“Amici mai”

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Anche questa settimana si torna a discorrere d’amore, quel sentimento per eccellenza che se delude, delude sempre a metà.

Sì, poiché un giorno qualcuno disse che fosse senz’altro meno pregnante vivere di rimorsi che di rimpianti, anche se tale affermazione mi coglie in uno stato di parziale approvazione.

Il rimorso è uno strascico doloroso di spaccati di vita che non godono più dell’autentica natura gioiosa della vita stessa.

Di contro, il rimpianto innesta all’interno della mente un’aura di pensiero nostalgico, frammisto a moltissima malinconia, tanto da rendere poco gradito lo stesso pensiero che detiene la capacità di invadere la parte positiva di noi stessi.

Non sarebbe, per puro caso, fattibile ricercare in amore una via di mezzo?

Dipende tanto dalle disparate circostanze, se queste ultime lo consentano, se un amore che non ha più ragion d’esistere abbia accantonato ogni sorta di negatività o se lasci percepire il proprio ardore come se nulla fosse mai approdato ad una vera e sicura fine.

Fatto sta che quest’oggi voglio scrivere d’amore a partire da uno dei più bei brani del mio cantautore favorito da sempre.

Mi sto rifererendo ad “Amici mai”, di “Antonello Venditti”.

La fine di un grande amore, una donna alla quale il cuore pulsa ormai oltremodo flebilmente, una femmina che desidera intraprendere una frequentazione di tipo differente, a causa di motivazioni ben celate ed affatto note.

Lei, questa sera, dedicherà l’interezza del suo tempo ad un altro uomo che accarezza i suoi pensieri e rende nota l’evidente decisione a chi non è più nelle condizioni di farle avvertire i brividi d’un tempo che fu.

La sensazione di fortissimo dispiacere e di grande sgomento, nettamente percepibili attraverso le parole pronunciate da Venditti, offrono la chiara immagine di un uomo che si mette a nudo di fronte ad un immane dolore e che non ha alcuna intenzione di arrendersi al cospetto della bieca evidenza.

Versa delle lacrime amare.

Probabilmente è deluso, magari avverte delle sensazioni di rabbia, forse ha varcato la soglia di uno stato confusionale che non gli nega, ad ogni modo, la capacità di proferire intensissime parole d’amore e di profondo rispetto.

“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Amori indivisibili, indissolubili, inseparabili”.

Mi domando se vi siate mai chiesti quanto sia possibile che un uomo e una donna, che si siano molto amati in precedenza, abbiamo la possibilità di mantenere un rapporto di vera amicizia.

Non mi riferisco ad amori passereggeri, ad avventure che hanno la durata di una sola notte di passione e nemmeno a relazioni che, seppur durature, implodono costantemente in occasioni blande e routinarie.

Scrivo in merito a sentimenti forti, a quelli che ti consentono di vivere e non di sopravvivere quotidianamente, a quegli istanti in cui il sesso diventa talmente marginale da farti assumere coscienza di avere altre due possibilità : quella di rimanere abbracciato all’altra persona per una notte intera, senza soluzione di distacco né d’allontanamento furtivo o quella di fare l’amore per una notte che lascerà inevitabilmente il segno.

Fare l’amore non significa concedersi svogliatamente ad un atto meccanico e meramente istintivo.

Fare l’amore vuol dire abbandonare totalmente anima e cuore nei meandri di un turbinio di necessità sentimentali.

I momenti del vero amore non possono e non hanno eguali.

Bene, è dunque possibile che due entità che abbiano conosciuto amore vero, possano intraprendere un rapporto d’amicizia?

Io non lo escluderei categoricamente.

In fondo ci si è amati talmente tanto da non poter non essere nelle condizioni di fidarsi dell’altro in maniera totalitaria.

Ma Venditti non detiene il medesimo pensiero, tant’è che utilizza delle espressioni che non lasciano spazio ad alcun tipo di dubbio:

“amici mai, per chi si ama come noi, non è possibile!”

Attenzione, però!

Quel “per chi si ama come noi” presuppone che l’autore venga ricambiato dall’amata, ma l’atteggiamento da parte di lei lascia presagire tutt’altro.

“Tu per me sei sempre l’unica, straordinaria, normalissima, vicina e irraggiungibile, inafferrabile, incomprensibile.”

Lei per te rappresenta ancora tutto questo, mio caro Antonello.

E tu per lei?

Cosa sei tu per lei?

Vive in un momento sospeso nel bel mezzo dei suoi legittimi stati confusionali o non ti ama davvero più?

Ciò che ne scaturisce è una sorta di speranza a senso unico, una di quelle che affianca le sue tipicità al soggetto facente parte della coppia, ovvero colui il quale sta palesemente soffrendo in maniera spiccata e rovinosa.

L’illusione spesso predomina, si fa ampia strada in una morsa di stenti.

“Ma stasera, non lasciarmi, no, stasera non uscire con lui. Il nostro amore è unico, insuperabile, indivisibile. Ma amici mai!”

