“Lo scatto mentale” (parte seconda)…

108835

lo “scatto mentale”

di

Elisabetta Pandolfino

(parte seconda – l’intervista)

Ore 13.00:

Strette di mano, presentazioni ed eccomi “a tu per tu” con Elisabetta Pandolfino.

Fiore: Ognuno di noi ha le sue parole chiave utili per identificarsi e identificarlo al meglio. Le tue, gentile Elisabetta, senza ombra di dubbio sono: arte, spirito libero e fantasia. Mi sbaglio?

Pandolfino: Assolutamente no! La fantasia è quella che mi permette di sognare e guardare lontano, la conoscenza di mettere in pratica la mia fantasia, rimanendo sempre nel mondo dei sogni.

Classe 1981, sin da bambina mi avvicino all’arte studiando il sassofono per poi proseguire gli studi al Conservatorio “A. Corelli” di Messina.

Fiore: Fotografa di professione, inventrice dello “scatto mentale”, performer, grafica, montatore video, cameraman, restauratrice di foto antiche. Cultrice della storia delle macchine fotografiche e della fotografia.

Pandolfino: Già! E tutto questo, forse, perché nata in una terra ricca di cultura, arte, bellezze paesaggistiche, che spesso non sono valorizzate a sufficienza.

Da me il “tutto” diventa difficile anche quando il “tutto” dovrebbe e potrebbe apparire naturale.

Fiore: Il tuo percorso di vita?

Pandolfino: Il mio percorso di vita? Come dentro un film… vedo scorrere fotogrammi di vita accompagnata da passioni, come il nuoto, il windsurf, il trekking, il tennis, la mountain Bike, la scrittura, la musica, il disegno e la fotografia, oggi diventata la mia professione, anche se mi considero, hobbista di professione.

Fiore: Altri fotogrammi?

Pandolfino: Sì, fotogrammi di poesia, di emozioni, di passioni, di sensazioni, di delusioni e di ansia dovuta al non sapere mai se al mio fare ci sarà un lieto fine e quando.

Fiore: Soltanto la passione può apportare coinvolgimento ad un’anima sensibile?

Pandolfino: Anche una delusione.

Quando ci si trova di fronte alle delusioni, soltanto noi possiamo cambiare la trama del nostro film, com’è avvenuto nel mio caso con l’invenzione dello “scatto mentale”.

Fiore: Il tuo approccio con la fotografia?

Pandolfino: Il mio approccio con la fotografia risale al 1999 quando iniziai la “gavetta” presso uno storico studio fotografico della mia città.

All’epoca non esisteva il digitale, i fotografi erano un centro di propulsione dei più vari servizi: non c’erano i cellulari che fanno sentire tutti fotografi e si dava il giusto valore allo scatto professionale del fotografo.

La teoria era messa in pratica sin da subito, catapultando nel mondo del lavoro chi si accostava a diventare fotografo.

Fiore: Il famoso e defunto apprendistato…

Pandolfino: La conoscenza avveniva sul campo, anche se soltanto chi abbinava alla pratica lo studio attraverso la ricerca sui volumi di fotografia poteva migliorare le proprie conoscenze, come ho dovuto fare io nel corso degli anni per potermi addentrare in un mondo nuovo, fatto di tecnologia che correva e corre sempre di più davanti ai nostri occhi.

Fiore: Come del resto in tutte le discipline lavorative…

Pandolfino:…sì, infatti i principi restano, i sistemi cambiano.

Pensa, l’approccio iniziale con la fotografia ha inizio nella mia vita sin da bambina. La mia prima macchina fotografica fu una Kodak Pocket che utilizzava una pellicola 110, mentre il primo servizio fu un conviviale rotariano: il mio compito era di indirizzare il flash, quindi la luce, nella giusta direzione.

La fotografia del fotografo dipendeva da me.

Fiore: Un aneddoto?

Pandolfino: È nel ricordo di un evento dove fotografai per la prima volta con una macchina professionale che montava pellicole 6×6.

Il fotografo, per cui svolgevo lavoro da apprendista, mi diede una Rolleiflex (fotocamere reflex biottiche TLR – Twin Lens Reflex), invogliandomi a fotografare, dietro le quinte, un evento di moda presso il Municipio di Messina cui prendeva parte anche la showgirl Jo Squillo.

Lo guardai stupita, asserendo di non aver mai scattato con una macchina professionale.

Mi sentii rispondere:

<< Scatta, scatta… io sono anziano e non possono buttarmi fuori, tu, sei giovane e bella e nessuno può dirti nulla… dai, vai pure e scatta…>>.

E fu così che feci la mia prima foto che conservo gelosamente: Jo Squillo.

L’insegnamento ricevuto sta nel fatto che bisogna provare, sperimentare, non aver paura di sbagliare, perché c’è sempre la prima volta…

Fiore: Una “Donna” fotografa. Problemi?

