Lucia Bosè: La Signora senza camelie

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E’ scomparsa ieri Lucia Bosè, bellissima ragazza di Spagna, amata dai più grandi del Cinema Italiano.

Se ne sta forse ora davvero “nel migliore tra i posti”, come ha affermato il figlio Miguel, dando l’annuncio della morte della madre su Twitter.

Forse spazzata via dal corona virus o forse semplicemente era giunta l’ora di andar via per questa grande artista, divenuta una donna intristita e amareggiata negli ultimi anni, afflitta da un profondo senso di malinconia.

Non amava parlare di sè, Lucia, nè tanto meno del suo glorioso passato, ma amava sempre il Cinema, quello che l’aveva scoperta nel 1947 ad un Concorso di bellezza e che l’aveva fatta conoscere al grande Luchino Visconti.

Avrebbe dovuto interpretare Risoamaro ma la famiglia si oppose e dovette attendere una seconda occasione con “Non c’è pace tra gli ulivi”  e poi “Roma ore 11”.

Visualizza immagine di origineFu però con Michelangelo Antonioni che fece il grande salto, trasformandosi in un’attrice dalle mille sfaccettature neorealiste: con “Cronaca di un amore” e “La signora senza camelie” salì alla ribalta del grande pubblico.

Visconti da allora le voltò però le spalle, morso dal rancore per aver vissuto il tutto come un tradimento.

Il suo amore per Walter Chiari fu lungo e tumultuoso, finchè arrivò la scoperta della Spagna e tutto cambiò; diventata una star internazionale col film di Luis Berlanga (Gli egoisti) lavorò con Cocteau e Bunuel, assumendo un alone di diva europea, dai modi non più provinciali e dotata di un’aura straniata e moderna.

Una sera conobbe il torero Dominguin e fu la svolta: un matrimonio d’amore, una grande passione che dal 1955 portò tre figli, casa, famiglia, ma che segnò la rottura col cinema. Il marito le impose l’abbandono e dopo 10 anni arrivò la fine di quell’amore appassionato.

La seconda possibilità gliela offrì Pedro Portabella con Nocturno 29; poi i fratelli Taviani e il grande Federico Fellini nel 1969.

Una nuova Lucia Bosè, una nuova maturità artistica: da lì Cavani, Duras, Jeanne Moreau.; tutti impegni rivolti al puro piacere del recitare che non al mero successo in sè, troppo innamorata del Cinema per poterne prendere le distanze. Fino a Francesco Rosi e il suo Cronaca di una morte annunciata in cui regala un ruolo dolente che segna il suo canto del cigno al grande schermo. E’ il suo Addio .

Visualizza immagine di origineMa i suoi occhi, il suo sguardo rimasero sempre vivi ogni volta che parlava del suo grande amore: il Cinema, di ieri e di oggi, di cui lei, per molti grandi Autori, era stata una vera Musa.

Sandra Orlando

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