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Claude Monet (undicesima e ultima parte)
“La cattedrale di Rouen in pieno sole”
Olio su tela, 107 x 73 cm.
Parigi, Musée d’Orsay
Con il ciclo su “Le Cattedrali di Rouen”, una serie di oltre 50 dipinti, creati tra il 1892 e 1894, Monet dà vita ad una serie di tele con lo stesso soggetto ma con differenti punti di vista e orari.
Ogni tela (vedi foto) è l’esito di un cambiamento della luce del giorno, come a dire che ogni istante è degno di diventare un’opera d’arte.
Monet le dipinge specialmente d’inverno, tutte dal secondo piano di un negozio situato di fronte alla facciata principale della cattedrale.
L’artista, davanti al suo tema, restava in attesa del sole e delle ombre, fissando con poche pennellate il raggio che appariva o la nube che passava.
Con questo progetto il pittore dimostrò come un unico soggetto vari all’occhio umano attraverso i diversi stimoli della luce e dei colori.
“LA CATTEDRALE DI ROUEN IN PIENO SOLE”
La cattedrale di Rouen è considerato uno dei più importanti monumenti gotici della Francia.
Monet raffigura la facciata dell’edificio religioso in pieno sole.
Il dipinto, come gli altri della serie, è costruito attraverso larghe pennellate materiche.
Gli elementi architettonici, pilastri, guglie, decorazioni emergono attraverso il contrasto tra luce ed ombra.
In basso si apre l’ampio portale centrale affiancato da due minori. In alto è visibile il grande rosone.
L’illuminazione come descritto nel titolo è quella del pieno sole nel quale la luce diventa estremamente luminosa in modo radente.
I colori non sono mescolati, le ombre non sono rese tramite toni neutri, ma giustapponendo e sovrapponendo spessi tocchi di colore puro.
La cattedrale gotica, con la sua monumentalità e col suo valore di luogo sacro conferisce al dipinto un’intensità mistica.
CONCLUSIONE:
“La cattedrale di Rouen in pieno sole” appartenne alla collezione del conte Isaac de Camondo di Parigi. Lo Stato la acquisì nel 1911 in qualità di legato del conte a favore del Museo del Louvre.
Dal 1947 al 1986 fu esposta alla galleria Jeu de Paume e infine dal 1986 destinata al musée d’Orsay di Parigi.
Bruno Vergani