Pandolfino: Avvicinarsi alla fotografia da “Donna” come professione non è stato un percorso semplice.

Nella mia città, Messina, nel 1999, le donne videomaker si contavano sulle punte delle dita di una mano, così come le donne motocicliste: io, una delle prime in quegli anni.

Tante sono le difficoltà che, da “Donna”, ho dovuto affrontare prima di affermare il mio nome.

La fotografia sembrava essere di appartenenza maschile.

Soltanto l’amore e la mia caparbietà ma soprattutto la cultura fotografica mi hanno permesso di superare quegli ostacoli rispondendo con i fatti, con la qualità a chiunque metteva in dubbio la mia professionalità perché “Donna”.

Fiore: E ora?

Pandolfino: Dal 2013 sono titolare di questo studio di fotografia, che ha una caratteristica: la porta sempre aperta d’estate e d’inverno.

La fotografia è parte essenziale delle mie giornate, e il mio tempo libero è impegnato, nella creazione d’immagini, attraverso viaggi in giro per la Sicilia, dove mi ritrovo a sperimentare e conoscere la “Natura”, musa ispiratrice anche dei miei pensieri poetici.

Nel 2014 la svolta nella mia vita: una sera, osservando la Luna, riesco a trasformare un pensiero in un dato di fatto.

Pensando alla persona amata esclamo a me stessa:

<< Se solo potessi scrivere il tuo nome con la Luna…!>>

Prendo la macchina fotografica tra le mani e riesco a scrivere qualche lettera, per poi disegnare delle barche a vela, come i miei primi disegni da bambina, quando sognavo di viaggiare per mari sconfinati, libera.

Ha inizio, così, uno studio approfondito della mia intuizione, e giungo alla pubblicazione, nel 2016, di un libro d’immagini e parole “A due scatti da te…”, dove si evince l’amore per la “Natura Amica”.

Nello stesso libro inserisco le prime foto dello “scatto mentale”, documentabile sino a quel momento soltanto attraverso la luce della “Luna”.

Fiore: E poi?

Pandolfino: Il tempo trascorre e non riesco ad affermare il mio “scatto mentale”, perché documentabile sino a quel momento soltanto utilizzando la fonte luminosa della Luna.

Il mio scatto era un’esclusiva per pochi intimi…

Nel 2017, in uno dei tanti servizi fotografici, conosco una persona della quale mi innamoro.

La stessa riesce con il suo charme ad ispirarmi e permettere alla mia mente di fantasticare.

Scrivo “l’artista”, un pensiero poetico che dedico a tutti gli artisti.

“L’artista”…. Ahah…

Chi è “l’artista?”… È spesso l’incompreso…

“L’artista” è chiunque abbia voglia di suscitare emozioni, quelle stesse che hanno emozionato lo stesso.

“L’artista” è sempre alla ricerca di essere stimolato da chi gli sta intorno, per creare e dunque donare.

È chi desidera donare e donarsi.

“L’artista” è disordinato… come d’altronde la sua mente, il suo cuore, la sua anima.

“L’artista” è libero… anche troppo, non ama le regole, riesce ad andare oltre…  Anzi, spesso vorrebbe andare oltre… ma… forse dovrebbe incrociare un altro artista… libero da vincoli ove la fantasia può elargire creazioni di piacere.

“l’artista” è un estemporaneo, racchiude in sé una sensibilità innata… per ciò spesso è solo un incompreso.

“L’artista” meglio non averne a che fare…!

“L’artista” è lunatico… perso nel suo mondo, quel mondo con tanti altri piccoli mondi dentro come una matrioska… bisognerebbe entrarci dentro e aprire ogni suo mondo…

Pensa!… di aprire questa matrioska di mondi… immagina sfavillare tanti luccichii di colori… quegli stessi colori che danno gioia agli occhi e distraggono la mente dalla quotidianità, spesso superficiale della vita.

“L’artista” è… il mistero più grande che, semmai, qualcuno riuscisse a incontrarlo nel suo percorso di vita potrebbe ingannare ogni sentimento della vita stessa.

“L’artista” ama incondizionatamente, quando riesce a innamorarsi… spesso quello stesso artista… non viene capito perché ipersensibile… racchiude in sé un’energia raffigurata da un’esplosione di vita…

“L’artista”… di cosa necessita?… questo è il vero mistero…!

Sta a chi se ne innamora trovare la chiave giusta per condividere ciò che, sempre sino a quel momento l’artista stesso aveva provato a chiedere…

Fiore: Torniamo al tuo innamoramento…

Pandolfino: Tornando al mio innamoramento, dedico il mio “scatto mentale” al mio amore scrivendo il suo “nome” con la “Luna” e asserendo che “tale scatto era qualcosa di unico al mondo”.

