“a tu per tu con”… Antonio Bitetti

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Antonio Bitetti e il controllo delle emozioni nel dinamismo della balbuzie

Il parlare nella vita è di fondamentale importanza.
Il non riuscirci crea non poche invalidanti difficoltà nell’affrontare il quotidiano.
Ed è quello che succede ai balbuzienti oppressi anche dalla propria convinzione di non valere, di non essere all’altezza, di essere comunque inferiori.
Ecco allora la scarsa stima di sé che molti balbuzienti sviluppano anche perché temono di balbettare, anzi in molti casi prevedono di farlo su parole che ritengono impegnative e difficili.
Ecco tutta una serie di comportamenti motori degli organi deputati all’articolazione della parola come il blocco della fonazione.

Oggi ne parliamo con Antonio Bitetti, laureato in Psicologia ad indirizzo Applicativo presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma.
PhD associato dell’American Psychological Association, iscritto all’Ente Federale della Sanità Svizzera e all’Ordine Nazionale degli Psicologi.
Fa anche parte del British Association for Counselling and Psychotherapy.

Fondatore dell’Istituto Europeo per la Balbuzie e la Psicologia della Comunicazione, è attivamente impegnato nella terapia della balbuzie a livello nazionale ed internazionale, con il suo innovativo metodo di cura denominato: “Approccio Integrato” .

Ha partecipato in qualità di esperto a diversi simposi internazionali sulla balbuzie e ha tenuto una comunicazione al XXXIII° Congresso Nazionale di Foniatria e Logopedia.
Ha pubblicato diversi articoli su importanti riviste scientifiche ed è autore di libri sul tema della balbuzie, come “La Balbuzie Approccio Integrato” IEB Editore, 2010 , tradotto anche in inglese e tedesco, “Emozioni, Comportamento e Controllo,2016”e “Analisi e prospettive della balbuzie” Positive Press, Verona, 2001 e “ La balbuzie. Un problema relazionale” Armando Editore, Roma, 2006.

Fiore – Cosa si nasconde dietro i blocchi della fonazione di un balbuziente?

Bitetti – Il controllo della bocca che osservo nei miei pazienti affetti da balbuzie nasconde una tendenza a trattenere emozioni intrise di rabbia e di aggressività.

Fiore – Solo?

Bitetti – A volte, è possibile notare anche una forte tendenza a trattenere le emozioni positive, fatte di gioia e di abbandono fiducioso alla vita. È come se il balbuziente vivesse il tutto in una dimensione di forte rigidità, con la propensione a chiudere il rubinetto energetico, nell’irrazionale paura di chissà quali effetti.

Fiore – La letteratura scientifica cosa dice al riguardo?

Bitetti – Nella letteratura scientifica riguardante le ricerche sulla balbuzie non vi sono studi specifici che mettono in relazione il meccanismo di controllo dell’apparato fonatorio e la sintomatologia del balbettare.
Io ho cominciato a parlarne già molti anni fa e ho continuato le mie ricerche anche attraverso il lavoro costante con il modello di terapia da me ideato e denominato: “Approccio Integrato”.
Ulteriori ricerche in questa direzione le ho esplicitate nel mio lavoro editoriale dal titolo: “Emozioni, Comportamento e Controllo”, 2016.

Fiore – Come definire il problema della balbuzie?

Bitetti – Se dovessi definire in maniera pratica cos’è il problema della balbuzie, direi con una certa sicurezza, dettata da una ventennale esperienza di lavoro in tale settore, che il balbuziente balbetta perché adotta una strategia psicologica antitetica al normale funzionamento della fonazione.
Affermare questo non è semplice, neanche per me che curo balbuzienti da molti anni, perché non è semplice pensare che un meccanismo di controllo possa essere così diretto ad influenzare negativamente il linguaggio; eppure, le prove a mia disposizione orientano tutte in questa direzione.

Fiore – Quindi non bisogna controllare severamente la parola…

Bitetti – Difatti qualsiasi strategia che distolga l’attenzione dal controllo sulla parola permette rapidamente al balbuziente di esprimersi normalmente. Il controllo nella balbuzie è una cattiva abitudine, appresa e mantenuta viva per parecchio tempo. Siamo in presenza di un apprendimento sbagliato, probabilmente adattativo in una esperienza ritenuta critica in un dato periodo dell’infanzia.  

