Costellazione che ruggisce

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Vi ha mai incuriosito la costellazione del vostro segno zodiacale, sapere come osservarla, quali siano le sue stelle e la sua mitologia?

Leoncini, gli occhi a me… perché oggi scopriremo insieme tutto ciò che ha suscitato la mia attenzione sulla costellazione del Leone.

Si trova nell’emisfero Nord ed è facilmente individuabile nei mesi fra dicembre e giugno.

Si trova lungo la linea dell’eclittica. Tra la costellazione del Cancro ad ovest e della Vergine ad est.

La sua forma è a sfinge con il corpo ad est.

Le sue stelle principali formano un trapezio al quale è connesso un asterismo (gruppo di stelle riconoscibile per la sua particolare configurazione geometrica) definito La Falce che forma proprio la testa del leone. Qui è presente la stella più luminosa della costellazione, il Regolo, insieme a Denebola, Algieba, Adhafera, Ras Elased Borealis, Ras Elased Australis e Zosma.

Ma andiamo a conoscerle una per una.

Regolo: è la stella più luminosa. È un astro dal colore azzurro distante 77 anni luce e di magnitudine 1.36. Insieme alle stelle Aldebaran, Antares e Fomalhaut forma il gruppo di stelle conosciuto come “le stelle regali”.

Il Regolo forma il petto del leone.

Denebola: stella bianca distante 36 anni luce e di magnitudine 2.14. Si trova nella coda del felino, nella posizione opposta a Regolo. Questa stella costituisce anche uno dei vertici dell’asterismo del Triangolo di Primavera.

Algieba: stella doppia distante circa 126 anni luce. La prima componente ha una magnitudine di 2.01 ed è una stella azzurra, mentre l’astro secondario ha una magnitudine di 3.80.

Il termine Algieba in lingua araba significa “fronte”, ma la stella si trova non sulla fronte del leone ma sul collo.

Ras Elased Australis: è una stella gialla di magnitudine 2.97 ed è distante 251 anni luce.

Zosma: è una stella bianca di magnitudine 2.56 ed è distante dalla Terra 58 anni luce.

MITOLOGIA:

La costellazione del Leone è nota sin dall’antichità.

Il leone si dice sia quello ucciso da Ercole durante la prima delle sue dodici fatiche, il famoso Leone di Nemea.

Il leone era figlio di Tifone ed Echidna e viveva nella regione di Argolide in una caverna. Tutte le volte che usciva fuori uccideva tutta la popolazione ed i greggi impedendo una vita serena.

La sua pelle era molto resistente e tutto lo rendeva invulnerabile, niente poteva ucciderlo e fargli del male, al contrario di quello di cui era capace lui.

Ercole decise di lottare contro il leone andandolo a cercare nei boschi. Contro di lui scagliò ben 3 frecce e una spada ma andando a contatto con la pelle forte del leone si spezzarono tutte. Decise di abbandonare le armi e di combatterlo a mani nude.

Durante la lotta Ercole perse un dito, ma dopo tanta fatica riuscì ad aggrapparsi alla criniera del leone, gli diede un colpo in testa con una mazza stordendolo per poi strangolarlo e ucciderlo.

Egli utilizzò gli artigli del leone per staccargli la pelle e ne fece una pelliccia per sé rendendolo invulnerabile.

A conclusione Zeus decise di mettere il leone in cielo, ecco com’è nata la costellazione.

E nonostante il leone sia stato sconfitto, la sua costellazione è molto più luminosa di quella di Ercole.

Oltre a questa storia, il leone è il protagonista della storia di Piramo e Tisbe, tratta dalla metamorfosi di Ovidio.

Piramo e Tisbe erano due giovani innamorati ma la loro storia non era ben accettata dalle loro famiglie.

Nonostante abitassero vicini erano costretti a parlarsi attraverso una crepa sul muro.

Stanchi di tutta questa situazione ingiusta, i due innamorati decisero di scappare e di incontrarsi vicino ad un albero di gelso.

Tisbe arrivò prima di Piramo e si trovò davanti un leone. Riuscì a salvarsi da lui ma perse un fazzoletto che fu stracciato e macchiato di sangue dal felino.

Al suo arrivo, Piramo vide il fazzoletto macchiato di sangue e pensando che la sua amata fosse stata uccisa si accoltellò.

La fanciulla poco dopo trovò il corpo senza vita del suo amato e presa dal troppo dolore si suicidò con la stessa spada.

Morirono così insieme ed il loro sangue sporcò i candidi frutti di gelso che da quel momento divennero rossi.

Il leone, colpevole di questa tragica vicenda, fu catturato e consegnato a Zeus il quale decise di posizionarlo in cielo per ricordare ai genitori di non ostacolare mai l’amore dei loro figli.

Giulia Trio

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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