Questa mia affermazione desta tale preoccupazione in quella persona tanto che, senza nemmeno vedere la performance dello scatto, mi pianta in asso e mi abbandona, lasciandomi in preda al rammarico e alla delusione.

Fiore: Immagino il tuo disappunto e la tua voglia di dimostrare la verità e la unicità di quella dedica, unica al mondo e particolare.

Pandolfino: Non mi davo pace e non me ne facevo una ragione.

Volevo a tutti i costi la controprova…

Il 5 gennaio 2018 mi immergo nella “Natura” per distrarmi e mi reco a casa di amici, tra Monte Venere e l’Etna.

Scende la sera e l’amica, che mi ospita, pone sul davanzale del balcone una candela. Il mio pensiero va a quella persona che non aveva creduto alla dedica scritta con una macchina fotografica tra le mani e realizzata con la fonte luminosa della luna.

Ecco l’intuizione!

Utilizzare la fonte luminosa di quella candela per il mio “scatto mentale”, come dentro un film, con l’aggiunta di un fotogramma cambia la trama e il tutto va a lieto fine.

Fiore: E la tua gioia esplode e la tua ansia sconfitta!

Pandolfino: Fu meraviglioso. Avevo vinto.

Fiore: Lo “scatto mentale” in parole povere cos’è?

Pandolfino: Lo “scatto mentale” è una scoperta nel campo della fotografia, una nuova forma d’arte e di comunicazione.

Mai nessuno aveva dimostrato a partire dal 1839, per la precisione dal 7 gennaio,  giorno ufficiale della nascita della fotografia, quando lo studioso e uomo politico François Jean Dominique Arago spiegò nei dettagli all’Accademia di Francia l’invenzione di Louis Mandé Daguerre, la dagherrotipia, come scrivere o disegnare con una macchina fotografica tra le mani, senza vedere nulla nel momento dello scatto, puntando una qualsiasi fonte luminosa e facendo rientrare l’opera nel fotogramma, come ho potuto dimostrare attraverso le mie performance e la teoria stilata nel trattato di cui ti ho parlato prima.

Fiore: È la svolta per la tua vita…

Pandolfino: Da quel gennaio 2018 partecipo a manifestazioni di rilievo internazionale.

Immensa emozione quando ricevo una telefonata, da Los Angeles, dalla Direttrice Artistica del Film Festival di Taormina, Silvia Bizio, che mi invita a presentare per la prima volta in forma ufficiale al mondo il mio “scatto mentale”.

E poi le partecipazioni, su invito, al congresso medico tenutosi a Capo D’Orlando presso la Pinacoteca del Comune e voluto dal Dottor Narciso Stella e dalla Dottoressa Graziella Facciolà per dimostrare l’importanza medico scientifico del mio scatto, al congresso medico scientifico “Birth”, “Clinical challenges in labor and delivery”, organizzato da esperti mondiali della sanità presso il Palazzo Internazionale del Cinema di Venezia e il palazzo Pisani Moretta, dove espongo le mie opere e tengo performances sullo  “scatto”.

Nel settembre 2018 ricevo il premio “Eccellenza Santa Sofia 2018” presso l’oratorio della Chiesa Giubilare di  Zafferia, mentre l’ 8 Marzo 2019 partecipo presso l’Ateneo di Catania al convegno “Donne sorgenti di luce”.

Il 23 Novembre 2019 lo “scatto mentale” è notizia del Tg1 con intervista della giornalista, Manuela Lucchini, che, come suo ultimo servizio, mi dedica tutta la sua professionalità per aver creduto sin da subito in me e nell’importanza scientifica del mio “scatto mentale”.

Fiore: Sino a giungere a i “Soliti Ignoti”

Pandolfino: Il 7 Gennaio u.s. sono ospite, su Rai 1, nella trasmissione di Amadeus i “Soliti Ignoti”, mentre il 7 Febbraio scorso il Presidente del “Rotary Club International distretto 2110 – Sicilia e Malta-Trapani-Birgi-Mozia”, Rita Scaringi mi invita, tutta entusiasta, a presentare il mio “scatto mentale” a Trapani dove vengo insignita di diversi titoli, come il “Benemerito Rotariano” con la seguente motivazione:

“Giovane talentuosa artista siciliana, studiosa dell’arte della fotografia, inventrice della tecnica “Scatto Mentale”, magica donna, unica al mondo che, attraverso i suoi scatti, cattura la luce per trasformarla in armonia e forme e in messaggi di amore universale”.

Per l’occasione dono alla città di Trapani due mie opere inedite, “La torre Ligny di Trapani” e il “Mulino di Trapani”; di rimando il Sindaco mi propone di inserire queste opere all’interno del volume che la stessa città di Trapani sta allestendo per la candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2021.

Onorata ed emozionata, accetto e firmo l’accordo d’intesa.