Amici mai: che cosa, dunque?

È possibile che dopo avere ascoltato il tuo splendido testo ella abbia redarguito aspramente se stessa ed abbia riacquisito un netto, seppur flebile, barlume di lucidità.

Oppure sarà uscita con quell’altro, lasciando te imbrigliato in una ragnatela di pensieri molto tristi?

“Amici mai” è il secondo brano che Venditti dedica all’ex moglie, Simona Izzo.

Il primo fu “Ricordati di me”, scritto nel 1988.

Sulla base di tale assunto, conoscendo ovviamente l’identità della donna in questione, non è difficile sostenere che i due non tornarono mai più insieme.

Sto assaporando tutta la magnificenza del suono inconfondibile di un saxofono che pone egregiamente fine all’intero brano.

Non esiste nulla che valga quanto l’indiscussa potenza salvifica della musica.

Io e mia madre sembriamo due pericolose invasate che si aggirano per casa cantando “Amici mai”.

Chissà cosa staranno pensando quei poveri vicini.

Ma a me, ciò che importa veramente in questa fase della mia vita, è il fatto di tornare ad essere felice…

AMICI MAI
Questa sera non chiamarmi
No stasera devo uscire con lui
Lo sai non è possibile
Io lo vorrei ma poi
Mi viene voglia di piangere
Certi amori non finiscono
Fanno dei giri immensi
E poi ritornano
Amori indivisibili
Indissolubili inseparabili
Ma amici mai
Per chi si cerca come noi
Non è possibile
Odiarsi mai
Per chi si ama come noi
Basta sorridere
No no non piangere
Ma come faccio io a non piangere
Tu per me sei sempre l’unica
Straordinaria normalissima
Vicina e irraggiungibile
Inafferrabile incomprensibile
Ma amici mai
Per chi si cerca come noi
Non è possibile
Odiarsi mai
Per chi si ama come noi
Sarebbe inutile
Mai mai il tempo passerà
Mai mai il tempo vincerà
Il nostro non conoscersi
Per poi riprendersi
è una tortura da vivere
Ma stasera non lasciarmi
No stasera non uscire con lui
Il nostro amore è unico
Insuperabile indivisibile
Ma amici mai

Maria Cristina Adragna 

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Maria Cristina Adragna
Siciliana, nasco a Palermo e risiedo ad Alcamo. Nel 2002 conseguo la Maturità Classica e nel 2007 mi laureo in Psicologia presso l'Università di Palermo. Lavoro per diverso tempo presso centri per minori a rischio in qualità di componente dell'equipe psicopedagogica e sperimento l'insegnamento presso istituti di formazione per operatori di comunità. Da sempre mi dedico alla scrittura, imprescindibile esigenza di tutta una vita. Nel 2018 pubblico la mia prima raccolta di liriche dal titolo "Aliti inversi" e nel 2019 offro un contributo all'interno del volume "Donna sacra di Sicilia", con una poesia dal titolo "La Baronessa di Carini" e un articolo, scritti interamente in lingua siciliana. Amo anche la recitazione. Mi piace definire la poesia come "summa imprescindibile ed inscindibile di vissuti significativi e di emozioni graffianti, scaturente da un processo di attenta ricerca e di introspezione". Sono Socia di Accademia Edizioni ed Eventi e Blogger di SCREPmagazine.

1 COMMENT

  1. L’Analisi è bella molto bella, penetrante, Professionale, stimola l’approfondimento dell’eterno dualismo tra Donna e Uomo dove alla fine l’unica vera affinità è quello della Procreazione, è incontrovertibile.
    Però una volta avvenuta la Prole, andando avanti negli anni “potrebbero Sorgere infinite Emozioni, ripensamenti, e appunto rimorsi e rimpianti”, come Ben Descritti, ed Indietro non si può Tornare, anche se capito in Ritardo. Non Esiste Divorzio o Separazione dell’Anima, Una Volta Strusciata la Pelle, o si Evolve nel Mercimonio, Oppure è Facile Rimanere Incagliati, Incastrati in Un Groviglio Pazzesco interiore, tanto da rendere poco gradito lo stesso pensiero che detiene la capacità di invadere la parte positiva di noi Stessi come detto, nelle canzoni e letteratura che toccano l’Essere che ci fa piangere, il sentimento assopito dell’intenzione ritrovata, come per esempio scritto “Nel mio Sacro Destino” di Wyane Dyer, che incita al Dominio dell’Ego per Avere Pace, ma anche di altri Autori da Ricercare. Per Evitare al massimo gli Errori Umani, sarebbe Bene Azzerare l’Ego dall’Età Giovanile, da educare e sperimentare al massimo le relazioni tra Signorine e Signorini per la massima reciproca soddisfazione, della piena libertà di Arbitrio senza invenzioni di Bucie e Menzogne e intrusioni che non ci Servono, che Non Fecondano, a nessuno interessa, e non portano da nessuna parte gradita, per arrivare nel tempo a non morire con la musica inespressa ancora dentro definitivamente sepolta. E Amen

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