“a tu per tu con…” Antonio Brusa e Lucia Boschetti

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La nascita della SiDidaSt

Il 14 dicembre 2019 incontro in Via Sparano a Bari per una intervista sulla salute della storia il prof. Antonio Brusa, classe 1945, formatosi a Bari come medievista ma che al principio degli anni ’80 incomincia ad occuparsi di didattica della storia, fondando riviste, come “I viaggi di Erodoto” e “Mundus”, scrivendo libri, manuali e articoli e  lavorando nelle scuole con centinaia di docenti.

Gli pongo nel mezzo del vocio natalizio questa domanda:

“La Storia con la S maiuscola dagli anni ‘80 sembra essersi  trasformata in un oggetto polveroso anche perché  i genitori  dell’ultimo trentennio non considerano più la narrazione storica come terreno utile per l’educazione dei figli. Cosa ne pensa?

Ecco la risposta:

“Gli anni ’80 sono stati un momento d’oro dell’insegnamento della storia.

Convegni con migliaia di partecipanti, un numero impressionante di esperienze, spesso oggetto di pubblicazioni “grigie”, una buona quantità di associazioni che attraevano e guidavano migliaia di docenti, enti locali che aprivano sedi per gli insegnanti anche in località periferiche.

Se tutto ciò è finito, non dipende dai genitori.

Dipende dagli enti locali che hanno smesso di crederci e finanziare la didattica storica.

Dipende da una ministra, Letizia Moratti, che tolse i comandi alle associazioni professionali, lasciandole morire d’inedia.

Dipende da un’Amministrazione che non ha saputo (e in fin dei conti nemmeno voluto) attivare un  serio piano di formazione dei docenti.  

Dipende dalle Facoltà di  Lettere che hanno ostinatamente combattuto qualsiasi accenno di didattica storica (e non solo).

Per ultimo, dipende dall’andata in pensione di una generazione di professori che, formatasi  nella lotta politica, aveva trovato nell’impegno didattico una ragione di vita, ma che non è riuscita a formare una nuova leva di formatori “volontari sul campo”, che continuassero a supplire alla latitanza delle istituzioni.

Ed oggi, 23 settembre 2023, rieccoci di nuovo a Bari, sempre in Via Sparano,  per chiedergli se la sua risposta sia ancora valida e i motivi che hanno indotto un gruppo di docenti universitari e di scuola secondaria di secondo grado  a fondare il 13 aprile dello scorso anno la Società italiana di Didattica della Storia, di cui è il presidente, la quale si è presentata al pubblico l’8 e 9 settembre scorsi a Padova con il suo primo convegno, svolto in collaborazione con il Dipartimento di Scienze storiche, Geografiche e dell’Antichità dell’Università di Padova, e dedicato a “Insegnare storia per il 21° secolo”.

Brusa – I motivi per una ripresa della didattica della storia oggi sono molti.

Innanzitutto, il fatto che questa finalmente è diventata una disciplina insegnata in quasi tutte le Università. In secondo luogo, il fatto che – chiusi i canali delle associazioni – hanno preso quota quelli dei social.

Si sono create, quindi, varie “tribù” di insegnanti uniti da desideri comuni

di riforma didattica.

La SiDidaSt può offrire a tutti questi una casa comune, dove discutere, condividere e accrescere le proprie conoscenze.

Nel frattempo ci raggiunge la prof.ssa Lucia Boschetti, componente insieme a Salvatore Adorno, allo stesso Antonio Brusa, a Luigi Cajani, Piero Colla, Andrea Miccichè, Walter Panciera e Claudia Villani del gruppo fondativo della SiDidaSt e sottolinea che l’Associazione, di cui si onora di essere la segretaria, ha un obiettivo molto preciso: “essere punto  di riferimento e di aggregazione per le diverse realtà che lavorano in Italia in questo campo”.

Fiore – Possiamo parlare di novità importante nel panorama  associazionistico italiano?

Boschetti – Assolutamente sì! Un organismo del genere mancava del tutto: si deve risalire a tentativi poco fortunati negli anni Sessanta per trovare qualcosa di analogo rivolto agli insegnanti di storia.

Fiore – Come pensate di diventare il fulcro ispiratore della “didattica della storia” in un Paese come il nostro che sconta la negatività di avere delle Università che non le hanno dato il giusto spazio?

