Le tende al balcone della stanza da letto di Aurora, avevano l’azzurro come colore che dominava.
Aurora amava il blu e l’azzurro, in tutte le sfumature. Una delle sue vestaglie di seta era anch’essa di colore azzurro e oro, persino le pantofoline da camera erano dello stesso colore, poste di fianco al letto sul tappeto blu.
Di fronte al letto, c’era una toelette con lo specchio dove erano riposti i suoi gioielli e dove si truccava. La stanza era molto ordinata, ma non era Aurora a mettere in ordine, era compito della domestica che le si era tanto affezionata.
E voleva che tutto fosse in ordine per la sua signora che considerava quasi come una figlia. Aurora pensó a Delfina e decise di telefonarle.
“Delfina dove sei? Ti va di passare da qui e ti fermi a cena?”
“Ciao sorellona, va bene, fra un’oretta sarò lì”
Erano le venti, quando arrivò tutta trafelata Delfina. Nonostante il periodo complesso che stava vivendo, sorrideva e gli occhi erano sereni. Si abbracciarono e per un pó stettero in silenzio. Fu Aurora che parlò per prima.
“Piccoletta hai già deciso di interrompere la gravidanza? Pensaci, io e la mamma ti saremo vicine qualunque cosa accada.”
“No, non so cosa deciderò, per ora giovedì mi recherò in clinica, poi vedrò che fare”
La serata passò in modo lieto, ricordarono i viaggi fatti insieme loro due da sole.
Si promisero appena possibile di andare in Scozia, non avevano visitato la Scozia sebbene fossero state diverse volte in Inghilterra. E decisero che avrebbero esteso l’invito alla loro mamma, che da anni non faceva un viaggio.
La loro mamma, era una donna meravigliosa. Dopo i primi mesi in cui era stata vittima di una forte depressione per la morte improvvisa del papà, si era fatta forza e aveva preso in mano le redini di tutto.
Aveva cresciuto, con l’aiuto dei nonni, le bambine, aveva preso il posto del marito al lavoro, senza versare mai una lacrima o un lamento nonostante tutto.Ed ora meritava un pó di felicità, le figlie avrebbero voluto vederla al fianco di un uomo che la rendesse felice, era ancora giovane.
Ma lei di questo non voleva parlare, anzi come si accorgeva dell’interesse di un uomo, lo allontanava. Delfina andò via subito dopo cena, Aurora rimase da sola in quella grande casa. Non voleva far soffrire Roberto, lo rispettava e gli voleva bene, ma a volte aveva la tentazione di scappare via il più lontano possibile da lì. Da quella casa così piena di opere d’arte da farla sembrare un museo.
E questo stato d’animo si era accentuato, dopo essersi specchiata negli occhi di Fabrizio Corsi.
Era strano ciò che provava quando lo vedeva. Le suonò il telefonino, era Roberto che da Roma la cercava. Alla fine della telefonata, andò in bagno e prese dal mobiletto una pasticca di sonnifero…
Angela Amendola
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