Fiore: Un grande successo che ti ripaga di ogni delusione. Una bella rivincita…

Pandolfino: Assolutamente e anche molto felice per l’interessante proposta avanzatami dalla Dottoressa Margherita Ciotta, Preside dell’Istituto Tecnologico “Biagio Amico” di Trapani dopo aver ascoltato la mia storia di vita e le mie sottolineature sull’importanza della storia della fotografia nel corso di un convegno sullo “scatto mentale”: una collaborazione futura per  approfondire lo studio della fotografia in considerazione anche della grande partecipazione e dell’attenzione dimostrate dagli studenti.

Fiore: Insomma Trapani tua città di adozione?

Pandolfino: Sono Messinese, ammiro i miei concittadini che mi hanno sostenuto in questi anni ma è pur vero che Trapani è entrata dentro la mia anima, così come si può evincere dalla frase che ho dedicato alla stessa davanti al primo cittadino e a un pubblico numeroso presso il Palazzo Comunale di Trapani:

<< A due scatti da noi… Trapani… mi sono ritrovata dentro il quadro di colori che fanno da contrasto perforando la sensibilità del visitatore attento. Fotogrammi gratuiti offerti dalla natura a chiunque voglia sentirsi abbracciato dalle onde del mare, dai gabbiani, dalla Luna e da un arcobaleno di colori e di luce emozionando l’anima attenta e bisognosa. Il Faro, la Torre di Ligny, il Castello della colombaia, i Mulini ed il calore della gente insieme ai fenicotteri rosa, tra le saline, sintetizzano fotogrammi da regalare all’anima… a Due scatti da noi…>>.

Fiore: Il tuo motto?

Pandolfino: La fotografia è per me, un viaggio… sempre!

Fiore: Progetti futuri?

Pandolfino: Portare nei Comuni Italiani, negli Istituti, nelle Associazioni culturali il  mio progetto, già in video, intitolato  “Scatto Mentale di Elisabetta Pandolfino, ed il Piccolo Museo fotografico mobile”.

Fiore: Cosa prevede il tuo progetto?

Pandolfino: Il progetto del museo prevede sia la spiegazione dello scatto che delle apparecchiature che intendo portare nei luoghi per poterle conoscere e far toccare con mano.

Al Museo si guarda ma non si tocca, nel mio progetto-museo si guarda, si ascolta e si tocca.

Il visitatore del mio museo ha l’opportunità di avere tra le mani un pezzo storico della fotografia, la storia.

Fiore: E noi di ScrepMagazine ti aiuteremo nel dare il successo che merita a questo tuo progetto invitando i Sindaci che ci leggono, i Dirigenti Scolastici, i Presidenti di Associazioni a contattarti personalmente o tramite il nostro blog.

Grazie, buon tutto e viva il lupo per il tuo “scatto mentale”, cara Elisabetta, uno scatto complicato, frutto di una incredibile padronanza e conoscenza della macchina fotografica, dove la tua mente ha giocato e gioca un ruolo essenziale con la sua notevole capacità mnemonica.

Vorrei salutarti con l’augurio che l’Università di Messina prenda atto della tua scoperta e  riconosca a te un titolo accademico.

Sarebbe oltremodo giusto anche per smentire finalmente il detto “Nemo propheta in patria”!

 

ELISABETTA PANDOLFINO

a cura di Vincenzo Fiore

Previous article“Occhi nel buio” di M. G. Del Franco
Next articleTe ed Io come sorelle gemelle – (Parte 10a)
Vincenzo Fiore
Sono Vincenzo Fiore, nato a Mariotto, borgo in provincia di Bari, il 10 dicembre 1948. Vivo tra Roma, dove risiedo, e Mariotto. Sposato con un figlio. Ho conseguito la maturità classica presso il liceo classico di Molfetta, mi sono laureato in Lettere Moderne presso l’Università di Bari con una tesi sullo scrittore peruviano, Carlos Castaneda. Dal 1982 sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti, elenco Pubblicisti. Amo la Politica che mi ha visto fortemente e attivamente impegnato anche con incarichi nazionali, amo organizzare eventi, presentazioni di libri, estemporanee di pittura. Mi appassiona l’agricoltura e il mondo contadino. Amo stare tra la gente e con la gente, mi piace interpretare la realtà nelle sue profondità più nascoste. Amo definirmi uno degli ultimi romantici, che guarda “oltre” per cercare l’infinito e ricamare la speranza sulla tela del vivere, in quell’intreccio di passioni, profumi, gioie, dolori e ricordi che formano il tempo della vita. Nel novembre 2017 ho dato alle stampe la mia prima raccolta di pensieri, “inchiostro d’anima”; ho scritto alcune prefazioni e note critiche per libri di poesie. Sono socio di Accademia e scrivo per SCREPMagazine.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here