Claude Monet (parte nona)

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Claude Monet (parte ottava)

“Lo stagno delle ninfee, armonia verde”

Olio su tela 93 cm x 74 cm

Museo d’ Orsay, Parigi

L’artista, nell’ultimo periodo della sua vita, si ritirò nel suo giardino di Giverny.

In questo giardino Monet creò due zone separate: un giardino fiorito e un giardino acquatico studiando la natura di entrambi per molti anni.

Il soggetto di quest’opera altro non è che una delle tante versioni dei dipinti in serie di Monet (vedi foto).

Lo scopo di Monet è quello di catturare lo stesso soggetto tante e tante volte, ripetutamente. Ma sempre in diversi momenti della giornata o in diverse condizioni di luce.

Dei cinque ponti nel suo giardino acquatico questo è il più caratteristico e presente nelle opere di Monet.

“LO STAGNO DELLE NINFEE, ARMONIA VERDE”

Il ponte è di un colore verde molto intenso e divide in due parti l’opera e si trova al centro della composizione. Crea una curva che lo rende imponente, ma si inserisce ugualmente nella natura che lo circonda.

Sull’acqua che scorre verso il fronte del dipinto la vegetazione palustre brilla sotto i raggi del sole che penetrano tra le fronde.

I fiori delle ninfee spiccano chiaramente.

Sulla riva la vegetazione è alta e si confonde con le foglie dei salici che pendono in basso. Il sole, filtrato dalle foglie, crea zone di luce.

I riflessi si alternano all’ombra creando un intenso alternarsi di colori sull’acqua e sulle rive.

La forma è molto vicina ai ponti tipici delle stampe giapponesi che Monet possiede nella sua casa di Giverny e che ammira molto.

L’ammirazione verso l’arte orientale e il Giappone in particolare è tipica di quegli anni, non solo nelle sue opere ma anche in quelle di molti altri artisti come Gauguin e Van Gogh.

CONCLUDENDO:

Ancora una volta Claude Monet ci regala un’armonia di colori.

Un’opera in cui le pennellate irregolari creano macchie che danno vita ad un paesaggio riposante

Le tonalità di verde si notano in ogni parte del quadro, ma è lo stagno con le sue ninfee il vero protagonista, contornato da piante di ogni genere: salici, gladioli, nasturzi e tante altre specie che si notano grazie alle “macchie” gialle, azzurre e rosse che regalano al quadro la perfezione.

Bruno Vergani

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