Splendido splendente

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Capita spesso, sui social, di vedere foto di donne di una certa età che non dimostrano i loro anni, ma dimostrano decenni di meno.

Per ritoccare le foto basta poco, un’applicazione digitale per ringiovanire nelle foto il volto a nostro piacimento.

Vediamo per questo motivo, foto di 60 enni che ne dimostrano 20 di meno e le ottantenni che grazie ad un ritocco, diventano splendide cinquantenni.

Tutto questo accade perché la maggior parte della donne è affascinata dal patinato mondo del cinema e della televisione.

E nella realtà che si fa per modificare l’aspetto di una persona?

È possibile migliorarsi esteticamente e fermare il tempo?

Plotino, filosofo greco scrisse:

Tutti affermano che la bellezza visibile nasce dalla simmetria delle parti, l’una in rapporto all’altra, e ciascuna in rapporto all’insieme. Dunque la bellezza di tutti gli esseri è la loro simmetria e la loro misura”.

Successivamente, nacque la credenza che la simmetria del viso e del corpo, fosse una caratteristica fondamentale per rientrare nei canoni della bellezza.

Oggi non si parla più di proporzioni, ma piuttosto di una somiglianza reciproca tra il lato destro e sinistro del volto.

Non dobbiamo meravigliarci se su alcune donne vediamo una chirurgia plastica esagerata.

Sono semplicemente il risultato di un’educazione improntata tutta sull’apparire e non sull’essere, sono per lo più donne fragili, che ricercano la “finta” bellezza, come unico modo per essere” accettate.

Rivolgersi ad un chirurgo estetico dovrebbe essere “l’ultima spiaggia” per una donna non più giovane, invece da tempo vediamo che sono sempre di più le giovanissime che si rivolgono ai chirurghi estetici.

Secondo me, prima di rifarsi il fisico dovrebbero rifarsi il senno, perché a 15- 16 anni trovo sia prematuro il ritocco estetico, a meno che non lo si faccia per questioni di salute.

Che cosa c’è dietro questa frenesia di rifarsi naso, seno, labbra, zigomi, glutei?

Oggi ricostruirsi il corpo sembra normale, quasi naturale.

E perché una ragazza di 16 anni lo chiede come regalo di compleanno o natalizio?

Aumentare il seno, cambiare naso, spianare rughe, tirare all’insù il capezzolo.

Mi spaventa l’inconsapevolezza con cui si ricorre a certi ritocchi che consideriamo normali.

Non ci rendiamo conto che stiamo parlando di chirurgia.

È una scelta importante quella di andare su un freddo tavolo operatorio e cambiare parte del proprio corpo.

E signore mie no, non si tratta di provare un nuovo taglio di capelli, stiamo parlando di interventi che hanno dei rischi, piccoli o grandi.

Mi chiedo ancora una volta quanto sono libere le donne di decidere.

E quanto sono invece influenzate dai nuovi modelli imposti dai mass media.

Vorrei solo che chi si sottopone a un ritocco lo facesse con responsabilità e consapevolezza, senza che si cada nell’illusione di poter vivere un’eterna giovinezza grazie alla chirurgia.

Donne che vanno dal chirurgo plastico con la foto dell’attrice preferita, un modello per lo specialista che le deve ritoccare, come si faceva con i modelli usati dalle sarte per confezionare abiti su misura.

C’è un’idea di bellezza come omologazione con altri, e cancellazione della propria individualità, che però diventa pericolosa.
La ricerca di un corpo e di un viso perfetto come garanzia di amore e dell’essere desiderati dall’altro, è sbagliato.

Occorre diventare bellissimi per essere “qualcuno”?

Omologarsi è invece smarrire la propria identità personale, quella di esseri assolutamente unici e irripetibili.

C’è un film che descrive in maniera perfetta la ricerca spasmodica di bellezza, perfezione fisica ed eterna giovinezza.

È “La morte ti fa bella”.

Con una Meryl Streep bravissima e calata perfettamente nel ruolo di una donna che vorrebbe essere sempre giovane e che vorrebbe che il tempo si fermasse.

Sul finire degli anni Settanta l’aspirante scrittrice Helen vede la sua ex compagna di classe Madeline scipparle il fidanzato Ernest, che è un chirurgo.

Quattordici anni dopo il matrimonio tra Ernest e Madeline è in piena crisi, e la donna è ossessionata dalla chirurgia estetica, unico modo per mantenere la parvenza di un’eterna giovinezza.

La paranoia raggiunge il suo vertice quando la donna incontra nuovamente Helen, e la trova più giovane che mai: non resta che ricorrere all’aiuto della misteriosa Lisle von Rhoman, in possesso di un elisir di lunga vita.

Helen e Madeline, ricorrendo un pó alla scienza, il chirurgo Ernest, oggetto della contesa e un pó al fantastico l’elisir di lunga vita, battagliano non per cogliere l’attimo, ma per fermare l’attimo, congelare il tempo impedendogli di assolvere al suo principale compito, quello di scorrere.

La pelle che invecchia, le rughe, il ricorso sempre più ossessivo ai “ritocchini” dell’estetica, sono dettagli che appartengono all’intimità delle due donne, alla loro sfera privata.

È raggiungere così il segreto dell’eterna giovinezza.

Helen e Madeline nutrono lo stesso desiderio, quello di poter abusare del proprio tempo, di poter trasformare il corpo in un oggetto di plastica da smaltire solo in migliaia di anni. Un oggetto inquinante.

E come non pensare alla canzone della Rettore che risale al 1979?

Ricordate Splendido Splendente?

Il testo si concentra sul tema dell’estetica e sulla crescente moda della chirurgia estetica, diventata quasi la normalità in una società che dell’aspetto estetico ne fa uno dei valori centrali.

Donatella Rettore critica anche la facilità con cui ogni persona può ricorrere alla chirurgia.

“Anestetico d’effetto e avrai una faccia nuova, grazie a un bisturi perfetto. Invitante, tagliente, splendido splendente”.

Oltre alla facilità d’accesso, la cantante gioca anche sulla vanità dei personaggi che ricorrono a questi trucchi per far sì che la loro pelle non subisca i segni del tempo: “Come sono si vedrà, uomo o donna senza età, senza sesso crescerà, per la vita, una splendente vanità”.

Angela Amendola

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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