“a tu per tu con…” Letizia Caiazzo

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Letizia Caiazzo, anima della creatività di un riflesso d’amore

Letizia Caiazzo vive e opera a Piano di Sorrento.

Compie gli studi superiori presso l’Istituto Santa Dorotea di Napoli, consegue il diploma di Assistente sociale presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Nasce con la passione per l’arte che trasmette come docente a generazioni di giovani.

Molto attenta alle varie espressioni artistiche, Letizia Caiazzo sperimenta nel corso degli anni le tecniche più svariate.

Questo percorso intrapreso con determinazione e costanza le permette di essere una personalità importante del pano­rama culturale della Penisola Sorrentina e di essere presente con il suo carisma di infaticabile ed esemplare operatrice cultu­rale a rassegne di grande rilievo anche come organizzatrice di mostre ed eventi volti alla promozione dell’arte e della cultura.

Letizia Caiazzo tiene personali ed espone sia in Italia che all’estero, in spazi pubblici di grande prestigio come  le Sale del Bramante e l’Agostiniana  a Roma, il Castello del Valentino a Torino, il Castello di Agropoli, il Carcere Borbonico di Avellino, Castel dell’Ovo e il PAN  a Napoli, Santa Sofia a Salerno, nonché in varie location di Sorrento, Capri, Ascoli Piceno, Assisi, Agrigento, Taormina.

Significative le sue presenze a Parigi presso il Centro Culturale Christiane Peugeot e la Galerie Ars e Miss, in Croazia al Museo Pazin , in Belgio al Namur-Chateau de Franc-Waret, a Berlino presso il Museo Dalì, a Corfù per il Grecia International Prix City Of Kerkyra – Orthodox Easter 2017, ad Atene per l’ Athina Art Fair 4 nonché a Praga per la Praga Art Fair  ed a  Mosca-San Pietroburgo per l’ Art Symposium 2017 e l’International Prix Itaca 2017.

Molti i critici e gli storici dell’arte che si interessano alla sua ricerca artistica.

Tra questi Raffaele Pinto che l’ha voluta al I° “Convegno Internazionale di Letteratura Elettronica al  Pan di Napoli”, Vinicio Coppola, Massimo Pasqualone, Carlo Roberto Sciascia, Rosario Pinto, Lucia Basile, Leo Strozzieri, Vania De Luca, Fernando Salvatore Fiore, Corrado Aiello, Ferruccio Capra Quarelli, Dino Marasà, Antonino Fiorentino, Nuccio Mula, Maria Teresa Prestigiacomo, Rita Fasano, Giovanni Cardone  ed altri.

Letizia Caiazzo collabora anche  con riviste d’arte e cura recensioni per artisti.

Nel 2017 è nominata Accademico d’Onore dell’Accademia degli Empedoclei Istituto Superiore di Studi Filosofici di Agrigento e le è conferita la Laurea Honoris Causa dall’Accademia Internazionale dei Dioscuri di Taranto.

Ha, inoltre, ricevuto il Premio Internazionale Alexander 2017, promosso dalla International University of  Peace sotto l’Alto Patrocinio della Universum Academy  Switzerland, e le è conferita dalla stessa la nomina di  Accademico Onorario.

Lei  e Letizia come vi siete conosciuti?

Chiedo al Prof. Nuccio Mula, Scrittore, Giornalista, Docente Universitario di Filosofia e Fenomenologie dell’Arte, della Teoria della Percezione e Psicologia della Forma nonché componente dell’Associazione Internazionale Critici d’Arte di Parigi.

“Io e Letizia ci siamo conosciuti ormai tanti anni fa, penso su “Facebook”.

Non ricordo date e dettagli ma una sola cosa posso confermare al di là di tutto il resto: non è stato un caso, poiché il caso non esiste, e chi mi conosce sa che lo penso da una vita.

“Dipendiamo da incroci di spazi, di tempi, di incontri”, intuì genialmente Jean de la Fontaine già nel 1600.

Ed è proprio questa serie di incroci, al di sopra delle nostre due esistenze, che mi porta subito ad approfondire la sua conoscenza, a darle la mia piena disponibilità di critico tramite il primo di vari altri miei saggi sulla sua arte, a dedicare ampia parte di uno dei miei corsi universitari di “fenomenologia dell’immagine e delle arti contemporanee”, distribuendo ai miei laureandi dell’epoca, come testo di studio, un suo ampio catalogo, bellissimo come tutti gli altri, credo addirittura il primo; a seguire la progressione e la costante duttilità espressiva del suo estro creativo, sempre acuto e profondo nel monitorare e rilasciare dell’ Occhio-Ago, come se io e lei fossimo, a dirla qui con una vecchia canzone, “un corpo e un’anima”; a crescere insieme, analizzando il Dinanzi, il Dentro e l’Oltre in una simultaneità di goethiane “affinità elettive” che, detta molto più modernamente, ma sempre uguale in un excurrere di sostanza, poi s’è chiamata, e con altro rimando similcanterino,  una “questione di feeling”, fino a ritrovarci insieme in un libro “a quattro mani e due occhi” di 20 poesie ciascuno e 40 foto delle sue splendide opere, Riflessi d’Amore, e, in atto, a preparare, sempre insieme, un doveroso quanto monumentale catalogo riepilogativo di tutti i decenni dell’arte di questa “maga del computer”, così riconosciuta, ormai da tempo e nel mondo intero, da esponenti e studiosi della “cyberpittura”.

Grande Artista, grande Donna, grande Amica.

Ma ora basta, Vincenzo, altrimenti  mi commuovo.

