Dalla cronaca di questi giorni

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La cronaca, in questi giorni, dà notizia di fatti gravi o perlomeno spiacevoli che si verificano in questa estate in cui si direbbe che il caldo ha fatto un po’ male a qualcuno.

E’ un susseguirsi di cronaca nera: un nigeriano che vendeva accendini e fazzoletti è stato ucciso a bastonate per aver infastidito una ragazza alla quale chiedeva di comprare qualcosa della sua merce; un ragazzino di dodici anni si è impiccato nella sua stanza, forse per una sfida sui social; due sorelle, inspiegabilmente, vanno sui binari e vengono travolte da un treno che non è riuscito a fermarsi; sul lungomare di Reggio Calabria, un ragazzo viene picchiato da un branco di coetanei inferociti contro di lui; e potrei continuare per molto e penso di non conoscere tanti episodi di violenza consumati spesso a danno dei giovani, da parte di altri giovani.

Oltre agli episodi più drammatici, si nota una violenza generalizzata; nelle discussioni si alzano subito i toni, ogni parere diventa per il ricevente una critica radicale; non si sa più ascoltare, si vuole solo imporre la propria opinione.

Di chi la colpa, di chi le responsabilità? Ce lo siamo chiesti tante volte e le risposte sono sempre le stesse. Le responsabilità sono di genitori disattenti e dell’uso illimitato dei social dove si può incontrare di tutto.

I social sono utili per comunicare ma bisogna saperli usare, in mano ai bambini, anche quando sono solo cartoni animati, sono, secondo me, diseducativi. Di solito nei cartoni c’è un buono combattuto da un cattivo, vince di solito il buono ma prima di arrivare a questo, ci sono violenze, uccisioni, distruzioni di città.

Ricordo che tanti anni fa, alla televisione, trasmettevano cartoni animati dalla violenza e dalla malvagità ma furono vietati. Oggi sui social non viene vietato nulla, forse qualche opera d’arte nuda da millenni, ma certo non vengono vietati video violenti, stupidi o istupidenti.

I genitori non controllano presi da tante cose da fare, magari anche loro sul telefonino e sui social a bearsi di altra stupidità sparsa a piene mani.

I ragazzi, crescendo, confondono mondo reale e mondo virtuale dove un supereroe mette tutto a posto. Non riescono così ad acquistare il valore della vita e il senso delle proprie azioni. La società non li aiuta, offre spesso esempi negativi amplificati dai media.

Quando poi sbagliano appaiono sconfitti e angosciati tanto da suscitare quasi pena, li immagini, adolescenti vivaci con dentro l’anima il fuoco del desiderio e i demoni dell’età, il gusto di sorprendere, il disprezzo della normalità, il rifiuto del diverso, l’illusione di un’eterna giovinezza.

Ci si rende conto che ogni adolescente colpevole possa essere anche lui vittima, forse i pensieri tremendi affondano in storie di solitudine, con genitori troppo severi o troppo deboli, troppo ricchi o troppo poveri, comunque disattenti ai segnali che i figli nel corso della loro crescita lanciano. Richieste a volte velate, a volte taciute, ma un genitore deve cogliere lo sguardo triste del figlio, il suo latente disagio, il suo non avere orari, la sua ribellione, il suo dolore.

Tutto questo perché il giovane di oggi sarà l’adulto di domani che avrà responsabilità di vario tipo e dovrà vivere in società.

Max Weber sosteneva che se si segue un credo religioso, le responsabilità individuali vengono demandate alle regole che la religione impone. Nella vita di giorni in cui si seguono poco i dettami religiosi, le regole, in questo caso la responsabilità, ce la dobbiamo imporre. Se i genitori educano bene i loro figli, trasmetteranno anche questo valore ma in ogni caso da adulto ognuno dovrà imporsi di agire responsabilmente.

Anche Platone, che visse molti secoli fa, parla di responsabilità e lo fa in modo lapidario nel mito di Er. Platone credeva nella trasmigrazione delle anime, pensava che dopo la morte del corpo, le anime si incarnassero in altri corpi. Secondo il mito Er, un soldato morto in battaglia, aveva avuto la possibilità di vivere per raccontare ciò che avviene dopo la morte. Le anime sono chiamate a scegliere la loro vita futura, scelgono secondo la sorte l’ordine di scelta ma dopo avere scelto non possono tornare indietro.

La Moira Lachesi che presiede alla scelta, accoglie le anime che entreranno nel mondo con le seguenti parole:<< Anime caduche, eccovi giunte all’inizio di un altro ciclo di vita di genere mortale in quanto si conclude con la morte. Non sarà il demone a scegliere voi, ma voi il demone. […] La virtù non ha padroni; quanto più ciascuno di voi la onora tanto più ne avrà; quanto meno la onora, tanto meno ne avrà. La responsabilità, pertanto, è di chi sceglie. Il dio non ne ha colpa. >> Platone, Repubblica 617, E

La responsabilità è di chi sceglie. Il dio non ne ha colpa.

La responsabilità è sempre dell’uomo ma a giudicare ciò che si vede, molti trascurano questo dovere morale. Da genitori disattenti a insegnanti superficiali, da chi non attua la manutenzione di opere pubbliche a chi governa strutture pubbliche o private, da chi non ha voglia di fare a chi non sa fare è tutto un giustificarsi, un sottrarsi, un non assumere le proprie responsabilità.

Questo nella vita reale, in politica si promette di fare tanto per tutti ed ognuno ha in mano la soluzione migliore. Il cittadino ha solo una scheda e una matita, che sappia usarle.

Gabriella Colistra

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