A tu per tu con…

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…il Maestro Silvia Casarin Rizzolo

Ore 22.00 di martedì 18 febbraio e una telefonata per raggiungere una gentil donna e chiederle una intervista per il giorno dopo.

Il dubbio mi assale… telefono e disturbo o rinvio a domani?

Decido e chiamo…

Mi presento e, dall’altro capo del telefono, con tantissima gentilezza ed eleganza mi viene risposto:

”Assolutamente non disturba, mi fa piacere rispondere alle sue domande per il blog ScrepMagazine, che ho avuto il piacere di conoscere in occasione della precedente intervista rilasciata alla sua collega e mia amica, Angela Amendola.

Ci vediamo domani, alle ore 20.00 presso il Nuovo Teatro Abeliano di Bari”.

Con chi ho parlato?

Con il Maestro e Direttore d’Orchestra, Silvia Casarin Rizzolo ebbene sì!

Ore 20.00, 19 febbraio, puntuale, eccomi nella hall del Teatro.

Uno sguardo in giro ed ecco il Maestro.

Confesso una certa dose di emozione condivisa anche con il mio compagno di viaggio, il valente grafico, nonché mio carissimo amico Mimmo Ciocia. Non capita tutti i giorni di intervistare una donna Direttore d’Orchestra e così avvenente.

Fiore: Una brutta caduta in bicicletta e il sogno della ballerina classica in soffitta…

Casarin Rizzolo: No, non in soffitta!

Con me, presentissimo e utile tutte le volte che dirigo un balletto.

La rarità di essere un direttore d’orchestra, che è stata ballerina, è preziosissima per poter comprendere compiutamente le esigenze della danza, cosa introvabile tra i miei colleghi. 

Fiore: La sua, una professione impegnativa ma ricca di soddisfazioni ancor di più perché donna…

Casarin Rizzolo: La mia professione è meravigliosa a prescindere che sia uomo o donna. 

Fiore: La Nona Sinfonia di Beethoven, monumento della musica di ogni tempo, è particolarmente complicata per la velocità dei tempi scritti. Tutto questo rende ancor più difficile l’esecuzione?

Casarin Rizzolo: Si è di fronte ad un grande affresco dell’umanità, una Cappella Sistina della storia della musica, dalle altezze vertiginose. 

E dirigerla, come prima donna in Italia, è stato un viaggio karmico nel Sacro Giardino delle opere più care all’umanità. 

Fiore: Reca un messaggio quest’opera con il suo percorso dal buio alla luce, con il suo passaggio da uno stato di angoscia, frenesia, affanno, attraverso la speranza, la dolcezza, fino ad arrivare alla gioia? Dopo Auschwitz e gli orrori del secolo scorso e gli orrori ben più recenti è ancora possibile un dialogo sincero con una musica che parla ancora di humanitas? Oppure dobbiamo realisticamente lasciare la fratellanza universale celebrata nel Finale della Nona tra le grandi illusioni?

Casarin Rizzolo: Fino al nostro ultimo respiro dobbiamo credere. 

Fiore: Cos’è l’orgoglio per lei?

Casarin Rizzolo: Superare i miei limiti.

Fiore: Comprendo che non si è lasciata vincere dall’orgoglio per essere stata la prima donna italiana a eseguire la Nona ma solo dalla soddisfazione. Vero?

Casarin Rizzolo: Delle cose belle che ho fatto mi sono sempre dimenticata quasi subito.

Me ne ricordo solo quando sono triste o in difficoltà per darmi coraggio.

C’è poco da darsi arie se si pensa a tutte le cose che si devono imparare e migliorare.

Fiore: Lungo il suo viaggio artistico-musicale ha incontrato qualcuno che non ha avuto rispetto per il suo talento e l’ha guardata soltanto come “femmina”?

Casarin Rizzolo: Li incontro di continuo, e mi dispiaccio per loro.

Fiore: Quanto non l’ha aiutata la sua bellezza?

Casarin Rizzolo: Mi ha molto non aiutata. Molto.

Fiore: Carlos Kleiber, il suo grande mito…

Casarin Rizzolo: La mia grande Guida, il mio Maestro, un importantissimo legame. 

Fiore: Il consiglio più importante trasmessole da Kleiber…

Casarin Rizzolo: È personale, anche se riguarda la musica e lo custodisco nel mio cuore.