Boschetti –  La forza dell’Associazione nasce dal fatto di riunire, fin dall’inizio, studiosi che lavorano già nelle università e insegnanti di ogni ordine e grado: in questo modo può creare un circolo virtuoso, far girare informazioni, dare rilievo alla specificità della didattica nell’accademia e all’importanza   di   una   didattica   basata   sulla   ricerca   nazionale   e internazionale all’interno delle scuole. Quando ho conosciuto Brusa mi ha colpito il suo ribadire con decisione, quando si rivolge agli insegnanti, che non è necessario che ciascuno inventi da solo la “sua” didattica della storia, perché esiste, è una disciplina scientifica e si può contare sui lavori già fatti da altri: è un dato sul quale può contare ogni insegnante di storia quando mette piede in classe, un materiale prezioso con il quale costruire con libertà e originalità i propri percorsi.

Fiore – In parole povere, caro Brusa, cos’è la didattica per la storia?

Brusa –   È la scienza che i occupa di tutte le questioni che riguardano l’insegnamento della storia: lo studio dei programmi, sia diacronico, all’interno di una stessa nazione, sia sincronico fra vari stati; lo studio dei processi di formazione del personale docente; lo studio dei processi di   apprendimento  e degli  strumenti  tecnologici e no; lo studio dei rapporti   fra la storia insegnata e il mondo politico; fra la storia insegnata e quella pubblica.

Insomma, questa disciplina individua un campo di studi così vasto, che non c’è nessuno oggi in grado di dominarlo completamente.

Tutti noi, che facciamo didattica della storia, ci siamo specializzati in questo o quell’aspetto.

Fiore – Sinora quanti iscritti conta l’Associazione?

Boschetti – All’inizio di settembre eravamo poco più di 120, ma dopo il convegno di lancio è iniziata un’impetuosa campagna di iscrizioni, che ci ha portato già a raddoppiare gli   iscritti.  

È un bel traguardo per un’associazione neonata e rispetto alle adesioni che contano in genere le società scientifiche. Ci auguriamo che prosegua in questo modo nelle prossime settimane, perché il bacino degli insegnanti di storia è molto più ampio e i cambiamenti nelle scuole possono  essere profondi e duraturi solo se avvengono con la collaborazione di più docenti, creando un   ambiente favorevole e supportivo per l’innovazione  e   la sperimentazione.

Fiore – Se intuisco bene, la battaglia che la SiDidaSt ha iniziato è quella di portare la storia attraverso la didattica sempre più a braccetto con la gente ed evitare, come afferma Marco Brando, che sia “materia per torri d’avorio accademiche e per convegni frequentati da pochi addetti-ai-lavori”.

Boschetti – Direi che soprattutto lo scopo è rivolgersi ai professionisti della didattica della storia, ricercatori e insegnanti, promuovendo un approccio all’insegnamento che sia rigoroso e aggiornato e facendo ricerca su quale storia viene proposta agli studenti e perché.

Poi, certo, la storia è un tema di interesse generale e le nostre attività possono attirare l’attenzione anche dall’esterno.

Fiore – Un’associazione, quindi, che ambisce con le occasioni di confronto, discussione, formazione e aggiornamento in itinere a creare  un rapporto stabile tra accademia e insegnamento, perseguire e favorire la ricerca scientifica nell’ambito della didattica della storia, intesa sia come studio delle rappresentazioni della storia da parte di soggetti diversi (per età, provenienza, livello culturale etc.) sia come studio dell’insegnamento di questa disciplina.

Brusa –  In effetti, i rapporti fra il corpo docente e la  produzione scientifica oggi sono saltuari, affidati all’interesse personale, quando non esistenti. Creare un canale istituzionale è un servizio civile direi obbligato in una società evoluta.

Fiore – È il caso di dire, caro Brusa, che finalmente è stato messo su strada un mezzo idoneo a concretizzare la  indispensabilità della storia per il consolidamento della coscienza civica e della cittadinanza, per  denunciare i maltrattamenti che l’insegnamento della storia subisce da anni e garantire che possa essere insegnata senza intontire chi ascolta, giovane o meno giovane che sia e che lei, da pioniere della materia, hai vinto…

Brusa –  Certo, questo è il nostro desiderio. Se ci riusciremo, dipenderà da una parte dalla capacità politica della direzione, dall’altra (e soprattutto) dall’entusiasmo e dalla partecipazione dei membri della  Società.

Fiore – Come si può suscitare l’interesse degli studenti per la storia considerato che, per esempio, il 97% non sceglie la traccia storica all’esame di maturità?

Brusa – Proprio questo è un esempio di quello che può fare questa Società. Quando il tema di storia venne abolito, le Società storiografiche italiane protestarono giustamente, ma nessuna si è mai interrogata seriamente sul perché il tema di storia era già evitato dagli allievi.

Fiore – La nascita della SiDidaSt capita in un momento storico molto particolare, come giustamente si legge sul vostro sito: «In questo XXI secolo l’insegnamento della storia, come più in generale quello delle discipline umanistiche, si trova a fronteggiare profondi cambiamenti nei curricoli e nei sistemi di formazione, dovuti alle grandi trasformazioni culturali, sociali e politiche che stiamo vivendo». Riuscirà l’Associazione a controbattere a tutto questo e a dare le opportune risposte?

