Vincenzo Musacchio e la lotta alle mafie
Ed eccomi ancora una volta con Vincenzo Musacchio, che voi lettori di ScrepMagazine ormai conoscete molto bene per i suoi graditi e franchi interventi pubblicati su questo magazine, in occasione dei “recenti, positivi sviluppi” nella lotta alla mafia…
Fiore: Come ha dimostrato il recente arresto del latitante Matteo Messina Denaro, vincere le mafie non può che essere un gioco di squadra…
Musacchio – Assolutamente sì! La lotta alle mafie è un gioco di squadra. Da soli si perde!
E’ una battaglia che non si può combattere in solitudine: ha assoluto bisogno di una squadra, come affermo e sostengo nella mia ricerca sulle mafie pubblicata in questi giorni nella prestigiosa rivista Royal United Services Institude di Londra e diffusa in tutti gli Stati membri dell’Europa.
Del resto il pool antimafia fondato da Rocco Chinnici e perfezionato e continuato da Antonino Caponnetto confermano il mio assunto.
Fiore: Di fronte a tanto successo, che la vita le sta porgendo, la domanda sorge spontanea. Ha raggiunto sempre i suoi obiettivi? E se sì, come ci è riuscito?
Musacchio – No, spesso, non li ho raggiunti. A conferma di quanto ho detto in premessa, ho fallito tutte le volte che ho agito in solitaria mentre ho conseguito gli obiettivi prefissati quando non ero solo. Per evitare il rischio della caduta nell’autocompiacimento dico solo che la caratteristica che mi ha sempre aiutato e che mi riconosco è la pervicacia.
Fiore: Quale la sua forza?
Musacchio – Non parlerei di forza ma di determinazione.
Mi piace molto la frase attribuita a Nelson Mandela e nella quale mi rispecchio molto: “Non mi giudicate per i miei successi ma per tutte quelle volte che sono caduto e sono riuscito a rialzarmi.”
Dal successo, che peraltro io non ho avuto e non m’interesserebbe avere, non s’impara niente.
Nei miei studi e nella mia attività di ricerca non penso mai al successo ma all’utilità che tali lavori possano rivestire nell’ambito cui si riferiscono.
Fiore: La determinazione, dunque, è il suo segreto per conseguire gli obiettivi prefissati?
Musacchio – Lo è, ma non è un segreto e tanto meno l’elemento essenziale.
Alla determinazione va aggiunto in maniera indissolubile il cosiddetto “gioco di squadra”.
Questo vale sempre, sia nella lotta alle mafie, sia nella vita di tutti giorni.
I risultati più belli sono quelli raggiunti e condivisi insieme. Uno studio scientifico è spesso “roba tua” ma lo perfezioni solo nella condivisione e nel confronto con gli altri.
Sono convinto che l’io senza il noi sia perdente in partenza in ogni campo dello scibile umano.
Fiore: Mi dicono che è stato un corridore di karting. E’ vero? Com’è nata questa sua passione?
Musacchio – Ho la passione dei motori dall’età di cinque anni. La mia prima Ferrari (ovviamente giocattolo a pedali) mi fu regalata da mia zia nel 1972.
Correre con i kart mi ha dato il senso del ragionamento e delle strategie sui comportamenti altrui.
Un altro sport in cui eccellevo era il biliardo.
Fiore: In cosa l’hanno aiutata questi sport?
Musacchio – Ad analizzare i contesti e a considerare come potrebbero ragionare gli altri.
Conoscere l’avversario e il suo modo di pensare e di agire è importante per poterne percepire i suoi punti deboli e con le giuste strategie poterlo sconfiggere. E’ un meccanismo complicato che nella vita ma anche negli studi sulla criminalità organizzata potrebbe essere utile. Per me lo è stato.
Fiore: Un consiglio ai più giovani per comprendere le nuove mafie con le quali inevitabilmente avranno a che fare?
Musacchio – Il consiglio è di impegnarsi a scuola. E’ il primo passo per comprendere ciò che ti circonda e quindi anche le nuove mafie.
Reagire all’indifferenza e all’egoismo sostituendoli con l’impegno e l’altruismo credo alla fine porti sempre a buoni risultati. Consiglio di non abbattersi ma di reagire e impegnarsi con forza in ciò in cui si crede.
I risultati alla fine arrivano.
La cultura vince sulle mafie e la scuola sull’ignoranza. L’illegalità non paga ma i libri e la conoscenza sì.
Fiore: Tre parole che i giovani devono tenere sempre a mente?
Musacchio – “Impegno”, “altruismo”, “conoscenza”.
L’impegno, perché qualunque cosa si faccia, occorre il massimo sforzo nel farla. Non c’è scusa per chi non ci prova.
L’altruismo, perché occorre sacrificarsi per il bene altrui e non solo per il proprio.
La conoscenza, perché, assieme alla verità, è una delle più alte attività umane che rende l’uomo libero e consapevole.
Vincenzo Musacchio è giurista e professore di diritto penale, associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark. Ricercatore e membro dello Strategic Hub for Organized Crime (SHOC) del Royal United Services Institute (RUSI) di Londra.
Allievo di Giuliano Vassalli e amico e collaboratore di Antonino Caponnetto.
… a cura di Vincenzo Fiore
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Ottimo scritto che vale per chi è indifferente e non crede che anche questa è una realtà non virtuale