Il suicidio in diretta su Tik Tok di Vincent Plicchi, noto come Inquisitor Ghost, ha scosso la comunità digitale e ancora una volta si punta il dito sul pericoloso mondo del ‘virtuale’.
Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet , in un’intervista a La Stampa, si è espresso su quello che è lo stato emotivo dei giovani nella società di oggi che definisce ‘digitale’.
Parlando dei ragazzi sempre più incollati a supporti tecnologici, Crepet descrive come “solitudine perfetta” quella vissuta da chi naviga nel mondo virtuale associata ad una progressiva espansione del cinismo.
Un isolamento pericoloso e un dissociarsi dalla realtà per sconfinare in una dimensione non concreta e sempre più alienante.
I social rappresentano, per Crepet, un “piccolo mondo iposensuale” in cui i sensi primari come la vista e l’udito sono limitati. Tutto questo genera una vera e propria patologia, una sindrome che definisce di distacco emotivo e che impedisce ai ragazzi di rendersi conto del male che possono causare o subire online.
Crepet sottolinea l’importanza di fornire agli adolescenti gli strumenti per difendersi nel mondo digitale, prendendo come esempio la Svezia.
Qui le tecnologie digitali sono proibite nelle scuole materne per promuovere lo sviluppo sensoriale. Questo per preparare i giovani a distinguere tra mondo reale e virtuale e attenuare la dipendenza verso la tecnologia.