Fiore – Mi stai dicendo che il problema nasce quando quel comportamento viene protratto nel tempo, credendo che l’emergenza debba durare necessariamente al di là di quel periodo.

Bitetti – Già. Mentre il normoloquente, cioè colui che non balbetta, non controlla la bocca in nessuna circostanza della vita di relazione, il balbuziente, invece, controllando massicciamente il suo linguaggio nel momento in cui si relaziona condiziona negativamente il suo linguaggio. Quando è da solo, nel chiuso della propria stanza, il balbuziente non attua questo meccanismo di controllo e quindi parla liberamente. Questo perché tale meccanismo è strettamente connesso al timore di essere giudicato negativamente dagli altri, in quanto molto probabilmente è già forte il giudizio negativo verso se stesso.

Fiore – Cosa sono le sincinesie?

Bitetti – Tante volte, soprattutto nella balbuzie di tipo tonico, dove il controllo è davvero eccessivo, il corpo fa scattare dei meccanismi di compensazione, comunemente chiamate sincinesie.
Queste sono dei meccanismi involontari della muscolatura facciale, che servono ad antagonizzare quella sensazione di vuoto che il balbuziente avverte nel momento in cui da una parte vorrebbe parlare liberamente e dall’altra frena questa possibilità.

Fiore – Ritengo che per tutto questo il balbuziente brucia parecchie energie…

Bitetti – Assolutamente sì!
Infatti è importante tener presente che il controllo, in un quadro generale di economia psichica, ha dei costi proprio in termini di dispendio energetico, perché non solo va ad invalidare la qualità dell’azione che si vorrebbe attuare, come nel caso del linguaggio, ma il meccanismo frenante, in sé per sé, ha anch’esso un valore energetico con una somma di effetti negativi su tutto il quadro energetico complessivo.
Del perché il balbuziente frena durante la relazione e non frena il proprio linguaggio nella classica situazione in cui è da solo è un motivo che ho più volte analizzato nei miei lavori editoriali.

Fiore – In conclusione possiamo dire che il balbuziente chiamato ad interagire scatena tutta una serie di meccanismi psichici e reazioni fisiologiche.

Bitetti – La paura di balbettare lo porta ad una costante attenzione su come si vuole esprimere, sul controllo in termini di previsione del giudizio altrui ed, infine, su quello più realistico e logico che riguarda ciò che si vuole dire.
Con una tale sequenza di pensiero, a dir poco eccessiva, è facile incappare in uno stato d’ansia compromettendo l’eloquio stesso.

                            www.ist-balbuzie.com

                            www.antoniobitetti.com


Antonio Bitetti e il controllo delle emozioni nel dinamismo della balbuzie

… a cura di Vincenzo Fiore

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Vincenzo Fiore
Sono Vincenzo Fiore, nato a Mariotto, borgo in provincia di Bari, il 10 dicembre 1948. Vivo tra Roma, dove risiedo, e Mariotto. Sposato con un figlio. Ho conseguito la maturità classica presso il liceo classico di Molfetta, mi sono laureato in Lettere Moderne presso l’Università di Bari con una tesi sullo scrittore peruviano, Carlos Castaneda. Dal 1982 sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti, elenco Pubblicisti. Amo la Politica che mi ha visto fortemente e attivamente impegnato anche con incarichi nazionali, amo organizzare eventi, presentazioni di libri, estemporanee di pittura. Mi appassiona l’agricoltura e il mondo contadino. Amo stare tra la gente e con la gente, mi piace interpretare la realtà nelle sue profondità più nascoste. Amo definirmi uno degli ultimi romantici, che guarda “oltre” per cercare l’infinito e ricamare la speranza sulla tela del vivere, in quell’intreccio di passioni, profumi, gioie, dolori e ricordi che formano il tempo della vita. Nel novembre 2017 ho dato alle stampe la mia prima raccolta di pensieri, “inchiostro d’anima”; ho scritto alcune prefazioni e note critiche per libri di poesie. Sono socio di Accademia e scrivo per SCREPMagazine.

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