Lookdown e” mamme surrogate” in Ucraina

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Lookdown e mamme surrogate in Ucraina

Ciò che è stato all’inizio forse si ripeterà?
Potremo avere la capacità di creare degli altri Adamo?

Secondo alcune teorie (seducenti ma non verificate) noi umani saremmo il prodotto di un esperimento fatto da alieni i quali avrebbero impiantato, nell’utero di ominidi di sesso femminile già preesistenti, il loro seme dando vita al genere Homo sapiens.

Ma quello che le mitologie e le religioni spiegano con il loro immaginifico, è senza riferimento scientifico- chimico ma è quello che la scienza attuale sta sperimentando.

È possibile quindi far nascere un essere umano senza atto del concepimento utilizzando però gli ovuli e gli spermatozoi. Tornando a questa teoria da me prima indicata , i probabili alieni erano scienziati con tecniche super avanzate.

Tecniche che noi stiamo replicando e che in un futuro non molto lontano potrebbero farci realizzare degli ibridi, essere umani ma non della nostra specie.

Senza andare lontano con la fantasia, limitiamoci all’epoca attuale, valutando le conseguenze negative che un uso improprio e senza nessuna base etico morale, potrebbero portare conseguenze catastrofiche.

La possibilità di procreare senza un rapporto sessuale, anche in virtù di precetti divini che ci portiamo dietro e che sono radicati in noi, può portare a conseguenze impreviste e a sofferenze psicofisiche.

Un dramma quello della maternità negata che interessa milioni di donne in tutto il mondo.

E sul desidero di maternità si attiva da sempre una speculazione scientifica- economica in nome del dio denaro, raggiungendo in questo modo l’affossamento etico e morale di una civiltà. La scienza da diversi anni aiuta a concepire laddove si verifica un problema.

E da qualche anno si sente parlare per questo, di maternità surrogata. La maternità surrogata è conosciuta anche come gestazione per altri o utero in affitto. È una tecnica di procreazione assistita in cui una donna, la gestante, porta in grembo un concepito di cui non sarà madre legale.

L’espressione indicata viene comunemente utilizzata tanto per il caso in cui la donna gestante mette a disposizione il suo utero dietro corrispettivo, quanto per il caso in cui lo fa a titolo gratuito. In Italia è una pratica vietata e punita dalla legge, cosa che non succede in altre parti del mondo come in Ucraina.

Lì si può essere madri surrogate ed essere pagate per questo.

Molte donne ne hanno fatto la loro “professione”, ed è a loro che da tante parti del mondo si rivolgono migliaia di coppie. Del fenomeno delle mamme surrogate ucraine si è parlato nei mesi del lookdown.

A dire il vero io ne sono venuta a conoscenza qualche giorno fa durante una trasmissione televisiva: Forum. Si parlava di quello che è accaduto a Kiev in quei mesi di chiusura, in una clinica che è quasi un hotel a 5 stelle, dove ogni giorno mamme surrogate mettevano al mondo figli “per conto terzi”.

Le donne ucraine ricevono dei sussidi onerosi durante la gestazione, ogni mese viene loro versato un compenso di mille euro e dopo il parto e la consegna del neonato fino a 60 mila euro. Alcune donne, dai coniugi più abbienti, ricevono fino 100.000 euro per la prestazione.

In quei lunghi mesi in cui le frontiere erano chiuse, la clinica dei bambini surrogati, ne ospitava più di cento e le coppie straniere non potevano ritirare i neonati che avevano commissionati alla Biotexcom, l’azienda specializzata in maternità surrogata, diventata leader incontrastata del settore in Ucraina e non solo. Restava incerta la sorte, in quelle settimane, dei bebè stipati in un salone dell’hotel Venice di Kiev, l’accogliente struttura di proprietà della stessa Biotexcom dove vengono abitualmente alloggiate le coppie per il disbrigo delle pratiche di consegna della “merce”. Perché di questo si tratta, i bambini vengono stoccati come merce in un salone del grande hotel della capitale, tutti nati da utero in affitto, su ordinazione di coppie di 14 Paesi Italia fra tutti.

Vengono poi separati dalla madre biologica come da contratto dopo il pagamento del suo onorario per aver ospitato nel proprio grembo il bambino concepito in laboratorio. Le immagini che ho visto quel giorno in TV, dei bebè in batteria come polli, quasi dei figli di nessuno in quelle cullette e tutti che piangevano perchè senza contatto umano. Non si poteva entrare in hotel o in clinica per via del covid e i neonati erano “gestiti” da poche operatrici.

Per fortuna sono tante le nazioni che non approvano questo commercio di bambini, ma grazie a ciò purtroppo l’Ucraina si è rapidamente guadagnata una solida leadership, con 14 aziende e 50 cliniche specializzate nel settore.

È come avviene in segreto nei paesi orientali siamo d’accordo su questo, qui invece c’è una candida ammissione di uno sfruttamento del genere femminile per una prestazione d’opera che ne coinvolge la maternità .

Con i suoi effetti, la pandemia ha portando alla luce e alla conoscenza mondiale le immagini dei neonati.

Alcuni parlamentari ucraini da maggio premono perché si voti un bando del commercio di bebè almeno con l’estero.

Ed è esplicita anche la condanna della Chiesa ucraina, che ha detto come sia possibile approfittare di donne in difficoltà finanziare da parte di donne più ricche che molto spesso vedono in un figlio uno status simbol.

Angela Amendola

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