Ariedo Lorenzone, “il pittore dei vip”
Ariedo Lorenzone, conosciuto ormai da tutti come “il pittore dei vip” è un carismatico pittore e ritrattista la cui fama, estro e abilità figurative hanno varcato i confini nazionali. Anima e memoria della “Milano da bere”, nella sua vita ha conosciuto e frequentato moltissimi vip, alcuni dei quali gli hanno commissionato il proprio ritratto. Tra questi Renzo Arbore, Matteo Salvini, Adriano Celentano e il Cav.Silvio Berlusconi. Ma Ariedo non è solo un rinomato ritrattista, è un vero pittore contemporaneo, figlio d’arte, la cui vita diventerà presto un film.
Ma vediamo di entrare anche noi nel mondo fantastico di Ariedo….
ARIEDO LORENZONE
Intanto la prima domanda che viene spontanea è da dove proviene un nome così originale? Ariedo è un nome d’arte?
Il mio nome, che sembra d’arte, in realtà è vero. Ariedo è un nome dialettale veneto che significa “ragazzo” e mio padre aveva un amico, durante la sua prigionia in Albania, che si chiamava così. Il cognome si rifà invece ad un grande pittore torinese dell’800.
ARIEDO LORENZONE – PADRE
Come nasce Ariedo pittore….
Sono nato nel 1949 a Colloredo di Monte Albano in provincia di Udine. Mio padre era Enrico Lorenzone, un maestro del primo ‘900 dallo stile ottocentesco, conosciuto per aver affrescato parecchie chiese del Friuli, allievo a sua volta del noto maestro Enrico Ursella. Lui mi ha trasmesso, oltre il talento, anche le tecniche, e sebbene non mi abbia mai insegnato nulla ho imparato tanto stando ore ad osservarlo dipingere. Ho avuto una infanzia felice, nonostante l’assenza di mio padre che viaggiava spesso per lavoro. Dopo aver frequentato l’Istituto Tecnico mi trasferii a Milano per frequentare l’Accademia di Belle Arti di Brera e tuttora ci vivo e lavoro. In realtà dipingo da sempre, ma ne feci una professione solo dopo una esperienza decennale come agente di commercio. Due mesi dopo la morte di mio padre, 35 anni fa, una mattina ho avuto il desiderio irrefrenabile di prendere pennelli e tubetti di colore ad olio per dipingere… non ero io che dipingevo ma la mia mano era guidata da mio padre e realizzai un quadro con tramonto e pescatori identico ad uno che fece mio padre. Da quel momento abbandonai la mia tecnica preferita, la matita, per usare i colori ad olio. Mi riconoscono grandi capacità espressive e amo dipingere quadri di ogni tipo, paesaggi e prima dei ritratti ho amato molto le nature morte. Ho fatto delle mostre personali e collettive (tra cui la Biennale di Milano nel 2013) e i miei dipinti fanno parte di collezioni private in Italia, Germania, Svizzera e Francia. Ho aderito al gruppo pittori della zona 7 di Milano ottenendo significativi consensi.
BIMBA CON CANE
BIMBA CON GATTO
Hai vinto anche dei premi o riconoscimenti nella tua carriera?
Ho vinto diversi premi tra cui il 1° premio XXIX Concorso Arte Sacra a Milano, il 1° premio Concorso “Gianni Brera” a San Zenone Po, il 2° premio XXX Concorso Arte Sacra San Protaso a Milano, 1° premio al concorso “Giovanni Verga” a Milano, la 1° edizione del premio Nando Orfei a Peschiera Borromeo. Sono stato premiato per due volte artista dell’anno e per due volte pittore dell’anno. Essendomi dedicato al volontariato, nel 2019 sono stato nominato Cavaliere di Malta nella chiesa di San Francesco ad Assisi. L’anno scorso sono stato riconfermato ambasciatore della Lombardia per il Premio Internazionale della Cultura Cristoforo Colombo che premia grandi personaggi nei settori del cinema, arti visive, musica, letteratura, teatro e TV.
PREMIO BRERA
PADRE PIO
ALBANO
GIANNI MORANDI
DE SICA
Qual è il segreto del tuo successo artistico?