Boschetti – Penso che l’associazione abbia davanti un compito urgente e importante: i risultati dipenderanno dalla partecipazione dei soci e delle socie  e dalla   capacità   di  entrare   davvero   nelle  scuole,   magari   con sperimentazioni che durino più anni.

Fiore – Nel primo congresso e assemblea della Società Italiana di Didattica della Storia “Insegnare Storia per il 21° secolo” quali sono stati in particolare gli argomenti trattati? C’è stata partecipazione?

Boschetti – I membri del direttivo   hanno   proposto   e   curato   quattro sessioni, dedicate al curriculum scolastico di storia, con la presidenza di Walter Panciera dell’Università di Padova e Nadia Olivieri dell’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea; al rapporto tra storia e memoria, presieduta da Luigi Cajani ,già docente presso la Sapienza di Roma, e Piero Colla   dell’Università   di Strasburgo; al rapporto tra storia e ambiente, con Salvatore Adorno dell’Università di Catania e Andrea Miccichè dell’Università di Enna alla presidenza; e infine all’uso delle nuove tecnologie nell’insegnamento della storia, con me e Chiara Massari dell’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e   della   società   contemporanea   come   presidenti.

Attorno a questi temi abbiamo invitato tre illustri relatori esterni a tenere delle lezioni.

Fiore – Chi sono stati i relatori e quali i temi trattati?

Boschetti – Durante la prima giornata Giuliano De Felice dell’Università di Bari si è soffermato sull’archeologia del contemporaneo, proponendo il patrimonio materiale come laboratorio del tempo presente, e Ivo Mattozzi della Libera Università di Bolzano si è dedicato al rinnovamento della storia generale da insegnare.

Fiore – Chi ha chiuso il congresso?

Boschetti – Il congresso è stato chiuso da una lectio magistralis del sociologo Alessandro Cavalli, accademico dei Lincei, sul tema “Dagli orizzonti temporali della memoria alle immagini del futuro”.

Una lectio interessante di grandissima attualità, che dimostra come la storia che dobbiamo proporre in classe è fatta di problemi e dei tentativi e degli errori fatti dall’uomo per risolverli, in un rapporto costante e delicato con l’ambiente che lo circonda.

Fondamentale ed essenziale la sua conclusione:

«L’umanità ha dimostrato di essere capace di miglioramento, anche se in modo discontinuo. Siccome è capace di migliorare, forse vale la pena di provare a salvarla».

Fiore – È il caso di affermare che dal sociologo Alessandro Cavalli è arrivata una bella spinta a mettere in atto e portare a concretezza il prima possibile l’articolato dello statuto dell’Associazione. Mi sbaglio, caro Brusa?

Brusa – Per nulla! Alessandro ha disegnato con un linguaggio esemplarmente semplice il quadro generale nel quale ci muoviamo e ha mostrato come, per quanto sia preoccupante, è importante darsi da fare per guardare avanti perché, come ha detto in fine, “vale la pena salvare questa umanità”.

Fiore – E ora, caro professor Brusa, lancia in resta e senza distrazioni forza con la battaglia nei ministeri e nelle istituzioni, nelle scuole e nelle università, nella società per portare la storia al successo che merita ed agevolare il percorso di una società che possa preparare il futuro conoscendo compiutamente il passato.

Brusa – Vedremo presto quali sono i terreni sui quali impegnarsi. Già la riforma delle superiori, riportate a quattro anni, pongono il problema dello spazio che verrà  riservato alla storia.  

Uno spazio diventato ristrettissimo nelle professionali.  

Quando si parla di problemi della scuola, tutti pensano al liceo classico. Istituzione benemerita, ma che accoglie una esigua minoranza di studenti.

Noi guarderemo anche agli altri, a quelli che il dibattito pubblico considera gli studenti di serie B.

Fiore – Grazie, gentilissimi, per il tempo dedicatomi che spero non suoni come distrazione per quanto state facendo… Buon tutto!

Boschetti – Brusa – Grazie a lei e alla redazione tutta di ScrepMagazine per l’opportunità offertaci e speriamo di rivederci in futuro per parlare delle nuove attività realizzate!

