Le donne turche, il gelato e le dizi

121804

Qualche giorno fa ho letto su una rivista che in Turchia alle donne è vietato mangiare un cono gelato, leccandolo.

Lo possono fare solo gli uomini, perchè per le donne è poco elegante, non è previsto nelle norme decise dal vice di Erdogan.

Addirittura in alcune zone di Istambul si organizzano dei corsi  per le donne, su come comportarsi.

Corsi di due ore la settimana su come vestirsi, parlare, camminare senza ancheggiare e mangiare un gelato in pubblico, se si vuole essere eleganti e non volgari.

Si suggerisce anche ciò che non è da fare in pubblico, come parlare di cose personali al telefono, non truccarsi di mattina, non vestirsi in modo troppo appariscente e fare sempre attenzione al tono della propria voce in ogni luogo.

Ma sui social, appena il vice di Erdogan ha stabilito per le donne questo corso di bonton, ci sono state proteste e le donne si sono ribellate fotografandosi a migliaia sui social, ridendo cosa vietata per strada e mangiando gelati.

Eppure Ataturk, fondatore della Repubblica turca, diede il voto alle donne nel 1930, ben 16 anni prima che venisse concesso alle italiane.

Ora cosa è successo per riportare la nazione indietro di un secolo?

Istanbul, centro finanziario e culturale della Turchia rappresenta a pieno titolo la divisione tra due culture molto differenti: occidentale e asiatica, l’Europa e l’Asia.

C’è un solo ponte che le divide ed è il Ponte dei Martiri del 15 luglio, uno dei tre ponti di Istanbul, che attraversano lo stretto del Bosforo e che permettono di collegare i due continenti.

Ma guardando i loro prodotti televisivi non si direbbe che le donne vivano nell’arretratezza.

Da qualche anno proprio in Turchia hanno iniziato a fare delle serie tv diverse dalle altre, che stanno avendo un gran successo anche all’estero. Le chiamano dizi, e definirle in poche righe è complicato.

Le dizi sono spesso girate nel centro storico di Istanbul così bello e colorato e, solo quando non se ne può proprio fare a meno, usano gli studi cinematografici.

Per quanto riguarda i temi trattati, le dizi parlano di cose diverse, a volte sono ambientate durante l’impero Ottomano, altre volte ai giorni nostri. Un giovane sceneggiatore e regista turco, ha detto che le trame sembrano quelle delle storie di Dickens e delle sorelle Brontë.

È vero sono piuttosto romantiche e sdolcinate.

Le prime serie dizi arrivarono pochi anni dopo il 2000. E presero il posto occupato dalle serie egiziane e poi dalle serie siriane.

In questi ultimi anni anche nella televisione italiana, le soap opera hanno avuto un cambio di tendenza.

Dalle telenovelas prodotte in Argentina si è passati a quelle spagnole, due su tutte, quelle scritte da Aurora Guerra: “Il Segreto di Puente Viejo” e “Una Vita Acacias 38”, entrambe trasmesse su Canale 5.

Ma ora hanno molto successo anche da noi quelle turche. Cherry Season, la stagione del cuore è stata la prima serie turca a conquistare le telespettatrici italiane. Sarà stato sicuramente per il fascino del protagonista.

 

Grazie al successo di questa soap, in Italia nel giro di pochi mesi sono arrivate altre serie turche di successo.

Mercoledì è finita la serie turca Come sorelle.

Un indissolubile e mai vissuto legame di sangue era al centro della nuova fiction, andata in onda in prima serata su Canale 5.

Serie incentrata sulla figura di İpek Gencer, la quale scoprirà di avere due sorelle alla vigilia del suo matrimonio con il dispotico e violento Tekin Malik.

Desiderosa di conoscere le parenti, la ragazza si metterà in contatto con loro e tutto darà il via ad una serie di eventi drammatici e dall’epilogo imprevedibile.

Bella fiction e molto avvincente e l’ultima puntata mi ha letteralmente commossa. Per concludere, la finzione cinematografica è una cosa, la vita reale delle donne turche è altro ed  Erdogan continuerà con la sua tirannia nei loro confronti.

E noi occidentali? Guarderemo….

Angela Amendola

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here