Io amo definirmi un artista intento a catturare i sentimenti nelle proprie opere. Anche se amo dipingere vari soggetti (animali, paesaggi caravaggeschi) è nella ritrattistica che do il meglio di me. Da ogni quadro faccio scaturire l’anima del soggetto, e per fare questo lascio riposare delle ore il quadro, poi lo analizzo in ogni suo centimetro pensando ai vari ritocchi finali di luce e chiaroscuri che gli donano vita. Quella velatura, quella leggera ruga…
DE ANDRE’
BIMBI AL MARE
Quindi una filosofia dietro all’opera d’arte…
Più che una filosofia è un modo di vivere. L’arte è diventata nella mia vita l’unica strada, il mio essere nel mondo e il mio cibo per vivere. E’ quella che mi dà una collocazione nel mondo e mi sento Ariedo solo quando dipingo. Per me dipingere è anche amare, la vita à amore e io amo incondizionatamente tutti proprio perché amo la vita, con le sue gioie e i suoi dolori. Se poi la mia arte serve come canale emozionale per la gente ancora meglio, l’arte è sempre terapeutica, sia per l’artista sia per il pubblico.
AUTORITRATTO
NANDO ORFEI
E’ l’amore che ti ha portato a diventare il Re della “Milano by night”?
In un certo senso sì. Ho sempre amato gli amici, le donne, le atmosfere cariche di gioia e vita. Forse complice anche il mio look sono poi diventato popolare nella movida, mi cercavano per un selfie e la mia compagnia e solarità per un aperitivo. Quelle frequentazioni mi hanno fatto anche conoscere personaggi chiave per la mia carriera….
IVANA SPAGNA
Ti riferisci alla persona che ha fatto da intermediaria con Silvio Berlusconi…
Anche. L’idea di un ritratto venne a lei e Berlusconi mi commissionò un quadro dipinto ad olio che ritraesse lui con i 5 figli. Lavorai su una sua fotografia poi quando portammo il quadro ad Arcore egli lo fissò per qualche minuto dicendo: bellissimo, bellissimo, bellissimo. Lo appese all’entrata della sua villa. Poi ho fatto il ritratto per Renzo Arbore che ha portato nel suo studio televisivo romano, per Matteo Salvini che lo ha portato nel suo ufficio a Bruxelles, per Adriano Celentano, per il sindaco di Colloredo e per tanti altri. Forse il più curioso è stato il quadro per un cinese che voleva essere ritratto con tutta la sua famiglia. Tutto normale finché non mi accorsi che in tutto erano 27 le persone da ritrarre e non è stato semplice, perché devi studiare sempre la persona, coglierne gli aspetti della personalità per renderla viva e intensa. Io inizio sempre da uno schizzo a mano e poi lo sviluppo. Decisamente è stata una impresa.
ARBORE
SILVIO BERLUSCONI
RITRATTO DI SiLVIO BERLUSCONI
MATTEO SALVINI
GRUPPO DI CINESI
Però ci sono due ritratti a cui tieni particolarmente, quelli dei due papi più amati al mondo…
Ho realizzato il quadro di Papa Francesco che ho consegnato ad un senatore della Repubblica e poi quello a Papa Wojtyla, che è per me la cosa più preziosa e che non ha prezzo, protagonista di un intenso episodio mistico della mia vita.
PAPA FRANCESCO
PAPA GIOVANNI PAOLO II
Ce lo vuoi raccontare?
Mi fu commissionato dalla chiesa di San Protaso di Milano un ritratto di Papa Giovanni Paolo II in una dimensione inusuale, 30×60. Mentre dipingevo gli ultimi ritocchi di luce agli occhi del santo, mi preoccupava il fatto di non aver ancora trovato una cornice che lo racchiudesse, pensando che il giorno dopo avrei dovuto consegnarlo. Improvvisamente sentii una voce che mi disse, per 3 volte, “Non ti preoccupare, ti aiuto io”. Dopo un attimo di sorpresa non ci pensai più. L’indomani andai per corniciai a cercare la cornice ma ci voleva del tempo e a me serviva subito. Stavo tornando a casa, demoralizzato e sotto la pioggia, quando lungo la strada vidi appoggiata ad un muro una cornice anticata con sopra scritto “in omaggio”. La prendo e per curiosità provo a metterci il ritratto che calzava al millimetro. Ho connesso tutti gli elementi ed è stato come un segno di vicinanza al Santo Padre che mi ha molto toccato. Non ho potuto distaccarmi da quel quadro, ne feci un altro per la Chiesa. Ho voluto dedicare a Wojtyla il film che stanno per girare sulla mia vita.