Note informative:

La decisione di fondare la società e la stesura del suo manifesto programmatico si devono   a:   Salvo   Adorno,   professore   ordinario   di   Storia   contemporanea all’Università di Catania e presidente della Società italiana di storia ambientale; Lucia Boschetti, normalista e insegnante di storia e filosofia nei licei; Antonio Brusa, già ricercatore e docente di Didattica della storia presso l’Università di Bari e nelle Siss; Luigi Cajani, professore emerito di Storia moderna all’Università La Sapienza e membro del direttivo dell’International Research Association for History and Social Sciences Education; Piero Colla, professore di North European Political Models all’Università di Strasburgo e membro dell’Observatory on     History Teaching   in   Europe   del   Consiglio   d’Europa; Andrea Miccichè, professore associato di Storia   contemporanea   all’Università   Kore   di   Enna; Walter Panciera, professore ordinario di Storia moderna all’Università di Padova; Claudia Villani, ricercatrice di Storia contemporanea all’Università di Bari.

Durante la prima fase della vita associativa sono stati pro-tempore presidente Antonio Brusa, vicepresidente Luigi Cajani e segretaria Lucia Boschetti.

È possibile fare richiesta di iscrizione alla SiDidaSt compilando il modulo sul sito https://www.sididast.it/contatti/

Lucia Boschetti, nata a Schio nel 1986, ha insegnato History e Theory of Knowledge nell’International Baccalaureate Diploma Programme e dal 2017 è insegnante di ruolo di Storia e Filosofia presso il Liceo “C. Sylos” di Bitonto.

Dal 2019 frequenta il Corso di Dottorato in Studi Umanistici, curricolo “Storia dal Medioevo all’Età contemporanea”, presso l’Università Aldo Moro di Bari.

Nel 2010 ha ricevuto con lode il diploma di licenza della Classe di Lettere e Filosofia della Scuola Normale Superiore di Pisa e nel 2016 ha conseguito la laurea quinquennale a ciclo unico in Scienze   della   Formazione   Primaria,   con   una   tesi   in   Storia   moderna,   presso l’Università   di   Bari.  

Collabora   con   la   cattedra   di   Didattica   della   storia dell’Università di Bari ed è cultrice della materia in Storia contemporanea e Storia dell’Europa contemporanea.

Antonio Brusa ha svolto fino al 2010 la sua attività di ricercatore (professore aggregato) presso l’Università di Bari, dove ha lavorato fin dal 1974 dopo aver insegnato nelle scuole di ogni ordine e grado.

Fino al 2009 ha insegnato Didattica della storia presso la Scuola di specializzazione all’insegnamento di Pavia e, in diversi cicli, presso la Ssis Puglia.

Ha fatto parte del consiglio del Dottorato di ricerca   dell’Università   di   Bari   ed   è   stato   membro   supplente   nel   tribunal dell’Università di Huelva.

Collabora con il C.I.D.I. (Centro Iniziativa Democratica Italiana) e il LANDIS (Laboratorio Nazionale Didattica della Storia).

Ha fatto parte fino al 2018 del Comitato Scientifico dell’Istituto Nazionale per lo Studio della Resistenza e della Storia Contemporanea “Ferruccio Parri” e della   sua Commissione didattica.

Ha progettato e diretto il corso di Perfezionamento in didattica del Territorio e i corsi di Perfezionamento in Didattica della storia e Tecniche di Insegnamento della storia e lo short Master Insegnare il Paesaggio presso   l’Università   di   Bari.  

Ha   progettato   e   diretto   attività   di   formazione   e aggiornamento per docenti di ogni ordine e grado in tutta Italia ed è presidente onorario di Historia Ludens.

“a tu per tu con…” Antonio Brusa e Lucia Boschetti

… a cura di Vincenzo Fiore

Clicca il link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

“a tu per tu con…” Monica Pasero, l’operaia della scrittura

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Sono Vincenzo Fiore, nato a Mariotto, borgo in provincia di Bari, il 10 dicembre 1948. Vivo tra Roma, dove risiedo, e Mariotto. Sposato con un figlio. Ho conseguito la maturità classica presso il liceo classico di Molfetta, mi sono laureato in Lettere Moderne presso l’Università di Bari con una tesi sullo scrittore peruviano, Carlos Castaneda. Dal 1982 sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti, elenco Pubblicisti. Amo la Politica che mi ha visto fortemente e attivamente impegnato anche con incarichi nazionali, amo organizzare eventi, presentazioni di libri, estemporanee di pittura. Mi appassiona l’agricoltura e il mondo contadino. Amo stare tra la gente e con la gente, mi piace interpretare la realtà nelle sue profondità più nascoste. Amo definirmi uno degli ultimi romantici, che guarda “oltre” per cercare l’infinito e ricamare la speranza sulla tela del vivere, in quell’intreccio di passioni, profumi, gioie, dolori e ricordi che formano il tempo della vita. Nel novembre 2017 ho dato alle stampe la mia prima raccolta di pensieri, “inchiostro d’anima”; ho scritto alcune prefazioni e note critiche per libri di poesie. Sono socio di Accademia e scrivo per SCREPMagazine.

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