L’estate, il caldo, le belle giornate soleggiate, l’abbronzatura, il mare e… il costume.
Il tanto amato, ed a volte temuto, indumento da spiaggia.
Il costume da bagno nasce nell’Antica Roma, un mosaico conservato in Sicilia, risalente al III secolo d.C. raffigura delle donne che giocano e sono avvolte da fasce e bende e ricorda il bikini di oggi.
Nei periodi del Medioevo e Rinascimento non era usuale andare al mare, si preferivano le terme dove ci si immergeva senza indumenti, tranne in rare occasioni dove si utilizzava una mise caratterizzata da un corpetto con spalline e gonna.
Nel 1750 a Parigi nasce la moda dei bagni, al mare o al lago e così venne creato un abito per l’occasione, con corpetto e calzoni fatto di tela spessa da marinaio e coperto da un lunga gonna.
Nel XIX secolo le donne iniziano ad andare a mare a fare il bagno avvolte in dei mantelli abbondanti chiusi al collo, e uscendo dall’acqua usavano mettere dei vestiti leggeri color pastello, con l’aggiunta di guanti e parasole, per evitare di abbronzarsi e proteggersi dai raggi del sole.
Verso la fine del secolo i vestiti lunghi lasciano spazio a dei vestiti più corti e le gonne diventano meno ampie del solito. I vestiti erano in flanella con un collo rettangolare e arricchiti con decorazioni marinare. Nascono le prime magliette a righe bianche e blu.
Un cambiamento lo hanno anche le scarpe. Vennero create traforate e con dei lacci da legare intorno alla caviglia.
Nel ‘900 iniziano i soggiorni al mare e le località di Rimini, Viareggio e il Lido di Venezia diventano le città balneari per eccellenza. Si utilizzavano le prime camicie da bagno in colori tenui, i vestiti diventano ancora più corti e nascono i primi costumi interi interamente in lana, in quanto una volta bagnato il tessuto non avrebbe aderito al corpo e non avrebbe lasciato intravedere nulla.
Nella prima decade del ‘900 nascono i capi in lino bianco pieni di ricami e merletti, i cappelli ricamati e il parasole bianco. Per il nuoto compaiono le prime cuffie sportive, simili a quelle attuali.
Il 1920 è caratterizzato da cambiamenti. I costumi sono costituiti da gonne in taffetas con la cintura ai fianchi o da costumi in jersey di lana sfiancati e aderenti, privi di maniche abbinati a calze lunghe fino alle cosce. La moda della cuffia si fa strada.
Nel tempo le idee naturalistiche sui benefici del sole fanno ridurre di molto le stoffe dei costumi. Le scollature sulla schiena vengono ampliate e nel 1932 i pantaloncini si staccano completamente dal corpetto. Nascono i costumi a due pezzi realizzati in seta elastica o lastex, che aderiscono perfettamente al corpo. Si utilizzano per coprirsi i parei o vestaglie con decorazioni floreali.
La rivoluzione maggiore arriva nel 1946, con la nascita del bikini.
Lo slip che lascia scoperto l’ombelico lascia un po’ perplessi, il suo utilizzo veniva punito dalle forze dell’ordine per oltraggio al pudore. Continuano a spopolare però i costumi interi molto fascianti, per evidenziare il corpo.
Nel 1958 l’azienda Lycra creò dei costumi con un materiale che permetteva di coprire il corpo asciugandosi prima.
Nel 1960 fa la sua comparsa il monokini, un bikini con una striscia sottile di tessuto che unisce il top agli slip, mostrando tutto il resto del corpo.
Nel 1970 i costumi si riducono ulteriormente. Il pezzo superiore si trasforma in un mini triangolo, il tessuto utilizzato ha una texture lucida dai colori accesi e brillanti.
Gli anni ‘80 sono caratterizzati dai costumi fluo e con dei motivi geometrici, interi o a due pezzi con una vita altissima e super sgambati.
Il sarto francese Louis Réard disegnò il primo bikini della storia e lo presentò il 5 luglio del 1946.
La prima ad indossarlo fu una spogliarellista, Micheline Bernardini, la prima che accettò di indossare questa nuova creazione.
Passarono anni prima che l’opinione pubblica accettasse il bikini. Il Vaticano lo dichiarò un peccato. Venne vietato il suo utilizzo in Spagna, Portogallo, Italia, Australia, Stati Uniti e Belgio.
In Francia Brigitte Bardot sfoggiava il bikini sulle spiagge di Cannes nel 1953 e rese popolare il costume in Costa Azzurra. Nel 1956 lei stessa indossò un bikini sul set del film E Dio creò la donna, ed ecco il boom.
Passati anni il bikini divenne un’icona della moda. Grazie al cinema e alle riviste, il costume divenne popolare ed iniziò a diffondersi in tutti i Paesi Occidentali.
Giulia Trio
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