Un giorno, un campo di grano sentì su di sé il vivace calpestio di qualcuno che si trovò a passare per quei luoghi.
Disteso da sempre, ed assonnato come di consueto, schiuse di mala voglia i suoi occhi intorpiditi, al fine di constatare personalmente di cosa si trattasse.
Con grande sorpresa e stupore notò la presenza di tre fanciulle:
una era vestita di bianco, una di nero ed una di rosso.
La prima era intenta a piantare delle margherite dal profumo delizioso.
La seconda, ogni qualvolta assisteva alla nascita di uno di quegli adorabili fiori, era pronta a calpestarlo con brutale arroganza.
La terza, a differenza delle prime due, se ne stava a debita distanza, osservando la singolare scena da uno strategico punto lontano.
Il campo di grano, incuriosito da quella visione, decise di porre alle ragazze qualche domanda chiarificatrice.
Si avvicinò alla donna vestita di bianco e le chiese senza indugio:
“Qual è il tuo nome?”
La ragazza rispose : “mi chiamo Amore e al mio passaggio sbocciano i fiori, la natura si rallegra, la primavera esulta”.
A quel punto, il campo si accostò alla seconda, domandandole a sua volta : “e tu, come ti chiami”?
La fanciulla gli disse : ” mi chiamo Violenza e al mio passaggio appassiscono i fiori, la natura si spegne , l’inverno incombe, mietendo vittime con l’aiuto della sua gelida neve”.
Mancava la terza.
Il campo, con pazienza e fare inquisitorio, la raggiunse prontamente e le pose la stessa domanda che aveva riservato alle altre due.
Ed ella rispose: ” mi chiamo Indifferenza, e non provo interesse per ciò che avviene e si sussegue. Che appassiscano i fiori, che cada la neve, che muoia la natura. Nulla di tutto questo mi riguarda, niente suscita in me compassione”.
Il campo, proseguendo con la sua indagine, tornò a domandare : ” come mai sei vestita di rosso” ?
E l’ Indifferenza risponde :” il mio vestito si è macchiato del sangue delle vittime che hanno subito ogni sorta di violenza . Sono responsabile di tutto il male del mondo tanto quanto chi, con inarrestabile felocia, pianta croci sul futuro altrui, dilaniando corpi, sogni… e povere anime.
Maria Cristina Adragna
25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne
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