Fiore: Me lo fa fare uno scoop? Vorrei una foto di uno scritto di Kleiber…

Casarin Rizzolo: Mi spiace ma non ho mai pubblicato l’epistolario mio e del Maestro Kleiber.

Quando deciderò di condividere più apertamente alcuni punti, sarà un mio fatto personale: magari lo farò con un libro. 

Fiore: E dopo Kleiber, Abbado e Mehta. Le differenze…

Casarin Rizzolo: Troppo impegnativa questa domanda, bisognerebbe scrivere un libro solo per rispondere. Tre grandi, ho voluto molto bene a tutti e tre.

Mi hanno insegnato tantissimo e ho dei ricordi strabilianti, fantastici con tutti e tre. 

Fiore: Il pubblico per lei…

Casarin Rizzolo: È il mio innamorato.

Adoro il mio pubblico, sentirne l’energia dietro le mie spalle mi elettrizza: infatti da sempre preferisco i concerti alle prove. 

Fiore: Il Ratto del Serraglio, Ouverture e Sinfonia Haffner di Wolfgang Amadeus Mozart, la Sinfonia n.1 in do minore op.11 di Felix Mendellsohn – Bartholdy. Come mai questa scelta per le serate di Bari presso il Nuovo Teatro Abeliano e di Noci presso il Museo dei Ragazzi?

Casarin Rizzolo: Il programma è nato in accordo con il Maestro Marco Renzi, Direttore Artístico e anima pulsante dell’Orchestra Sinfonica Metropolitana di Bari. Abitualmente preferisco organici a tre, in questo caso c’era l’esigenza di creare un programma con organico a due e abbiamo pensato a questi pezzi.

In particolar modo sono contenta di aver diretto a memoria, come mio solito, la prima Sinfonia di Mendelsshon, davvero “temperamentosa” e ricca di temi bellissimi soprattutto se si pensa che l’autore la compose poco più che adolescente: la terminò a soli 15 anni, il 31 marzo 1824.

Fiore: La Puglia, Bari e il suo pubblico…

Casarin Rizzolo: Io adoro la Puglia, è un amore nato nel 2008.

Dopo aver perduto mia madre, ero molto triste: nulla mi dava gioia.

Per tentare di uscire da questo dolore venni in Valle d’Itria.

Affittai una proprietà con un uliveto secolare a Cisternino, e lì ritrovai il sorriso.

Da allora torno sempre: lavorare e fare musica in Puglia mi dà una grande gioia.

Sarà un amore antico forse, visto che la Repubblica Serenissima di Venezia ha avuto un legame storico ed esclusivo di protezione e grande commercio con Bari: buon testimone il vicolo di San Marco dei Veneziani a Bari vecchia, a due passi da dove ho soggiornato questa volta a Bari. 

Ci amiamo da sempre.

Vincenzo Fiore…confermo…

…Non capita tutti i giorni di intervistare una donna Direttore d’Orchestra e così avvenente.

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Sono Vincenzo Fiore, nato a Mariotto, borgo in provincia di Bari, il 10 dicembre 1948. Vivo tra Roma, dove risiedo, e Mariotto. Sposato con un figlio. Ho conseguito la maturità classica presso il liceo classico di Molfetta, mi sono laureato in Lettere Moderne presso l’Università di Bari con una tesi sullo scrittore peruviano, Carlos Castaneda. Dal 1982 sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti, elenco Pubblicisti. Amo la Politica che mi ha visto fortemente e attivamente impegnato anche con incarichi nazionali, amo organizzare eventi, presentazioni di libri, estemporanee di pittura. Mi appassiona l’agricoltura e il mondo contadino. Amo stare tra la gente e con la gente, mi piace interpretare la realtà nelle sue profondità più nascoste. Amo definirmi uno degli ultimi romantici, che guarda “oltre” per cercare l’infinito e ricamare la speranza sulla tela del vivere, in quell’intreccio di passioni, profumi, gioie, dolori e ricordi che formano il tempo della vita. Nel novembre 2017 ho dato alle stampe la mia prima raccolta di pensieri, “inchiostro d’anima”; ho scritto alcune prefazioni e note critiche per libri di poesie. Sono socio di Accademia e scrivo per SCREPMagazine.

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