Letizia Caiazzo risponde all’esigenza dell’uomo intelligente e raffinato che rifiuta di chiudere tutta la sua umanità all’interno delle coordinate troppo ristrette della sua professione e si avvinghia con tutte le sue forze alla tensione dell’oltre, dell’universale, dell’infinito per entrare a pieno titolo nella scuola dell’osservazione empirica e della sperimentazione pratica, cogliere e gustare i più alti prodotti dello spirito e  attingere livelli di creatività che a volte sfuggono al quotidiano.

Un compito serio e severo che coltiva con assiduità e impegno per allargare sempre più il suo orizzonte narratologico e cibernetico e inserirlo nel suo elegante e disteso andamento pittorico che, a seconda dei casi, va dal tono ironico al malizioso, dal frivolo allo sdegnato, dal carezzevole al tenero per aderire perfettamente alle situazioni e agli stati d’animo del momento.

Letizia Caiazzo è pittrice fatta di silenzi e di resistenze attive che le danno il giusto equilibrio e le assicurano loquacità e armonia nel suo modo di essere artista e fanno sì che venga fuori il suo animo delicato che soffre, che ama, che viaggia in sintonia con la natura ma soprattutto con la luce della vita.

Questo equilibrio viene colto nel suo desiderio di appartarsi e di essere in compagnia della propria solitudine, quasi una sorta di rigetto del mondo esterno sempre più disponibile all’esteriorità e della società troppo spesso vestita di volgarità e violenza.

Una ricerca continua, la sua, sempre in linea con l’oltre dell’orizzonte chiuso della vita e con lo spazio interiore dove si rifrange l’infinito del suo spirito.

Ecco perché i suoi versi e le sue opere  sono soffusi di un ritmo inusuale e di una dolce musicalità che fanno eco alla luce di uno spirito sensibile e un po’ disincantato e aprono l’animo all’invisibile.

“Arte è bellezza interiore”, mi suggerisce Letizia.

“Se si ama l’Arte, si ama anche la bellezza che ci circonda.

Bisogna innanzitutto saper comprendere e successivamente saper trasmet­tere il concetto che il rispetto per lo splendo­re che ci circonda, fatto di poesie naturali ma anche di storia, di architettura, di monumenti, va preservato perché solo così si sarà in grado di trasmettere alle nuove generazioni un messaggio di fratellan­za e di rispetto per l’umanità, l’ambiente, l’arte.”

Un’artista che ama tirare fuori tutta la sua soddisfazione, che è la sua grinta interiore, quando riesce a realizzare un’opera e trasmettere un messaggio e organizza eventi dove impegna tutto il suo spiccato senso di autocritica e il suo essere perfezionista.

Per Letizia Caiazzo l’arte è una sinergia di espressioni, di emozioni, di sentimenti e ricerca interiore ovvero testimonianza di tutte le discipline a 360 gradi.

Siamo di fronte a un’artista che con i suoi versi, con le sue opere pittoriche denuncia i mali del nostro secolo, mette alla berlina la sete di potere dell’uomo, la sua avidità e lo invita a non violare le leggi della natura e a non disperdere quei gioielli di bontà, di onestà e d’amore che gli sono stati offerti e a non seguire l’itinerario drammatico di desolazione e di distruzione.

Ed ecco sgorgare come acqua pura dalla roccia del tempo la sua poesia, linfa vitale per le coscienze intorpidite, inno di speranza che  diffonde e issa la sua bandiera per le strade del mondo, sino a farla diventare la regina dell’Arte digitale, in cui il computer è solo la macchina su cui viaggiare e creare forma e sostanza alla sua interiorità grazie alla luce e ai colori che sono in eterno sciabordio con il suo appassionato e prorompente animo, fatto di  “riflessi d’amore”.

Occhi incantati

guardano lontano

l’incanto del mare

l’indaco del cielo.

Occhi incantati

rivivono la magia

di un amore passato

di giochi infiniti

di gioie mai spente.

Occhi incantati

si perdono nella luce

d’un arcobaleno

in balia di colori

mai sbiaditi

di girotondi gioiosi

di danze appassionate…

Letizia Caiazzo, anima della creatività di un riflesso d’amore

… a cura di Vincenzo Fiore

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Vincenzo Fiore
Sono Vincenzo Fiore, nato a Mariotto, borgo in provincia di Bari, il 10 dicembre 1948. Vivo tra Roma, dove risiedo, e Mariotto. Sposato con un figlio. Ho conseguito la maturità classica presso il liceo classico di Molfetta, mi sono laureato in Lettere Moderne presso l’Università di Bari con una tesi sullo scrittore peruviano, Carlos Castaneda. Dal 1982 sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti, elenco Pubblicisti. Amo la Politica che mi ha visto fortemente e attivamente impegnato anche con incarichi nazionali, amo organizzare eventi, presentazioni di libri, estemporanee di pittura. Mi appassiona l’agricoltura e il mondo contadino. Amo stare tra la gente e con la gente, mi piace interpretare la realtà nelle sue profondità più nascoste. Amo definirmi uno degli ultimi romantici, che guarda “oltre” per cercare l’infinito e ricamare la speranza sulla tela del vivere, in quell’intreccio di passioni, profumi, gioie, dolori e ricordi che formano il tempo della vita. Nel novembre 2017 ho dato alle stampe la mia prima raccolta di pensieri, “inchiostro d’anima”; ho scritto alcune prefazioni e note critiche per libri di poesie. Sono socio di Accademia e scrivo per SCREPMagazine.

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