia di Accademia Edizioni ed Eventi e Blogger di SCREPmagazine.

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