Emilio Gola (parte seconda)

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Emilio Gola (parte seconda)

“Lavandaie lungo il Naviglio”

Pastello e tempera su carta 106 x 74 cm

Collezione d’Arte Cariplo, Milano.

Dal 1881, con la tecnica “en plein air”, Emilio Gola si rivolge alla pittura di paesaggio affiancando le vedute dei navigli all’intensa produzione ritrattistica avviata fin dagli anni Settanta.

Con questi nuovi soggetti il pittore elabora il suo più personale linguaggio, caratterizzato dallo studio delle variazioni atmosferiche e stagionali.

Sono temi, come “Lavandaie lungo il Naviglio”, che gli garantiranno uno straordinario successo internazionale.

“LAVANDAIE LUNGO IL NAVIGLIO”

La massiccia espansione della città, che riversava i panni dei milanesi nei sempre più numerosi lavatoi della cerchia dei navigli, offriva un soggetto congeniale ai maggiori esponenti del “naturalismo lombardo” impegnandoli a ritrarre dal vero impressioni della vita cittadina nei suoi aspetti più umili.

La città di Milano nell’ottocento era in continuo sviluppo e all’esterno dei palazzi i panni dei milanesi venivano esposti nei sempre più numerosi lavatoi della cerchia dei navigli.

Il quadro, appunto, mostra delle lavandaie colte in un attimo di vita quotidiana, in un momento di pausa sulle rive del Naviglio.

La tecnica utilizzata dal pittore riveste il quadro di interrogativi.

Infatti non si riescono a cogliere le espressioni delle donne, anche se l’atteggiamento della signora rivolta verso di noi trasmette segni di stanchezza dovuti al pesante lavoro a cui le lavandaie erano sottoposte.

Allo stesso modo anche la donna seduta sulla sedia e quella appoggiata al muro sembrano segnate dal duro lavoro.

Invece la ragazza che rivolge lo sguardo sul fiume è più giovane e la sua collocazione ed il suo atteggiamento suggeriscono un animo pensieroso piuttosto che affaticato.

Probabilmente si immagina in una condizione di vita migliore o sogna di fuggire da quel futuro che la renderà infelice come le signore alle sue spalle.

Il senso di prigionia di queste donne, in un’occupazione dura e sottopagata, viene sottolineato anche dal contrasto dei colori marrone e azzurro che aggiungono un po’ di malinconia alla scena rappresentata.

Gola, in questo capolavoro, attinge molto dalla tradizione della pittura realista fiamminga, che aveva avuto modo di apprezzare in occasione dei suoi viaggi giovanili all’estero, aggiornandola sull’esempio delle vedute milanesi di Mosè Bianchi.

CONCLUDENDO:

Nell’opera il pittore affronta il soggetto stringendo l’inquadratura tra il canale e le case per concentrarsi sulle lavandaie, colte, come dicevo prima, in un momento di pausa, e in una scena di genere.

L’impiego del pastello inoltre garantisce un risultato di soffusa morbidezza, ottenendo, in questo caso, una tonalità argentea attraverso la modulazione di sottili trasparenze, impossibili da realizzare con l’olio.

Bruno Vergani

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