Gaetano Grillo, pittore e scultore pugliese
Il Paese Italia è sempre più sotto lo schiaffo della pandemia da SARS-Covid, il cosiddetto Covid-19, evento destinato a generare la più grave crisi economica e sociale dal dopoguerra ad oggi per non parlare del debito pubblico sempre più simile a quello della Grande Guerra.
Era il 1918.
Conseguenze? Allo stato attuale difficilmente stimabili.
Un fatto è certo, però.
Non sarà assolutamente facile uscirne anche perché nel frattempo aumenterà, e i segnali ci sono tutti, il divario tra le attuali disuguaglianze che investirà soprattutto le periferie aggiungendo poveri a poveri.
In un contesto così negativo non vogliamo e non dobbiamo perdere la speranza e l’ottimismo che caratterizza noi uomini e che, almeno dal punto di vista sanitario, la messa a punto di un vaccino possa generare una salutare sanificazione generale.
Non possiamo arrenderci!
E tanto per non battere il tasto sempre sugli stessi argomenti tanto girati e rigirati dagli immunologhi, dai virologi, dagli economisti oggi abbiamo voluto immergerci nell’ascolto di un artista, l’ex Docente e Direttore della Scuola di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, il pittore e scultore pugliese trapiantato a Milano, Gaetano Grillo.
Fiore – Il processo di sanificazione riguarderà anche l’Arte?
Grillo – Assolutamente sì! Occorre un’arte ripulita dai processi di mercificazione cinica, che torni ad avere “valori” piuttosto che “prezzi”. Che torni ad una funzione messianica e rifondatrice.
Questa pandemia, a causa delle conseguenti restrizioni della crescita economica e del rallentamento coatto, ci concede nuovo tempo alla riflessione sui modelli di vita che abbiamo vissuto negli ultimi vent’anni. E sulla loro progressiva corsa verso la tecnologia a servizio dei mercati.
L’uomo sta sacrificando il suo destino sul pianeta in cambio dell’affermazione del profitto come valore portante.
Il mercato si è trasformato in una giungla all’interno della quale sopravvive solo chi sgomita adoperando l’inganno.
Negli anni ’80 e ’90 la pubblicità̀ ingannevole era riconosciuta come “reato”, oggi è riconosciuta come “abilità” vincente.
Detto ciò̀, non intendo demonizzare il mercato, ma fare distinzione fra le varie forme di mercato.
Poiché esiste un mercato disciplinato e un mercato cinicamente indisciplinato, che è quello liberista.
Fiore – Mi sta dicendo che quest’ultimo è l’affermazione dell’homo homini lupus?
Grillo – E non solo. E’ l’avvento della libertà individualista, dell’interesse come obiettivo finale ad ogni costo.
A me è stato insegnato che “ogni cosa è limite e libertà di un’altra”, che gli interessi di una parte sono inevitabilmente connessi ad un sistema sociale.
E, paradossalmente, proprio questo concetto è stato scisso in due parti, la nostra società si è fatta “sistema” ed il sociale si è tramutato in “social”.
Il sistema è diventato globale e inscalfibile, il sociale, attraverso l’apparente e vuota democrazia dei social, è diventato semplicemente il terreno delle scorrerie predatorie dei grandi interessi dei dominatori del mondo: Apple, Amazon, Microsoft, Facebook, Instagram, ecc.
Fiore – E nell’Arte?
Grillo – Nell’Arte accade la stessa cosa.
I “valori” sono stati sostituiti dai “prezzi” determinati dalle aste e da signori come François Pinault o Larry Gagosian.
Centrali di potere in grado di controllare, influenzare e determinare quotazioni, quindi di affermare ciò che è arte e ciò che non merita di essere preso in considerazione.
Alcuni sostengono che anche in passato è stato così, i Pinault e i Gagosian di oggi non sono altro che i Medici, gli Sforza o i Papi durante il Rinascimento italiano.
C’è una differenza, però: il Rinascimento poneva al centro l’uomo, la nostra epoca pone al centro il mercato.
Fiore – E quindi?
Grillo – Ecco che ancora una volta sono costretto a distinguere fra un mercato funzionale all’affermazione di valori culturali e umani ed un mercato funzionale all’affermazione di valori economici fine a se stessi. L’arte è ridotta ad essere un “prodotto” e le centrali di potere mandano nel mondo i loro buyers per scoprire artisti che abbiano un prodotto che sia spendibile sul mercato.
Vogliamo ancora sostenere questo stato di cose?
Siamo sicuri che non abbia più senso “l’opera d’arte”?
Siamo sicuri che la storia di un artista, il suo pensiero filosofico, la sua poetica, il suo linguaggio, lo spessore, la coerenza e – me lo lasci dire – anche la sua intelligenza manuale non contino più?
Fiore – Si approfitti allora del forte disagio psicologico e culturale che la pandemia ci ha scagliato addosso e diamoci una mossa per…
Grillo – …per ripensare la scala dei valori delle nostre vite, per ripensare al nostro comune destino, per disegnare un nuovo progetto strategico e porre rimedio al disastro planetario cui siamo avviati a causa di questo sistema.
Stiamo uccidendo il pianeta con l’avidità̀ del profitto a tutti i costi, stiamo distruggendo la natura e con essa noi stessi.
Basta! Ora basta! Non c’è più tempo da perdere! Dobbiamo ristabilire un rapporto di equilibrio e armonia con la natura.
Riscrivere uno statuto etico del concetto di libertà. Dobbiamo tornare a distinguere pur nell’indistinguibile caos della torre di babele nella quale ci troviamo, uscire dal perverso processo di globalizzazione per ricreare il tessuto della diversificazione.
Dobbiamo rimboccarci le maniche e iniziare a costruire il nostro prossimo futuro che coincide, inevitabilmente, con la nostra salvezza di genere umano.
Allora sì!
Sanifichiamo l’Arte e i processi!
Sanifichiamo l’aria, l’ambiente, le nostre menti e anche la nostra “umanità”, spesso sottovalutata. Talvolta addirittura disprezzata dal cinismo muscolare di un sistema predatorio che si vuole vincente. Non sprechiamo questa crisi!
… a cura di Vincenzo Fiore