Attente ai principi azzurri

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Fin da bambine ci insegnano a credere che un giorno incontreremo l’uomo della nostra vita, lo ameremo e ci amerà alla follia. Insieme a quest’uomo costruiremo un favoloso castello e vivremo felici e contenti per tutta la vita come nelle favole.

Avrei da ridire sul perché in ogni fiaba l’eroina è debole e indifesa, bisognosa di essere salvata da un uomo! Forse perché la maggior parte sono scritte da uomini, vorrei replicare. Noi donne cresciamo con la falsa convinzione di essere deboli e che sia necessario affidarsi a un uomo da cui dipenderà l’esser felici per tutta la vita. Eppure ho visto moltissime donne esser felici per essersi sbarazzate di uomini creduti Principe Azzurro. Qualcosa non torna…

Le donne felici e appagate dal loro rapporto amoroso esistono, quelle che il Principe Azzurro lo trovano e vivono, nel loro quotidiano, la favola che da bambine veniva raccontata loro. Il problema è delle donne che pensano di aver trovato il Principe Azzurro che le porterà nel castello e si svegliano nella tetra prigione dell’Uomo Nero! Queste donne non se ne capacitano perché se ne sono innamorate e inconsapevolmente si sono consegnate nelle sue mani. Il sentirsi colpevoli della situazione e dell’esser state cosi cieche è il primo passo dell’esser vittime. Come se esser ingannate fosse una colpa!

Seconda fase è: “Eppure non ho fatto nulla per esser trattata così o non me ne rendo conto; però evidentemente me lo merito”. Secondo errore che porta la donna a rafforzare la sua posizione di vittima. Piano piano ci si abitua a subire finché l’Uomo Nero diventa sempre più violento, gli episodi sempre più frequenti e il livello di sopportazione esplode nel ribellarsi perché il carnefice non ha più le somiglianze del Principe Azzurro di cui ci si era innamorate ma appare in tutto il suo squallore. In questa fase la donna si ribella ma per molte donne il “basta” non chiude la falsa favola in cui si trovano, bensì la loro vita. Per poche la fiaba realmente si conclude con un “e visse felice e contenta perché l’Uomo Nero è stato scacciato dal castello”.

Leggi assurde che non tutelano le donne come dovrebbero, vittimismo, ambienti sociali particolari aiutano l’Uomo Nero a instaurare fra le mura domestiche il regno del terrore. Donne che hanno paura di perder tutto credendo di non avere garanzia che, chiedendo aiuto, lo trovino. Queste mie parole vogliono esser un consiglio a mamme e padri delle bambine di oggi e future donne di domani. Raccontate le fiabe alle vostre figlie ma soprattutto insegnate loro che il Principe Azzurro deve amarle e rispettarle; le mani addosso deve metterle solo per abbracciarle e sostenerle; che al Principe Azzurro, dopo una giornata impegnativa di lavoro, non interessa il bicchiere fuori posto ma anche se in casa regna il caos, lui la trascina di forza solo per farla riposare fra le sue braccia sul divano… Devono saper distinguere il Principe Azzurro dall’Uomo Nero! Le mamme e i papà dei bambini insegnate loro che esser uomo vuol dire esser Principe Azzurro perché l’Uomo Nero è bestia della peggior specie. Ai bambini maschi e femmine insegniamo che la violenza in generale non serve se non alle persone deboli e aiutiamoli ad esser forti magari con qualche ora in più tutti insieme e meno ore davanti alla tecnologia.

Forse anche questa è una favola. Quella di credere che si può avere un mondo migliore se insegniamo ai nostri figli a credere nel rispetto e in dei valori che sembrano esser andati persi. Noi genitori siamo accomodanti coi nostri figli e pensavo a come sia possibile che un giorno uno dei nostri bambini possa essere Uomo Nero e una delle nostre figlie vittima di uno di essi. Il mio pensiero più forte va a quelle donne che subiscono l’Uomo Nero e vorrei omaggiarle, per far capire loro che non sono sole, con due righe scritte di mio pugno per dire loro che non verrà mai a salvarle il Principe Azzurro ma devono avere la forza e il coraggio di salvarsi da sole!

“ALZATE LA VOCE!”

Alzate la voce perché chi vi fa male è vergogna per tutta l’umanità ed è lui che si deve vergognare! Bacheche e post contro la violenza sulle donne…post copia e incolla… Bisognerebbe ricordarsi ogni giorno di queste donne! Spesso si cercano i lividi su un corpo ma le ferite più grandi sono dentro l’ anima e non svaniranno mai. Sono fatte di prole crudeli e non solo di dolore fisico; di piccoli e grandi dolori che tagliano l’essere donna in tutto il suo significato. Spesso siedono fra noi queste donne e nemmeno possiamo immaginare cosa si portano dentro…

Un mondo fatto di dolore, di paure e di delusione perché chi le doveva amare e proteggere si può trasformare, da un momento all’ altro nel suo carnefice fisico e morale. Si sentono donne deboli ma non sanno che sopportare tutto ciò che vivono li ha rese forti. E allora…

Alzate la voce e abbiate il coraggio di renderlo il verme che è!

Fatelo per voi e per chi vi ama davvero perché questo non è più amore ma possesso!

Non siete sole! Una mano tesa che vi aiuti la troverete sempre ma ditelo e difendetevi anche quando ciò che più desiderate, rannicchiate su voi stesse a proteggervi, è non aprire gli occhi la mattina dopo perché morire nel sonno è una prospettiva più lieta del dover trascorrere un altro solo giorno così!

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Maria Luana Ferraro
Sono Maria Luana Ferraro, consulente aziendale e mi occupo anche di finanza personale. I calcoli sono il mio lavoro, le parole la mia passione. Fin da bambina, anziché bambole e pentoline, chiedevo libri, quaderni e penne. A sei anni ho ricevuto la mia prima macchina da scrivere. Appassionata di letteratura italiana e straniera, il mio più grande sogno è sempre stato diventare giornalista. Sogno che, piano, si sta realizzando. Socia fondatrice della “Associazione Accademia & Eventi”, da agosto 2018 collaboro con “SCREPMagazine” curando varie rubriche ed organizzando eventi. Fare questo mi permette di dare risalto a curiosità e particolarità che spesso sfuggono. Naturalmente, in piena coerenza con ciò che è il mio modo di interpretare la vita…eccolo: “Quando la mente è libera di spaziare, i confini fisici divengono limiti sottili, impercepibili. Siamo carcerieri e carcerati di noi stessi. Noi abbiamo le chiavi delle nostre manette. La chiave è la conoscenza: più conosci, più la mente è libera da preconcetti e ottusità. Più la mente è aperta, più si ha forza e coraggio così come sicurezza. Forza, coraggio e sicurezza ti spingono a tentare l’impossibile affinché divenga possibile.”

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