Snowpiercer: su Netflix la serie tv tratta da una graphic novel

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Snowpiercer nasce da Le Transperceneige, graphic novel post apocalittica del 1982 di Jacques Lob e Jean Marc Rochette.

Nel 2013 esce l’omonimo film di Bon Joon-Ho, acclamato regista di Parasite. Cast stellare, con Tilda Switon, Ed Harris e Chris Evans, e buona struttura tecnica.

SNOWPIERCER : Trama

Il film è ambientato nel 2031, su un treno che viaggia senza fermarsi mai intorno alla Terra. Nel 2014 una catastrofe climatica ha portato ad un congelamento irreversibile del globo terrestre divenuto inospitale e I pochi superstiti hanno trovato rifugio sul treno diviso in classi sociali.

La serie tv è ambientata invece nel 2021, sette anni dopo il disastro. In 1001 vagoni, la razza umana, animale e vegetale, è sopravvissuta e continua il suo viaggio all’infinito. In prima è seconda classe i privilegiati sociali, in terza i ceti medio bassi e nell’ultimo vagone i reietti della società che non hanno pagato il biglietto. Li chiamano ” fondai” perché sono in fondo al treno e in fondo alle classi sociali.

A dirigere il tutto il fantomatico sig Wilson, direttore e creatore del treno, assistito dalla glaciale Melanie Cavill (Jennifer Connelly).

In mezzo a strani omicidi mettono radici ideali rivoluzionari dei fondai capeggiati da André Layton ( Deegs) ex poliziotto, e tutto sembra in poco tempo essere messo in discussione.

Analisi critica

Serie tv sicuramente interessante inizialmente, Snowpiercer si presenta con una confezione attraente e convincente. Remake di un riuscito film, tratto da una novel già nota e con una brava attrice come la Connelly, sembra davvero avere tutte le carte giuste in tavola per attrarre l’attenzione fino alla fine.

Eppure man mano che procede la storia verso la metà degli episodi, il telefilm annaspa, districandosi a fatica in troppi plot inseriti insieme.

Il filone delle indagini poliziesche ha vita troppo breve esaurendosi in pochi episodi, dando poi eccessivo respiro alla tematica sociale rivoluzionaria che non è supportata da personaggi carismatici.

Troppe cose poco chiarite e approfondite, scenari ripetitivi e claustrofobici e sceneggiatura appena sufficiente per un soggetto che poteva regalare molti spunti interessanti.

Unica nota davvero di merito ad una straordinaria Jennifer Connelly che dimostra di possedere una poliedricità recitativa davvero da grande attrice. Il suo personaggio ha un’ ambiguità disturbante e inquietante, misteriosa al punto giusto senza eccedere e dotata di una cattiveria sottile e melliflua. Nasconde terribili e inimmaginabili segreti ( in realtà abbastanza prevedibili) e gestisce il treno sociale come una moderna Arca.

Il resto del cast non brilla però, non facilitando grande immedesimazione nei personaggi

Tutto sommato il giudizio finale resta comunque sufficiente per una serie che speriamo possa avere risvolti più interessanti nella prossima stagione.

Sandra Orlando 

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