1° Marzo nella tradizione rumena

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Martisor è una tradizionale festa che celebra l’inizio della primavera corrispondente al 1 Marzo.
Si celebra in Romania, Moldavia, Bulgaria, Macedonia del Nord e Grecia.
Il nome deriva dal diminutivo di “Marzo “ed ha il significato di”piccolo Marzo”.Si regalano piccoli amuleti (Martisor) di solito artigianali alle fidanzate, mogli, figli, sorelle…
Amuleti che consistono in oggetti decorati con cuori, fiori, animali avvolti in nastro rosso e bianco.
Rosso che rappresenta la primavera che sta per avere inizio e bianco che rappresenta l’inverno appena terminato.
Considerato un portafortuna è un simbolo di amore e buon augurio.

Gli archeologi hanno scoperto oggetti vecchi di migliaia di anni che possono essere considerati martisor.

Hanno la forma di piccoli sassi di fiume dipinti di bianco e rosso, infilati su un filo, da portare al collo.

I due colori sono aperti all’interpretazione: il rosso può significare la vitalità della donna e il bianco la saggezza dell’uomo.
Così, il filo del martisor esprime l’inseparabile intreccio dei pensieri.

Mese di Marzo simboleggia la vittoria del bene contro il male, della salute contro la malattia, della luce contro la notte, del caldo contro il freddo.
Ci sono molte  leggende che girano attorno al Martisor e che provano a spiegarne il significato.
Una di queste racconta che una volta il Sole scese sulla terra trasformandosi in un giovane ragazzo per partecipare ad una “hora” (un ballo tipico romeno) in un villaggio, ma fu rapito e imprigionato dallo “zmeu” (drago) cattivo (in Romania è un personaggio mitico).

Il suo imprigionamento provocò una grande sofferenza nella natura. Si dice che i fiumi smisero di scorrere, gli uccelli non cantavano più, i bambini non ridevano più.

Nessuno sapeva cosa fare fin quando un giovane ragazzo decise di affrontare lo “zmeu” (drago) e di liberare il Sole.

Il suo viaggio durò 3 stagioni (estate, autunno e inverno) e alla fine riuscì a trovare il castello dello “zmeu”(drago) e a sfidarlo. Dopo diversi giorni, il giovane sconfisse lo “zmeu” (drago) e con gli ultimi sforzi riuscì a liberare il Sole. Debole e ferito, dopo questa prova, il giovane morì e il suo sangue si mise a scorrere sulla neve bianca. Da qui il legame e il simbolo del filo bianco e rosso intrecciato.

Abbiamo bisogno di guardare fuori della finestra in questo periodo per ricaricarci con i colori più belli dei fiori che aiutano un pensiero positivo.

Buon martisor a tutti con speranza di una primavera che possa sorridere con colori a tutti…

Trandafira Nechita

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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