A proposito del film sulla tua vita, “I ritratti di Ariedo”, è già stato presentato un trailer durante la 76° Mostra del Cinema di Venezia, quando invece uscirà nelle sale?
Si tratta di un film ispirato alla mia vita, del quale il regista e produttore Eddy Colucci ha già scritto la sceneggiatura e ha affidato la colonna sonora a Pino d’Isola. Li conobbi per caso, nel locale milanese Old Fashion, dove incuriositi dal mio look, ci mettemmo a parlare e raccontai a loro la mia vita. Dissero subito che ci dovevano fare un film. Si doveva parla anche del Friuli degli anni ’50, una versione ovviamente più romanzata della mia vita ed è già stato scelto un cast di prim’ordine, con la collaborazione di Serena Da Re. Io interpreterò me stesso. Le riprese del film dovevano iniziare all’inizio di quest’anno ma con l’emergenza Covid è tutto un rimandare. In cantiere c’è anche un libro ma uscirà dopo il film.
LOOK
Parli sempre del tuo look originale e in effetti dalle foto è innegabile, come nasce?
Il mio look è caratterizzato da baschetto colorato (ne ho una trentina), papillon, pochette e giacche colorate. L’azzurro e il bordeaux sono i preferiti. Esso nasce da un fotografo mio amico con il quale dovevo fare una pubblicità ispirata al classico pittore bohemien. Ho deciso poi di adottarlo per me perché in questo modo di riconoscevano tutti e mi dava un aspetto artistico, proprio da pittore che in realtà è proprio quello che sono, inoltre mi dicono che mi si addice molto. Le giacche le vado a fare su misura in negozi dove realizzano indumenti da lavoro, i baschetti li trovo in un negozio vintage che faccio riadattare.
Pittore carismatico, capace di far emergere l’anima dai soggetti ritratti, spesso tu parli di avere delle “muse”
Quando faccio un ritratto una persona ci si deve ritrovare, deve rispecchiare la sofferenza dagli occhi o la felicità da un sorriso. Generalmente mi baso su alcune foto e poi passo a dipingere la persona che se riesco a conoscere, mi dà elementi per scavare nel suo intimo.
La tecnica ad olio su tela fa sì di rendere morbido, vellutato e velato il soggetto che ti deve conquistare come il fascino di una donna. L’ispirazione nel dipingere, la gentilezza e raffinatezza che riverso sulla mia tela è merito invece delle “muse” che mi hanno accompagnato nel mio percorso artistico. Una mi ha colpito come sosia di Amy Whinehouse, un’altra è padrona di una enoteca diventata salotto elegante per artisti, un’altra l’ha colpito nel corso di un evento di bellezza. Traggo ispirazione da loro e dalle loro movenze.
RITRATTO MUSA
FOTO MUSA
Abbiamo parlato di arte e di ispirazione, cos’altro Ariedo nasconde nel cappello (baschetto)?
Nel ruolo di promoter ufficiale dell’Ass.UBAI (Unione Brasiliani Abitanti in Italia), ho realizzato e donato un quadro sull’Amazzonia che è stato messo all’asta durante una cena a fini di beneficenza per la salvaguardia di questo polmone del mondo. La stessa opera è stata poi riprodotta come simbolo della serata sulle magliette, le quali sono state vendute unitamente al CD realizzato da Pino d’Isola, il cantautore italiano conosciuto per aver scritto il brano dedicato all’Amazzonia. Ho una figlia sposata con 3 bambini e nessuno di loro mostra per ora particolare interesse verso la pittura. Uso abbastanza i social e tengo in casa dei quadri che uso quando faccio le mostre. Il mio capolavoro che ha richiesto 1 anno di lavoro, si chiama il Diluvio Universale la cui storia inizia quando avevo 5-6 anni e andai al museo. Rimasi folgorato da un quadro di 2.40 x 1,80 m e mi ripromisi che un giorno lo avrei realizzato, anche se più piccolo. Comunque per me tutta la natura e il mondo che mi circonda è una ispirazione: se vedo un bel posto, faccio uno schizzo e scatto una foto. Poi dipingo, ovviamente anche ciò che mi chiedono su commissione.
AMAZZONIA
DILUVIO UNIVERSALE